Fece gli studi presso l’Accademia di San Luca di Roma; dove più tardi divenne insegnante. Mirando al Canova e al Thorwaldsen, parve dimenticare la vena nativa e distaccarsi dal puro classicismo. Apparve ora sereno assecondando la grazia cano- viana, ora d’una preoccupata gentilezza e schivo thorwald- siano. Opere maggiori: “La Primavera,, (1827), “Il Genio delle Arti,, (1833), “ Busto di Gregorio XVI,, (1834), “ San Benedetto ,, (1837) nella Basilica di San Paolo e “ La Fortezza ,, (1838) nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Inoltre: “ Esculapio ,,, “Prometeo,,, e diversi monumenti sepolcrali.
Bibliografia:
1942 - Alberto Riccoboni: Roma nell’Arte. La Scultura nell’Evo Moderno, Roma, Casa Editrice Mediterranea.
1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma,
Libreria dello Stato.
1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, seconda edizione, volume primo, Lodi, Il Pomerio, pp. 546/547
2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, Adarte, p. 440