Giannaccini Ilio

pittore
Roma, 28 giugno 1897 - Roma, 18 marzo 1968
carmencita
Carmencita - 1958 Madrid

Ilio Giannaccini - Nato a Roma nel giugno del 1897. Studia all’Accademia di Belle Arti della sua città e si fa notare per il versatile ingegno, per le fertili risorse di squisitezza tonale, che si abbinano felicemente ad una non comune conoscenza del disegno e dell’impasto. Partecipa al concorso bandito dal Teatro dell’Opera per le scene del «Guglielmo Tell» e tiene a Genova una riuscita mostra personale, che lo rivela alla critica più impegnata e ad uno scelto pubblico di cultori d’arte, i quali ne ammirano il tocco signorile ed il caldo accostamento cromatico. Continuano le esposizioni delle sue opere, che trionfano soprattutto alla personale della Galleria Rotta ed in quella della Galleria Geri di Milano, ove l’unanime consenso del pubblico preconizza una rapida ascesa. L’autore tratta, con pari maestria, figura e paesaggio, natura morta e composizione. Osservatore acuto dell’umano stuolo che lo accompagna e lo discute durante i lunghi anni della sua esistenza, Ilio Giannaccini non s’è forse mai accorto della vera estensione del proprio intuito creativo. Ogni suo dipinto è invenzione e cronaca ad un tempo, è festa di colori ed equilibrata tessitura di forme. Ciò invita il critico ad un attento esame.

Diversamente da quanto può avvenire per alcuni pittori della sua generazione, Giannaccini deve essere analizzato e valutato in ogni esaltante particolare. L’interesse per le cose elargite da Dio, nel loro ambiente più ideale e conosciuto; un senso dell’umano ed un sorriso per le creature e per la natura che le circonda; come pure le annotazioni tonali piene di gusto ed un garbato gioco folclorico delle immagini; sono tutti raggiungimenti che si collegano idealmente per formare la cosmografia di questo artista inesauribile, che mai si ripete, perché ricava dal creato stesso una ispirazione costante e senza fine. Nel nostro attuale momento convulso, la pittura di Giannaccini va meditata, il suo messaggio va ascoltato, poiché egli non cerca di sbalordire ad ogni costo, ma vuole intimamente convincere, portando avanti un racconto che è quello della sua anima e della sua terra, delle sue esperienze di uomo colto e di artista squisito, e così spesso è anche il racconto di questa festa grande e meravigliosa che si rinnova ogni giorno, che si perpetua ad ogni istante ed in ogni palpito. Le opere del maestro ora godono di un sovrano riconoscimento, il quale gli ha ormai concesso un posto davvero meritato nelle valutazioni della pittura figurativa. Si ricordano e si ricorderanno di lui: Scontro in Maremma, Il buttero. Carica di bufali, Paesaggio maremmano; ma la critica ufficiale si è occupata soprattutto della cosiddetta « produzione orientale ». Quelle meravigliose odalische, certamente le più apprezzate e ricercate sul mercato quadrario, egli ebbe modo di dipingerle nel corso della sua permanenza in Turchia, nell’Iran e in Marocco, dove fu chiamato per eseguire i ritratti di mogli e favorite delle maggiori personalità.

I dipinti più rappresentativi del maestro romano figurano in molte raccolte private e collezioni pubbliche, e sono oggi ricercatissimi.

Di Ilio Giannaccini hanno discusso quotidiani di prestigio, pubblicazioni d’arte, riviste di lettere e pensiero.

Una succinta ma valida biografia compare in tutte le edizioni del Dizionario di A. M. Comanducci.

Una cospicua monografia, sull’opera e la vita del pittore, spentosi improvvisamente nel 1968, è in corso di preparazione a cura di Ottavio Gentili.


Bibliografia:

1970 - Omaggio a 6 Maestri scomparsi, catalogo mostra, Verona, Istituto Nazionale d'Arte, pp.nn.

1972 - Dizionario dei Pittori Contemporanei della Tradizione, Volume primo, Verona, Istituto Nazionale d'Arte, pp. 91/92.

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