Ghidini Luigi (Oder)

pittore
San Giorgio (MN), 31 agosto 1916 - Mantova, 17 settembre 1985

GHIDINI LUIGI (detto ODER)

Nasce a San Giorgio (MN) il 31 agosto 1916 da Vitellio e Linda Rebecchi; muore a Mantova il 17 settembre 1985.

Di formazione autodidatta, conduce una vita avventurosa e leggendaria: dopo aver indossato l’uniforme in Albania, in Grecia e in Jugoslavia, è catturato dai tedeschi dopo l’8 settembre. Il dopoguerra lo vede sbandato, espatriato clandestinamente, finisce minatore in Alsazia-Lorena, quindi la scelta della Legione Straniera: impegnato nelle missioni in Indocina (è tra i superstiti della storica sacca di Dien Bien Phu che vede la definitiva sconfitta dei francesi nel Sud Est Asiatico), approda a Marsiglia, e quindi il rientro in Italia.

Dal 13 al 27 settembre 1959 partecipa alla XII edizione del Premio Suzzara, con il dipinto Mercato.

Nel luglio 1961 espone alla Mostra di Pittura estemporanea a Poggio Rusco. Nel novembre dello stesso anno tiene una Mostra con l’amico Arnaldo Carletti nella caratteristica Osteria della Rotonda di Mantova; sulla Gazzetta di Mantova Giovanni Botti scrive sulla sua pittura.

Dal 10 febbraio 1962 espone con quattro artisti mantovani ai Cento Rampini di Mantova; Giovanni Botti sulla Gazzetta scrive: “Oder Ghidini, l’animatore e l’ordinatore della manifestazione “baguttiana” - per parafrasare l’avvenimento con quelli certamente più celebri ma non meno coloriti che si tengono al “Bagutta” milanese - pensava da vari mesi di poter concretizzare il suo sogno: trasformare alcuni locali tipici nostrani in punti di ritrovo per artisti. “Come in altre città; come a Marsiglia ove io lavoro; come a Parigi, anche se meno preziosamente, a Germain des Pres”. Ghidini si infervora quando parla entro il suo “Blouson noir” che scoppia sotto la pressione dei “piccolini” mandati giù l’uno in fila all’altro. Perbacco, è una festa riuscitissima. E i capolavori vanno “bagnati”.Oder, molto modestamente, dice che in effetti questa Mostra organizzata ai Cento Rampini è la sua opera più riuscita. I parecchi suoi sostenitori che hanno letto gli articoli di critici francesi, non concordano pienamente e già da tempo si sono premurati di arricchire le loro “collezioni” con suoi quadri. D’altronde una visita a questa esposizione può dare un giudizio più preciso. Ghidini è figurativamente “violento” quanto è dinamico nei gesti e nei discorsi. Dalla sua tavolozza escono colori accesi per gli angoli visuali talvolta più cadenti della nostra città e dalle sue molto spesso calligrafiche composizioni, diremmo sin troppo estemporanee, traboccano scorci vivi e pieni di forza e modellati con coraggiosa quanto rinnovata franchezza”.

Partecipa, nel maggio del 1962, al Concorso-Mostra della gara estemporanea organizzato dall’Enal di Mantova, la sua opera Natura Morta è selezionata per la Mostra Nazionale dell’Enal.

Domenica 8 luglio 1962 è tra gli espositori ad una Mostra estemporanea a Poggio Rusco dove viene segnalato tra i migliori partecipanti. L’8 settembre dello stesso anno, partecipa alla gara di pittura estemporanea in occasione della Fiera di Asola.

Nel tradizionale locale mantovano dei Cento Rampini con gli amici pittori: Imerio Vischi e Alfredo Facchini, dal 22 dicembre 1964, tiene una esposizione delle sue opere più recenti. All’inaugurazione “polenta e gras pistà”.

Nel periodo dicembre 1965 gennaio 1966 espone con altri amici pittori alla Taverna del Duca di Mantova.

Nel novembre 1966 un articolista “anonimo” della Gazzetta scrive: “Oder Ghidini l’ultimo dei bohémiens. Dipinge da cinque anni, dopo averne fatti altri cinque nella Legione Straniera. L’Indonesia e l’Algeria sono ricordi tristi, densi di paura e di desolato sconforto. Oder Ghidini non li dimentica. Per questo ama la vita e ne assapora le gioie con il cuore gonfio di amore. Un niente lo rende felice ed è per niente che dipinge, barattando la tela con l’amicizia di chi sa apprezzarla all’insegna di un brindisi. Piccoletto ricciuto, occhi vivaci, irrequieti, bruno d’un bruno meridionale. Oder Ghidini è rimasto un romantico, o lo è diventato con l’esperienza tribolata che ne ha fatalmente modellato il carattere. Non ha pretese di riconoscimenti ufficiali. Dipinge per esprimere il suo istinto bizzarro, pirotecnico, fantasioso. Tende al geometrismo ma non è un difetto; può essere uno stile. La ricchezza e la festosità dei suoi colori rendono le sue composizioni piacevoli, spesso ardenti. Come lo è lui. Notevole successo ha già avuto in Francia, in particolare a Marsiglia, dove la critica gli ha dedicato ampi consensi. Ne merita anche qui”.

Oder Ghidini muore a Mantova il 17 settembre 1985.

Alla Mostra della Collezione d’arte moderna della Provincia di Mantova, che si tiene alla Casa del Mantegna dal 16 luglio al 10 settembre 2000, è esposto il suo dipinto Piazza Concordia.


Bibliografia:

2001 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume III, Dio - Ku, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 1361/1362.

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