Domenico Gentile nasce a Salerno nel 1933 e della sua terra manterrà l’accento, l’amore per la luce e il colore, la vocazione a sdrammatizzare ogni accadimento, il fatalismo e, forse, un pizzico di superstizione.
Per il resto sceglierà Mantova, per viverci, per lavorare, per radicarsi come uomo e come artista.
Una scelta alla lunga deleteria per le sue articolazioni e cartilagini, ma di certo fortemente voluta e cercata, in nome di quella temperie culturale che negli anni sessanta si era creata nella nostra città, per quella vivacità di pensiero che si respirava nella ‘mitica’ Libreria Greco, animata da personalità di spicco quali Francesco Baratta, Mario e Umberto Artioli, Renzo Margonari, ecc. presenze stimolanti che si aggiungevano alle frequentazioni prepadane di Alfonso Gatto e Filiberto Menna, a completare una formazione culturale di ampio respiro, ad acuire una sensibilità ormai pienamente votata alla ricerca pittorica.
I frutti di questa attività instancabile, condotta per oltre cinquant’anni, sono in minime parte rappresentati nella mostra che la Galleria Arianna Sartori ha voluto dedicare a Domenico Gentile, nel novembre 2017 a pochi mesi dalla sua scomparsa, mantovano per scelta e artista per vocazione, una delle voci più singolari e propositive del dopoguerra. (Paolo Gianolio)
Due dipinti dell’artista Domenico Gentile sono stati esposti alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (MN): “Periferia industriale” del 1964 alla rassegna “l’Arte tra paesaggi e periferie” nel 2018 ed il dipinto “Composizione con fiori” del 1979 alla rassegna “Vegetalia tra Alberi, Fiori e Frutti” nel 2020.
Il 25 ottobre 2020 al Museo Civico “Goffredo Bellini” di Asola si inaugura “Indagando le sottili trame”, mostra antologica di Domenico Gentile a cura di Carlo Micheli e Beatrice Pastorio.
Nel 2021, dal 4 al 23 dicembre, viene ricordato con una nuova mostra intitolata "Di notte" alla Galleria Arianna Sartori di Mantova.
Contatti:
E-mail: info@domenicogentile.com
Sito Internet: www.domenicogentile.com
Bibliografia:
1984 - Domenico Gentile. Itinerari cromatici, prefazione di Nanni Rossi, presentazione di Renzo Margonari, testo critico di Giovanna Barbero catalogo mostra, Museo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano, Villa Comunale di Gazoldo degli Ippoliti.
20101 - Domenico Gentile. Tatuaggi 1990-2000, ideazione organizzazione di Adriano Villata, testo di Paolo Bertelli, intervista di Paola Artoni, catalogo mostra a cura di Gianni Baldo, Palazzo del Senato, Milano.
2010 - Domenico Gentile. Opere scelte, a cura di Carlo Micheli, testi di Paolo Gianolio e Cerlo Micheli, catalogo mostra, Tinelli di Palazzo Te, Mantova.
2017 - Catalogo Sartori d'arte
moderna e contemporanea 2018, a cura di Arianna Sartori, Mantova,
Archivio Sartori Editore, p. 106.
2018 - l’Arte tra
paesaggi e periferie, a cura di Arianna Sartori, presentazione di Maria
Gabriella Savoia, catalogo mostra, Castel d'Ario, Casa Museo Sartori, Mantova,
Archivio Sartori Editore, pp. nn.
2018 - Catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea 2019, a cura
di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 98. 2019
- Catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea 2020, a cura di
Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 67.
2020 - VEGETALIA tra
Alberi, Fiori e Frutti, a cura di Arianna Sartori, presentazione di Maria
Gabriella Savoia, catalogo mostra, Castel d'Ario, Casa Museo Sartori, Mantova,
Archivio Sartori Editore, pp. nn.
2020 - Domenico Gentile. Indagando le sottili trame, a cura di Carlo Micheli / Beatrice Pastorio, testi di Carlo Micheli / Beatrice Pastorio, catalogo mostra, Museo Civico Goffredo Bellini, Asola (MN).
2020 - Artisti Italiani 2021 catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea, a cura di Arianna Sartori, prefazione di Maria Gabriella Savoia, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 198.
Giudizi critici:
La provocazione Gentile
Si può dire che l’intera esistenza di Domenico Gentile sia un’opera di sottile diplomazia psicologica volta a conciliare gli eventi. Fu così quando, innamorato della pittura, dovette coltivare la sua passione parallelamente agli studi di medicina o quando, per motivi di lavoro lasciò il mare e il sole di Salerno, sua città Natale, per approdare ad Asola, che pure entrò nel suo cuore, oltre che nelle sue opere. Ma la pacificazione più profonda Domenico la operò nei confronti della pittura, riuscendo a far convivere nelle proprie opere posizioni che all’epoca parevano inconciliabili.
Realismo e astrazione erano per Gentile etichette pretestuose, limitanti, una sorta di “muro della vergogna”, una divisione tra due schieramenti che, paradossalmente, combattevano sotto la medesima bandiera: quella dell’arte. Senza proclami roboanti o azioni di forza, Domenico semplicemente ignorò quel muro, dimostrando quanta realtà vi fosse in un’opera astratta e quanta astrazione in una realistica.
Le sue accumulazioni di oggetti i più disparati, barattoli, torce, funghi, zucche, danno l’idea di composizioni astratte e geometriche ma sono, di fatto, assemblaggi di oggetti reali. Di converso, nelle opere che Arianna Sartori ha acutamente selezionato per questa mostra: fabbriche, darsene, paesaggi urbani, aleggiano reminiscenze, nostalgie, citazioni, che, come accade per le nature morte morandiane, vanno ben oltre la mera raffigurazione del soggetto.
In fondo, a ben guardare, anche queste opere sono costituite dagli stessi moduli compositivi, dagli stessi tasselli di colore che si ritrovano, rimescolati, nei quadri cosiddetti “astratti”. Se le darsene sono caratterizzate da tagli strettissimi che sembrano voler escludere la presenza del cielo e da porzioni di vele, prue di imbarcazioni stipati, quasi costretti, nello spazio della tela (e della memoria), le fabbriche e i cantieri ci riportano invece ad una dimensione sironiana, sdrammatizzata, ingentilita quasi, dall’uso del colore. Manca, in tutta la produzione di Gentile, la rappresentazione umana, ma non la presenza. Tutto ruota intorno ad una visione sociale di stampo umanistico. Gli oggetti reiterati, simili eppure diversi tra loro, altro non sono che la rappresentazione della società, la cui armonia si basa sulla valorizzazione delle diversità. Più intimo e poetico il rapporto con i paesaggi della memoria, che ci narrano di un mondo sospeso tra il ricordo e il sogno, stagliato contro il nero di una notte amica.
Carlo Micheli, 2021