Gemignani Valmore

scultore
Carrara 1 novembre 1878 - Firenze 1 maggio 1956

Trasferitosi giovinetto a Firenze, ih quella Accademia di Belle Arti ebbe a maestri Antonio Bortone e Augusto Rivalta; nonché il pittore Giovanni Fattori, del quale divenne intrinseco. Ha vissuto molto all’estero, recando dappertutto la vivezza del suo spirito toscano e la struttiva limpidità della sua plastica. Ha lasciato opere in Belgio, in Germania; nella Repubblica Argentina, dove scolpì una marmorea “ Venere addormentata,, ed eresse la statua di “Alessandro Volta,, per la Scuola Superiore d’ingegneria di Buenos Ajres, ed altri notevoli marmi. A Livorno eresse il bel “ Monumento a Giovanni Fattori,, (1925), rifacendosi a un attempato bozzetto tratto dal vero. Nella Galleria d’Arte Moderna di Milano è la sua statua in pietra serena “Giovanetto bagnante,, (1938). Ha plasmato diverse figure e mezze figure di sapore ellenistico, come “Donna col sacco su le spalle,,, “ La stiratrice,, esposta a Firenze nel 1941. Nobilissima pur nel modulo michelangiolesco, “La Pietà,, inviata al Concorso nazionale pel Monumento alla madre italiana in Santa Croce.

Nel gennaio 1904 è tra i trenta giovani scultori ammessi alla prova definitiva per il concorso al pensionato nazionale di scultura, che espongono nel Palazzo dell’Esposizione in Roma, un’opera in altorilievo sul tema del lavoro.

Partecipa con la scultura Giovani leoni, alla Mostra di Belle Arti dell’Esposizione Internazionale di Roma del 1911.

Dal 30 marzo al 30 giugno 1921, figura alla Prima Biennale Romana, con la scultura: Ritratto di G. Fattori, Gallo, Il musico.

È presente con la scultura in marmo Musica, e con opere in ceramica; alla mostra La Fiorentina Primaverile, Prima Esposizione Nazionale dell’opera e del lavoro d’arte, che si tiene nel Palazzo delle Esposizioni al Parco di S. Gallo a Firenze dall’8 aprile al 31 luglio 1922.

Nel 1922 partecipa alla XIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con la scultura in marmo: armonie selvatiche.

Tiene nelle sale di “Bottega D’Arte” a Livorno nel marzo 1925, una mostra personale, dove espone tredici sculture: Testina di bimba, Cucciolo, Putto (armonie silvestri), Pantera, Il figlio lontano, La madre, Bagnante, Testina di bimbo, Putti (Primi suoni), Gruppetto di animali, Scherzo di fauno, Putto (fauno), Piccolo cane, e quattro disegni.

Partecipa alla II^Mostra Regionale d’Arte Toscana, nell’aprile-maggio 1929, presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, con la scultura Madre.

Bibliografia:

1904 - Pietro D’Achiardi, Il concorso per il pensionato nazionale di Scultura, Bergamo, Emporium, n. 112, aprile, pp. 319;

1911 - Esposizione Nazionale di Roma, Mostra di Belle Arti, catalogo, Roma, p. 19;

1921 - Prima Biennale Romana. Esposizione Nazionale di Belle Arti nel Cinquantenario della Capitale. Catalogo mostra, Roma, pp. 47, 98, 163

1922 - La Fiorentina Primaverile, catalogo mostra, Firenze, aprile-luglio, pp. 105/106; VEDI DATI

1922 - XIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 67.

1925 - Plinio Nomellini, Le quattro personali, catalogo mostra, Livorno, Bollettino di “Bottega D’Arte”, n. 3, marzo;

RITRATTO E FOTO OPERE da fare

1925 - Mostre di Bottega d’Arte di Livorno, Cimento, Anno V, p. 96.

1929 - II^ Mostra Regionale d’Arte Toscana, Sindacato Fascista Toscano Belle Arti, catalogo mostra, Accademia delle Belle Arti di Firenze, p. 17;

1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma, Libreria dello Stato.

1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, seconda edizione, volume primo, Lodi, Il Pomerio, pp. 512

2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, Adarte, p. 429

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