Frizzi Libero

scultore
Cremona, 24 aprile 1893 - Milano, 25 aprile 1954

Figlio di Arturo Frizzi, scrittore, e di Maria Unitori, nasce a Cremona il 24 aprile 1893, muore a Milano il 25 aprile 1954.

A Mantova studia scultura sotto la guida degli artisti Agamennone Paganini e del prof. Marusi. Dal Registro di Leva risulta che nel 1913 è studente e risiede a Mantova.

Successivamente si sposta prima a Milano, quindi a Roma nello studio dello scultore Adolfo Laurenti.

Nel dicembre 1915 gennaio 1916 partecipa alla Mostra Artistica Mantovana pro mutilati e orfani di militari caduti in guerra al Palazzo Ducale di Mantova con sette sculture: Ritratto del sig. Gerola (gesso), Verso le terre redente (terra cotta), Nei giusti confini (creta), Statuetta del sig. Gerola (plastilina), Nelle ore di tregua (creta), Ritratto di mio padre, Testa di pazzo (bronzo).

Col finire della I Guerra Mondiale ritorna a Milano dove trova lavoro presso la Fonderia Battaglia e C. come ritoccatore di cere ed esecutore di modelli.

Esegue per il Comune di Marmirolo il Monumento ai Caduti, raffigurante un eroico soldato morente che bacia la bandiera, che viene inaugurato il 12 novembre 1922; la scultura bronzea venne fusa per scopi bellici vent’anni dopo.

Nel 1925 ottobre-dicembre partecipa all’Esposizione Nazionale d’Arte alla Permanente di Milano con le sculture: Soli (bronzo) e Madre (bronzo).

Partecipa, su invito, nel 1927, alla IV Mostra d’Arte del Sindacato Artisti Mantovani tenutasi nel Palazzo Ducale di Mantova, dal 21 aprile al 21 maggio, dove presenta le tredici sculture: Il custode della Patria (gesso), Portatore d’uva (bronzo), Profugo (bronzo), Sui pattini (bronzo), Figli della strada (bronzo), Il Duce (bassorilievo in bronzo), Omaggio, Carezze materne, Soli (bronzo), La madre, Testa di bimbo (bronzo), Figura femminile (bronzo), Figura ridente (bronzo).

Dal 29 aprile al 24 maggio 1928, alla Fiera d’Arte Mantovana di Mantova nel Palazzo della Camera di Commercio, espone undici sculture: Maternità (bronzo), Gioie materne (bronzo), Bacio materno (bronzo), Scognizzo (bronzo), Omaggio (bronzo), Soli (bronzo), Madre (bronzo), Vendemmia (bronzo), Piccolo squadrista, Buoni amici, Alessandro Volta (targa), Capretta.

Nel maggio/luglio del 1928 espone all’Esposizione Annuale di Primavera della Società per le Belle Arti di Milano con una figuretta in bronzo: Gioie materne.

Esegue in quel periodo numerosi monumenti in proprio; anche grazie alle sue qualità di fine esecutore e di ottimo imprenditore diventa prima direttore e poi comproprietario della Fonderia Battaglia portando l’azienda a diventare un complesso industriale di prim’ordine.

Nel 1933 dall'11 marzo all'11 aprile, partecipa IV° Mostra d’Arte del Sindacato regionale Fascista Belle Arti di Lombardia al Palazzo della Permanente di Milano con la statua in bronzo: Icaro.

Partecipa nel 1939 alla Mostra dei Pittori, Scultori e Incisori Mantovani ’800 e ’900 al Palazzo Te di Mantova con la scultura Verso la meta, della quale Alfredo Puerari, su La Voce di Mantova, scrive: “Goffa la simbologia di Libero Frizzi nel bronzo Verso la meta. Più si va nel generico e nello scopo dell’effetto, facendo passare questo per nobile intenzione, e più nella scarsa serietà e vigore dello stile certi particolari di materiale distrazione denunciano l’assenza si un motivo ispiratore: qui quelle braccia senza vita, e, a parte il resto, quegli stivaloni da acqua così precisi che ci viene in mente la storiella di Apelle e il calzolaio: ma al rovescio. Non basta un simbolo, un gesto, un titolo a risolvere in arte un sentimento. Qui, proprio perché nella sua allusività pratica, cerca una rispondenza immediata nell’atmosfera politica, l’ispirazione dovrebbe essere dominata da una altissima coscienza che sarà sempre di stile. Altrimenti oltre a fare cose brutte si educa il pubblico a deformare in retorica i suoi sentimenti quotidiani…”.

Varie sue opere sono allogate al Cimitero Monumentale e al Cimitero Maggiore di Milano, ed in altri Cimiteri lombardi e veneti. Modella monumenti commemorativi per varie città e paesi dell’Alta Italia.

Nel 1952 viene invitato dal governo americano all’inaugurazione dei quattro giganteschi Gruppi Equestri che adornano il Ponte della Vittoria del Parlamento di Washington. Plasma le statue dei Generali Bolivar e Miranda erette nelle piazze del Venezuela e poi riprodotte per i vari Ministeri ed Ambasciate venezuelane.

In seguito alla accidentale caduta da una scala durante le fasi di trasloco nella nuova sede milanese della fonderia, muore il 25 aprile 1954. Viene sepolto nel Cimitero di Mantova.

Fra le sue opere significative sono i bronzetti Buoni amici, Capretta sul sentiero, Maternità, Scognizzo, Bacio materno, Profughi.

Nel 1963, al Palazzo del Turismo di Milano, in occasione della Prima mostra Artisti Scomparsi (1913 - 1963), a cura della Unione Internazionale Vedove d’Artisti, sono esposte le sue sculture: Maternità e Capretta sul sentiero.

Alla Mostra della Collezione d’Arte Moderna della Provincia di Mantova, che si tiene alla Casa del Mantegna, dal 16 luglio al 10 settembre 2000, è presentato con il famoso bronzetto Maternità.


Giudizi critici:

Studiò sotto la guida degli scultori Agamennone Paganini e Marusi.

Lo trovai tra i trespoli della Brera e lo vidi alle prese con la testa assolonnica di un autentico barbone, caratteristica figura di vegliardo che si prestava a posare per pochi centesimi agli squattrinati studenti di pittura e scultura.

A Roma fu nello studio dello scultore Adolfo Laurenti.

Dopo la prima guerra, ritornato a Milano si occupò, quale ritoccatore di cere ed esecutore di modelli, presso la Fonderia Battaglia e C.

Eseguì in quel periodo numerosi monumenti in proprio, alcuni anche nella nostra provincia. Da una decina di anni circa, nella Fonderia Battaglia e C. era Direttore Tecnico e comproprietario. Grazie alla sua capacità artistica, al suo senso commerciale non gretto, ma a largo respiro, in brevissimo tempo trasformò l’Azienda in un complesso artistico ed industriale di primissimo ordine. Un immobile costato oltre cento milioni era sorto da poco come per incanto ed in questi giorni il caro amico stava coronando il suo sogno lungamente carezzato.

Infinite sono le opere uscite dalla Fonderia Battaglia sotto la sua illuminata guida ed attività.

Nel 1952 fu invitato dal Governo Americano a presenziare all’inaugurazione dei quattro Gruppi Equestri, opere gigantesche, che adornano il Ponte della Vittoria del Parlamento di Washington, uno dei quali uscito a tempo di primato dalla sua fonderia.

Plasmò le statue dei Generali Bolivar e Miranda erette nelle Piazze del Venezuela e proprio da poco aveva ultimato un superbo busto dell’Eroe Venezuelano e dava inizio alla fusione di una colossale statua di oltre sei metri per eternare il ricordo degli americani caduti nello sbarco in Francia.

Enzo Boccola



Bibliografia:

1915 - Mostra artistica mantovana pro mutilati e orfani di militari caduti in guerra, catalogo mostra, Mantova, Palazzo Ducale, pp. 8, 13, 16;

1922 - Marmirolo ai suoi caduti, numero unico, Mantova, 12 novembre;

1925 - R. Accademia di Brera e Società per le Belle Arti, Esposizione Nazionale d’Arte, catalogo mostra, Milano, p. 26;

1927 - Sindacato Artisti Mantovani - IV Mostra D’Arte, catalogo mostra, Mantova, aprile-maggio;

1928 - Fiera d’Arte Mantovana, catalogo mostra, Mantova, aprile-maggio, pp. 8, 20.

1933 - IV° Mostra d’Arte del Sindacato regionale Fascista Belle Arti di Lombardia al Palazzo della Permanente di Milano, catalogo mostra, pp.nn.

1939 - Alfredo Puerari, La Mostra sindacale mantovana, (III), La Voce di Mantova, 25 giugno, p. 3;

1954 - Enzo Boccola, Ricordo dello scultore Libero Frizzi, (con ill.), Gazzetta di Mantova, 9 maggio, p. 3;

1954 - Enzo Boccola, Una statua bronzea a ricordo di L. Frizzi, Gazzetta di Mantova, 26 settembre, p. 3;

1963 - Prima Mostra Artisti Scomparsi (1913-1963) a cura della Unione Internazionale Vedove d’Artisti, Milano, Palazzo del Turismo, ottobre, p. 25;

1993 - Giancarlo Ciaramelli e Lorena Grassi, a cura di, Bibliografia dei periodici mantovani 1898-1945, Milano, Editrice Bibliografica, p. 127;

1996 - Silvio Zaniboni, La scultura decorativa e la città, Milano, Skira, p. 51;

2000 - Renzo Margonari, a cura di, Collezione d’arte moderna della Provincia di Mantova, Mantova, Casa del Mantegna, luglio-settembre, p. 51;

2000 - Livio Galafassi, Cesare Bertolini, Marmirolo. Cenni storici, Mantova, Editoriale Sometti, pp. 135, 136.

2001 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume III, Dio - Ku, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 1269/1273.

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