Dal 9 novembre al 1° dicembre 1907, partecipa alla I Mostra d'Arte Trevigiana, a Palazzo Spineda ora Provera, di Treviso.
Partecipa alle Biennali di Venezia, nel 1928 con 1 dipinto,
Nel 1930 partecipa alla XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con due disegni: La moglie dell'artista, Siora Gigia, cartella con disegni e incisioni, e 5 pastelli: Ritratto di Giovanni Comisso, Ritratto della moglie, Damina 800, La bomba dai capelli ricci, Il piccolo Ugo,
Nel 1932 partecipa alla XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con tre dipinti: Ragazza veneta, Il piccolo suonatore di flauto, Biondina.
Nel 1934 partecipa alla XIX Esposizione Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, con il dipinto: La convalescente.
Collabora dal 1938 al 1943 al quindicinale La Difesa della Razza, edito a Roma da Tumminelli, realizzando sette copertine e quattro illustrazioni interne.
BEPI FABIANO - Non può essere sfuggito ad alcuno il fermento sviluppatosi nel primo trentennio del nostro secolo nel campo pittorico, specie per quanto riguarda gli elementi tecnici.
La bufera ora è quasi passata e se perdurano ancora forti gli echi delle tenzoni più violente e clamorose, è diminuita di molto la vivacità della lotta.
Il momento attuale può dirsi quindi in un certo qual senso quello della quiete dopo la tempesta. Egualmente non ha i caratteri della stanchezza infeconda.
Vi sono oggi minori dispute teoriche e tornei polemici, ma in compenso vi è una ripresa di serio lavoro. In generale le opere odierne presentano correzione di disegno, colorito non smagliante per vivacità e lusso di tinte, ma solido per robustezza, parco di tavolozza, ma giusto per gradazioni di toni e di studio di contrapposti. Certo l’attuale periodo offre, in confronto dei precedenti una più diffusa consapevolezza dell’importanza dei problemi tecnici intesi come mezzi espressivi, e per poco uno abbia seguito la produzione moderna della pittura italiana, deve aver notato una spiccatissima tendenza nel cercare il nuovo, sia nel concetto, sia nella forma, e a fuggire ogni convenzionalismo.
La pittura di Fabiano ha uno scopo ben definito: giungere al grande per via del semplice. L’ho conosciuto a Treviso tempo fa. Nel suo studio sono radunate opere attestanti la sua evoluzione dopo il viaggio parigino. Il soggiorno nella metropoli francese non influì molto su di lui, perché gli schemi di Picasso e di Braque e di altri cubisti francesi ed internazionali non lo... interessarono neppure.
Il nostro pittore appartiene a coloro che, con dignità, con sincera fede e con fervore forse inusitati, hanno chiesto e chiedono all’Arte le più elevate soddisfazioni cercando di onorarla, di farla vivere e prosperare rinnovandola.
La modernità di Fabiano deve essere intesa come lo sviluppo del miglior passato nel più sano presente; essa dunque non pretende la soppressione della tradizione e il suo capovolgimento, ma un orientamento che si
permetta di poter battere tutte le vie pittoriche che il genio italiano già scopri e percorse gloriosamente.
L’arte, come la vita, non può fare astrazione dalla realtà, e la realtà dell’arte è di discorrere con una parlata che tutti possano intendere e a tutti si possa avvicinare.
A ben vedere, l’opera del Fabiano ha tuttavia una fisionomia propria, un carattere personale.
Per giungere a questo supremo grado nell’arte il suo ingegno fu aiutato dalla sua tenace ed indefessa volontà. Lavoratore instancabile, rapido, fecondo, aiutato da una straordinaria forza d’osservazione e di intuito, egli ha seguito sino dagli inizi il vasto e complesso movimento di rinnovamento nazionale, ne ha studiato le cause, compresi gli sviluppi più sani, intuite le finalità ultime.
Si dedica prevalentemente alla figura: ritrae fanciulli, e contadini prevalentemente. Ma ricordo di aver visto a Padova, alla Triveneta del 1932 qualche suo interessante paesaggio. In essi si sentiva l’innamorato del vero, ma del vero più modesto e umile, dei prati, dei campi, dei casolari disseminati lungo le meravigliose strade del Veneto.
Ha partecipato all’estero alle mostre organizzate col patrocinio del Ministero Stampa e Propaganda per la divulgazione della nostra arte.
È conosciuto anche come caricaturista ed illustratore (infatti suoi disegni appaiono periodicamente ne «L’Ambrosiano», ne «La Rivista del Popolo d’Italia», ne «La Lettura» ed in altre notissime pubblicazioni.
È nato a Trani. Ne «L’autoritratto», una delle sue migliori opere, c’è un senso di fierezza, di ironia garbata, di calma sicurezza.
Opere sue figurano nelle collezioni di S.M. Re Vittorio Emanuele III, di Michele Biancale, di Roberto Longhi, di S.E. Marcello Piacentini e in diversi importanti musei.
Nel suo paesaggio predomina sempre quella parte della natura che non si impone, che non impaurisce. Enrico Gaifas junior (1936 - Enrico Gaifas, Junior, Artisti contemporanei: Bepi Fabiano, (con ill.), Torino, a b c rivista d’arte, Anno V, n. 4, aprile, pp. 15/16).
Bibliografia:
1930 - XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, pp. 51, 59.
1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 109.
1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte - Venezia, 1932 X° 28 aprile 28 ottobre, Fascicolo di Maggio della Rivista Le Tre Venezie, anno VIII°, N° 5, p. 271.
1934 - XIX Esposizione Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, catalogo mostra, p. 183.
1936 - Enrico Gaifas, Junior, Artisti contemporanei: Bepi Fabiano, (con ill.), Torino, a b c rivista d’arte, Anno V, n. 4, aprile, pp. 15/16.
1996 - La Biennale di Venezia. Le Esposizioni Internazionali d’Arte 1895-1995, Venezia, Electa, p. 410.