Evangelista Marilena

pittrice fotografa
Borrello (CH)

Milena Evangelista, nata a Borrello (CH) è medico Specialista in Nefrologia. Ama il mondo dell'arte nella sua accezione più ampia: si interessa infatti di musica (canto gospel, canto polifonico, jazz), teatro, fotografia.

Allieva della Scuola di pittura diretta dall'artista Gabriella Capodiferro dal 2007 a tutt'oggi.

Ha frequentato per i primi due anni il corso di Storia dell'Arte e dal febbraio 2009 il corso di pittura.

Iscritta all'Associazione MGC (Movimento del Guardare Creativo) nel 2008, subito dopo essere stata fondata.

Lavora presso il suddetto laboratorio sito in Chieti e presso la propria abitazione sita in Cepagatti (PE).

L’incontro con la scuola di Gabriella Capodiferro avviene perché interessata alla Storia dell’Arte e vuole conoscerla nel suo interno, cioè attraverso il linguaggio visivo.

Dopo due anni di corso di Storia fa la scoperta di un modo nuovo di “guardare” l’opera d’arte. Questa non poteva mancare di colpire una persona come lei che ha recitato al Teatro Marrucino di Chieti ed al Teatro Fenaroli di Lanciano; che per dieci anni ha sperimentato la musica sacra e profana nel Coro Zimarino di Chieti diretto dal maestro don Donato Martorella; che è stata membro del Coro Gospel Sound Machine di Chieti diretto dal maestro Paolo Zenni dal 2006 al 2020, anni in cui ha partecipato a diverse edizioni della Gospel Connection, organizzata da Alma Music Project di Perugia e, grazie ad un viaggio in USA, ha potuto approfondire tale genere musicale nei luoghi di origine; che nel gennaio 2022 è entrata a far parte del Coro Polifonico Saverio Selecchi di Chieti diretto dal Maestro Mariarita D'Orazio

Con lo stesso entusiasmo ed interesse si apre quindi alla esperienza della pittura e nel 2009 partecipa alla collettiva “Segno colore e gesto nel museo in libertà” al Museo di Storia delle Scienze Biomediche di Chieti.

Segue la partecipazione nel 2010 alla collettiva “Orme di antiche radici sulla porta del futuro” al Museo Archeologico Nazionale la Civitella di Chieti.

Nello stesso anno, in occasione della mostra “Movimento del Guardare Creativo propone se stesso”, presso la sala polivalente del Convitto Nazionale di Chieti, espone per la prima volta due opere fotografiche in cui reinventa “il soggetto fotografato già al momento dello scatto, riportandoci una immagine altra che si fa astrazione pittorico-lineare” (Capodiferro).

Anche nel 2013 in “Paesaggi e Visioni” al MediaMuseum di Pescara presenta due immagini fotografiche.

Nelle importanti collettive nazionali “Arte no caste – creatività senza etichetta,” che l’Associazione organizza nel 2014 a Pescara all’Aurum – Fabbrica delle Idee e nel 2016 a Palazzo Fibbioni dell'Aquila, inserita nel calendario degli eventi della 722° Perdonanza Celestiniana, è presente con opere di rigorosa astrazione geometrica che ricerca giustapposizioni tonali e spazialità percettive.

Nel 2018 al Museo d’Arte Costantino Barbella di Chieti nella mostra “Segno Colore e Gesto nel museo in libertà” presenta opere pittoriche sul tema del contrasto chiaroscurale avvalendosi della sua esperienza fotografica sostenendo un realismo al limite dell’iperrealismo.

Nel 2019 all’Expo Room Camera di Commercio di Chieti-Pescara sceglie una nuova strada sia nel linguaggio (superficie – linea – segno) sia nel soggetto (il volto).

Questa esperienza sarà portata sino in fondo nella stigmatizzazione di una serie di autoritratti o meglio come li definisce Chiara Strozzieri “maschere autoritratti”, nella collettiva “Gabriella Capodiferro cum discipulis” organizzata nel 2020 da Arianna Sartori e Gabriella Capodiferro nella Galleria Arianna Sartori di Mantova.

Nel 2021 partecipa alla mostra collettiva d'arte contemporanea online “Nerothema” organizzata dalla Associazione Culturale “La Medusa” di Perugia

Nel 2022 è presente nella mostra collettiva “Pittura Stili Reinvenzioni” curata da Arianna Sartori e Gabriella Capodiferro presso la Galleria Arianna Sartori di Mantova.


Contatti:

Marilena Evangelista
E-mail: marilena.evangelista@tiscali.it


Bibliografia:

2009 - "Segno colore gesto nel museo in …libertà", catalogo mostra, Museo di Storia delle Scienze Biomediche - Università G. D'Annunzio - Chieti.

2010 - "Orme di antiche radici sulla porta del futuro", catalogo mostra, Museo Archeologico La Civitella - Chieti.

2012 - "Il Movimento del Guardare Creativo propone se stesso", catalogo mostra, Sala polivalente Convitto Nazionale G.B. Vico - Chieti.

2013 - "Paesaggi e visioni", catalogo mostra, MediaMuseum - Pescara.

2014 - "Arte no caste - creatività senza etichetta", catalogo mostra, AURUM - La Fabbrica delle Idee - Pescara.

2016 - "Arte no caste - creatività senza etichetta", catalogo mostra, Palazzo Fibbioni - L'Aquila.

2018 - "Segno colore gesto nel museo in …libertà", catalogo mostra, Museo d'Arte Costantino Barbella - Chieti.

2019 - "L'avventura della creatività…", catalogo mostra, Bottega d'Arte - Expò Room Camera di Commercio - Chieti.

2020 - "Gabriella Capodiferro cum discipulis", catalogo mostra, Galleria Arianna Sartori - Mantova.

2021 - "Nerothema", catalogo mostra online, Associazione Culturale "La Medusa" - Gubbio.

2021 - Citata nel catalogo "Artisti Italiani 2021 catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea", a cura di Arianna Sartori, ed. Archivio Sartori Editore - Mantova, nell'ambito della sezione del Movimento del Guardare Creativo.

2021 - Presente nelAtlante dell'Arte Contemporanea 2021”, edito da De Agostini.

2022 - Citata come autore nel catalogo "Artisti Italiani 2022 catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea", a cura di Arianna Sartori, ed. Archivio Sartori Editore - Mantova.

2022 - "Pittura Stili Reinvenzioni”, catalogo mostra, Galleria Arianna Sartori - Mantova.


Giudizi critici:

Pittura Stili Reinvenzioni

"(…) Sulla bidimensionalità gioca molto Marilena Evangelista la quale, agendo con metodo ed estrema precisione, riesce a costruire un campo percettivo solido tanto quanto lo sarebbe un campo tridimensionale. La fase progettuale è il fondamento del suo lavoro che si arricchisce di studi sulle infinite possibilità di strutturazione prospettica e visuale. In questo senso le vengono incontro quei concetti espressi da Josef Albers che le suggeriscono una relazione tra linee compositive e zone piatte di colori tonali. L'artista fa sua una concezione del colore quale elemento costruttivo all'interno del quadro, con il suo pesoe la sua luce, che si esprime secondo le entità di estensione, densità, assorbimento e radianza. È proprio grazie alla luce che le superfici piatte sviluppano un volume (Triangoli in spostamento libero, Luce imprevista), dimostrando la positività della teoria della percezione: non c'è errore sensorio né inganno dell'occhio ma esiste una effettiva correlazione tra le diverse quantità di luce portate da stesure cromatiche uniformi. Elemento di unicità rispetto all'opera di Albers è la scelta delle figure geometriche fatta da Marilena Evangelista. Se infatti tutti i dipinti del maestro tedesco hanno come punto di partenza l'inscrizione del quadrato dentro un'altra serie di quadrati via via sempre più grandi, la nostra pittrice non crede nell'esistenza di un'unica forma simbolica dello spazio. Liberamente lei riesce a spaziare dal rettangolo al cerchio, dal triangolo alla forma geometrica irregolare, creando sempre un campo percettivo esatto. (…)".

Chiara Strozzieri, 2022


“Marilena Evangelista è ossessionata dalla verità, la ricerca continuamente e prova a comprendere perché sia tanto difficile raggiungerla. La risposta sta nella natura stessa dell’uomo, nella tendenza ad annegare la propria essenza in ruoli finti che gli permettono di adattarsi alle circostanze; questo le è chiaro e la spinge, come artista, a indagare in primis sé stessa, proprio come essere umano.

Quello che ci propone dunque, sono delle maschere-autoritratti, che mostrano la loro doppiezza staccandosi da una faccia che in definitiva rimane senza volto. L’accostamento audace dei colori, nel caso del ritratto in verde e viola, rende ancora più il senso di straniamento e, se possibile, dilata la figura che sembra crescere fino a invadere tutta la tela e a fuoriuscirvi.

Il ragionamento su un relativismo conoscitivo alla Pirandello può di fatto andare all’infinito ed Evangelista utilizza giustamente la serialità per parlarne. Quando le maschere sono più di una, ognuna ha una sua specificità nel raccontare il vuoto di cui sono composte e portano tutte a un’unica idea finale: l’uomo può non essere nessuno”.
Chiara Strozzieri, 2020


“ Se per… sono le superfici a strutturare l’immagine per Evangelista Rivelazione 1 e Rivelazione 2 sono la linea ed il segno che, destrutturando le forme dalle quali prendono vita, si costituiscono protagoniste delle due composizioni. Linea e segno si pongono come puro rapporto contrappuntistico tra il colore della superficie dell’opera e il colore dato al segno e alla linea. Il risultato visivo è tutto nella ricerca della percezione del moto tramite il minimalismo del rappresentato”.
Gabriella Capodiferro, 2019


“ Evangelista Marilena nel gioco serrato ombra-luce scopre, attraverso un’indagine attenta sulla rifrazione della luce la possibilità di esprimere note pittoriche assonanti con l’interiore anche tramite l’ambiguità creata dall’alter ego della luce: l’ombra, che diventa forma lei stessa e quindi presenza-altra”.
Gabriella Capodiferro, 2018


“Esistono poi i poligoni di Marilena Evangelista, i quali più che figure sono punti luce che indirizzano lo sguardo e lo portano al cuore del messaggio redentore della mostra”.

Chiara Strozzieri, 2016


“Man mano che il vero viene frustrato, fin quasi a scomparire, sempre più prende il suo posto un geometrismo, che si impone per la sua concretezza e allo stesso tempo per la totale astrazione dalla realtà. Sono fasi di passaggio, dalla percezione degli elementi geometrici che compongono gli oggetti, alla catalogazione in uno schema rigido, le opere di …. e di Marilena Evangelista. Evangelista e …. razionalizzano completamente l'immagine, trasmutandola in forme geometriche che la sintetizzano…”.

Chiara Strozzieri, 2014


“Marilena Evangelista fedele alla presenza epifanica del volto umano, ne costruisce con una fitta rete di segni e tratteggi castellati un canovaccio interiore, evidenziandone al contempo il tragico destino esistenziale. Un’impaginazione, la sua, animata da una irreale sospensione onirica a riprova che ogni individuo è enigma persino a se stesso”.
Leo Strozzieri, 2010


“Scoperta del suo fare il connubio espressività e linguaggio. Purezza e sintesi visiva che si fanno contenuto e messaggio. Linea, forma e chiaroscuro che creano un luogo virtuale di eventi spazio-temporali”.

Gabriella Capodiferro, 2009

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