Nasce a Firenze il 1 dicembre 1923, è attivo a Mantova tra il 1940 e il 1952, torna vivere a Firenze dove muore nel 2003.
Dal 7 al 24 settembre 1947 partecipa alla Mostra d’Arte Mantovana, al Palazzo della Ragione, in occasione della Fiera di Mantova, Faccioli sulla Gazzetta di Mantova scrive: “Fraccalini e Di Pisa tentano espressioni moderne non senza fortuna...”.
È presente, nell’ottobre 1948, alla Mostra Provinciale d’Arte Artisti Indipendenti al Palazzo della Ragione di Mantova con le opere: Fuori dal Paradiso, Studio, Frine e nella Sezione Bianco e Nero con cinque opere: Neli, Alba, Mattino, Orgia, Orgia.
Nel 1950, dal maggio all’ottobre, espone alla Mostra collettiva Artisti Mantovani a Palazzo Te di Mantova con i dipinti: Studio per Frine, I mici e Alba.
Partecipa nel 1951 alla Mostra Sindacale Artisti Mantovani tenutasi nella Casa del Mantegna di Mantova, dal 17 giugno al 1 luglio, con sei dipinti: La morte di Procri, Le amiche, Le amiche, Frine, Partenza in Egitto, Ritratto. Sulla Gazzetta di Mantova, Umberto Mario Baldassari scrive: “...Di Pisa è un giovane dotato di grande volontà, ma troppo aderente all’accademismo. I suoi quadri sono troppo grandi, spesso raggiungono la dimensione del proscenio ove declamano pietrificati monotoni personaggi classici. L’astrazione dei volti tutti uguali ci trascina in un mondo terribilmente morto nel cielo di una dottrina irta di ansietà paradossali”, e Lanfranco aggiunge: “Di Pisa si orienta su composizioni di figura; la sua Frine è l’opera che accarezza l’intento migliore”.
Alla Casa del Mantegna di Mantova, nell’ottobre 1953, partecipa al Premio Mantegna, con dei disegni.
Nel marzo 1969 è presente alla Mostra di grafica, organizzata dalla Galleria La Saletta di Mantova, e per l’occasione viene edito un interessante catalogo.
Partecipa alla mostra collettiva “L’uomo e l’acqua” che si tiene dal 20 ottobre al 30 novembre 1984, a Mantova nelle sale di Piazza Castello.
Ritorna ad esporre a Mantova, dal 20 novembre al 3 dicembre 1998, dove ordina una mostra personale, presso la galleria Arianna Sartori - Arte, dedicata ai quattro cicli di incisioni: Cesenatico 1992, Mugello 1988, Il Castello del Duca Vincenzo, Ricordi di Roncoferraro, la mostra è presentata da Renzo Margonari, e per l’occasione, Giovanni Di Pisa di sè scrive: “La prima volta che fui accettato ad una Mostra di carattere nazionale, il mio quadro, che portava il titolo de Le tre Marie al Sepolcro, fu intitolato Angeli e Santi. Ciò accadde a Novara (Biennale d’Arte Sacra). Ci fu chi rise, io, invece, fui contento lo stesso, perché ero giovanissimo e, data l’età, chissà dove sarei arrivato.
Una promessa.
Invece no. Né Biennale, né Quadriennale, né altre manifestazioni importanti mi furono accessibili. Mi contentai lo stesso, perché mi divertiva raccontare ciò che vedevo e vivevo e sognavo.
Vivendo, e vedendo ciò che, intorno a me, i colleghi facevano, mi sono reso conto che erano più bravi, più consapevoli dell’andazzo, più chissa-checosa; non me ne importava nulla. Bravi e bravissimi. Li ho invidiati.
Però Giuseppe Maestri mi ha detto recentemente: tu sei bravo!
Ho reso omaggio alle mondine, che nella loro fatica trovavano modo di essere serene e gioviali. Scherzavano e ridevano. Però, serio, il loro caposquadra raccomandava loro di star attente a ciò che il rappresentante del Sindacato stava per dire. Ed era un uomo serio, molto serio, tutto compreso del suo ruolo. Le mondine lo sogguardavano, gli occhi ridenti, esilarate.
Che altro dire? Volevo fare lo scultore, ma dove mettere tutte quelle opere così grandi che immaginavo? Mi dissi, allora farò il pittore! Ma le tele che pensavo di poter fare, in quali pareti le avrei potute collocare? Erano così enormi! Fino a che Resmi mi diede l’idea di fare quello che faceva lui: l’incisore.
La prima lastra me la stampò lui; la incisi con un chiodo.
Mi disse: Bravo!
Aveva un torchio la cui ruota era grandissima e lui, piccolo piccolo, arrivava a stento a metà dell’asse. (Borgo San Lorenzo, 18 novembre, 1998).
Giudizi critici:
L’artista fiorentino Giovanni Di Pisa presenta alla galleria concittadina “Arianna Sartori - Arte” opere grafiche provenienti dai cicli Il Mugello, Cesenatico, le mondine di Roncoferraro, Mantova e il suo castello.
Molte sue opere sono collegate all’acqua, particolarmente quelle che rappresentano le mondine di Roncoferraro che oggi hanno il sapore di un documento. Nel ciclo su Mantova, la città virgiliana emerge dalle acque come una visione dominata dal profilo del Castello di San Giorgio, carico di oscure presenze.
Di Pisa frequentò le risaie di Roncoferraro dal ’40 al ’52, insieme ad altri artisti come Tano Zancanaro e Treccani restituendoci con i suoi disegni un mondo che è ormai scomparso.
Il suo realismo, a suo tempo criticato per “disimpegno sociale”, oggi può essere apprezzato proprio per l’assoluta mancanza di ogni magniloquenza retorica che caratterizzò molte opere e le intenzioni di molti artisti del Neorealismo.
Oggi invece apprezziamo compiutamente l’intento documentario della sua opera che ci restituisce un’epoca di duro lavoro ma anche di intimo contatto con la natura e possiamo anche valutare con quale coerenza la sua arte si colleghi con quella dei primitivi toscani e con Masaccio in particolare.
Giovanni Di Pisa è passato dunque attraverso la nostra epoca, che è fatta di sperimentazione ma anche di consumismo, con onesta coerenza al disegno che documenta la vita dei più umili, ma anche con un attento ed inesausto studio della luce che valorizza tutte le potenzialità del bianco e nero e che nelle opere più recenti scava negli aspetti più reconditi della materia per restituirci una narrazione della vita in cui memoria e scorrere del tempo si fondono in modo drammatico.
Giannino Giovannoni
Sue incisioni sono inserite nella Raccolta delle Stampe Adalberto Sartori di Mantova,
Sito internet: www.raccoltastampesartori.it
Bibliografia
1947 - F. (Faccioli), Pittori alla Ragione, La Gazzetta di Mantova, 24 settembre, p. 1;
1948 - Emilio Faccioli, Quadri e statue degli “Indipendenti” al Palazzo della Ragione, Gazzetta di Mantova, 14 ottobre, p. 1;
1948 - Italo Bini, Una guida nel labirinto dei pittori, Gazzetta di Mantova, 23 ottobre, p. 3;
1950 - Mario Cattafesta, A braccetto nelle sale del Te artisti di tendenze diverse, Gazzetta di Mantova, 1 giugno, p. 5;
1951 - Mostra Sindacale Artisti Mantovani, CGIL, catalogo mostra, Casa del Mantegna, Mantova, 17 giugno-1 luglio.
1951 - Le opere di trenta artisti alla casa del Mantegna, Gazzetta di Mantova, 19 giugno, p. 4.
1951 - Umberto Mario Baldassari, Arte ed Artisti alla Casa del Mantegna, Gazzetta di Mantova, 3 luglio, p. 5.
1951 - Lanfranco, Mostra sindacale nella Casa del Mantegna, Gazzetta di Mantova, 6 luglio, p. 3.
1953 - Anna Palvarini, Gli artisti mantovani alla Casa del Mantegna, Gazzetta di Mantova, 16 ottobre.
1969 - Grafica 69-70, catalogo mostra, Mantova, Galleria La Saletta, p. 15, tav. IX.
1969 - Edito dalla Galleria “La Saletta” un interessante catalogo grafico, Gazzetta di Mantova, 1 marzo, p. 3.
1969 - Mostra grafica a “La Saletta”, Gazzetta di Mantova, 1 marzo, p. 3.
1969 - Umberto Bonafini, Grafica a “La Saletta”, Gazzetta di Mantova, 5 marzo, p. 5.
1998 - (p.c.) Paola Cortese, Di Pisa alla Sartori, Gazzetta di Mantova, novembre.
1998 - Viaggio tra incisioni con Giovanni Di Pisa alla Sartori, La Voce di Mantova, novembre.
1998 - Giovanni Di Pisa: Pure forme della memoria, Mantova, La Cittadella, 29 novembre.
1998 - Renzo Margonari, Forme della memoria, Attenta analisi della pittura di Giovanni Di Pisa, La Voce di Mantova, novembre.
1999 - Renzo Margonari, Civiltà Mantovana, n. 109, novembre.
1999 - Giovanni Di Pisa, Mantova, Archivio, n. 1 gennaio, p. 35.
2001 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume III, pp. 1030/1034.