Formatosi a Pisa, a Firenze e a Roma, fu canoviano e in pari tempo il miglior seguace di Lorenzo Bartolini. Viaggiò la Francia e la Germania. Ebbe un settecentesco amor di vita, scaldato da guizzi e finezze tutte toscane. Suo capolavoro “La madre educatrice,, (1836). “Galileo Galilei,, è del 1839 e “Dante Alighieri,,, pel Loggiato fiorentino degli Uffizi, del 1842. Il colosso marmoreo raffigurante il togato “ Granduca Leopoldo II di Lorena,,, abbattuto dal popolo imbestialito nel 1849, fu cagione d’ogni sua sofferenza.
Eseguì statue di Dante per la sala Labronica di Livorno; e per una nicchia degli Uffizi a Firenze
Eseguì la statua di Galileo Galilei, per l’Ateneo di Pisa, che viene inaugurata il 2 ottobre 1839.
Bibliografia:
1836-1837 - L’Ape Italiana delle Belle arti. Giornale dedicato ai loro cultori ed amatori, Anno III, Volume Terzo, Roma, Tip. Salviucci, pp. 51/52, tav. XXVII,
1861 - Monumenti Danteschi in Italia, (con ill.), Torino, Il Mondo Illustrato, n. 12, 23 marzo, p. 187;
1864 - La statua di Galileo, (con ill.), Milano, Museo di Famiglia, n. 9, 28 febbraio, p. 136, 137;
1898 - Numero unico in onore di P. E. Demi, Livorno, Belforte.
1900 - Guido Menasci: Livorno nell’Ottocento, Livorno, Belforte.
1925 - Gino Saviotti: L’arte e la critica, Palermo, Sandron.
1933 - Gino Saviotti: Un grande scultore livornese, Livorno, in ‘ ‘ Liburni Civitas,, fascicolo II dell’anno 1933.
1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma,
Libreria dello Stato.
1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, seconda edizione, volume primo, Lodi, Il Pomerio, pp. 405/408
2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, Adarte, p. 314