De Toffoli Bruno

scultore
Treviso, 16 ottobre 1913 - Venezia, 13 novembre 1978

Dopo aver frequentato la Scuola d’arte, De Toffoli nei primi anni ‘40 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove segue il corso tenuto da Arturo Martini, diplomandosi quindi in scultura. Sono gli anni in cui Martini, sperimenta una scultura fisiologica, frutto di un’attenta riflessione sulla luce e sull’ombra, sulle forme e sullo spazio. Gli insegnamenti del grande scultore trevigiano influenzano la prima produzione plastica del giovane artista che ottiene, nell'immediato dopoguerra, alcuni importanti riconoscimenti. Di particolare importanza per la sua formazione va ricordato anche stretto rapporto con il pittore Guidi, che in questi anni portava avanti una personale ricerca sulla luce, e Deluigi, teorico di uno spazio fisiologico che sembra colpire particolarmente il giovane scultore. De Toffoli intraprende quindi una personale ricerca plastica che lo conduce verso formulazioni che testimoniano il suo profondo interesse per l’opera scultorea di Arp e Brancusi, le cui opere ha modo di osservare direttamente alla mostra organizzata da Peggy Guggenheim nel 1949. Nel 1950 partecipa alla XXV Biennale di Venezia dove esporrà ancora nel 1954, nel 1956 e nel 1958. Nel 1951 espone con il pittore Vinicio Vinello nella Galleria del Cavallino di Venezia. Gli anni ‘50 rappresentano sicuramente il momento più importante del percorso artistico di De Toffoli. In questi anni lo scultore aderisce al movimento spaziale e sottoscrive il Manifesto del movimento spaziale per la televisione (1952). Partecipa quindi alle mostre del gruppo spazialista, tra le quali si ricorda quella del settembre 1953 organizzata a Venezia nelle, Sala degli Specchi di Ca’ Giustinian, per la quale Ambrosini scrive il testo “Lo spazialismo e la pittura italiana nel secolo XX”. De Toffoli si fa interprete in scultura delle problematiche spaziali e definisce il proprio linguaggio espressivo proponendo una scultura che è compenetrazione di forme che dialogano tra pieno e vuoto. Nei primi anni ‘50 l’artista si interessa anche alla produzione artistica in vetro e partecipa a mostre internazionali tra cui si ricorda quella al Palazzo delle Esposizioni a Roma (1954) Alcune composizioni che hanno come riferimento il concetto di città, agglomerati di forme sospesi su esili palafitte che creano un netto contrasto tra pieno e vuoto, impegnano l'attività artistica di De Toffoli a partire dai primi anni ‘60. L’attività didattica presso il Liceo artistico di Venezia, di cui sarà anche preside, occupa quasi esclusivamente gli ultimi anni della sua vita.


Bibliografia:

2010 - Lucio Fontana e lo Spazialismo a Venezia, testi di Franco Batacchi, Giovanni Granzotto, catalogo mostra, Galleria Perl'A di Venezia, Ed. Il Sogno di Polifilo, pp. 38/39.

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