Compì i suoi studi presso il Collegio San Rocco, poi nell’Accademia di Belle Arti, allora istituita. Suo vero maestro: Benedetto Civiletti, del quale frequentò per qualche anno lo studio. Finché gli fu possibile iniziare la carriera artistica lasciata interrotta dal padre. Benedetto De Lisi e poi dal fratello Stefano, più giovane di lui, morto a soli ventidue anni. Fedele ai canoni classici e all’onesta interpretazione del vero, seppe in breve tempo imporsi alla considerazione del pubblico e della critica. Tra le maggiori sue opere: i monumenti a “ San Ciro ,, in Milano, al “Re Umberto I,, a Termini Imerese, a “F. P. Perez,, nel Pantheon palermitano di San Domenico. Tra le statue eseguite per piazze e ville, “ Rizzagghieri,, del Giardino inglese in Palermo. Fece parecchie opere funerarie. Trattò con delicatezza la scultura di piccole proporzioni: “ Auledo ,,, “Sorriso,,, “Pomona,,, “Pan,,, “Edera,,, “Ridente,, > “Primavera,,. Lasciò pure molti dipinti ad olio e all’acquarello.
Nel novembre dicembre del 1930, partecipa alla Prima Mostra Internazionale d’Arte Sacra di Roma, con una scultura raffigurante santo Stefano..
Bibliografia:
1930 - Prima Mostra Internazionale d’Arte Sacra, catalogo mostra, Roma, p. 48.
1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma, Libreria dello Stato.
1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, seconda edizione, volume primo, Lodi, Il Pomerio, pp. 395
2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, Adarte, p. 309