Aveva studiato sette anni nell’Accademia di Belle Arti della sua città, poi per un triennio a Roma. Là, Luigi Borro e Luigi Ferrari gli furono maestri; qua Pietro Tenerani. All’età di vent’anni tornava in patria e diventava insegnante all’Accademia: supplente dapprima, quindi titolare di statuaria, nonché incaricato dell’insegnamento di anatomia artistica, che tenne fino al 1912. Lento, ispirato e singolare artefice, fu poeta della realtà vivente. Oltre al giovanile ‘ ‘ Petrarca moribondo ,,, a “ Sant’ Ignazio di Lojola,,, a statue di Madonne, di Angeli e di Santi, lasciò opere grandi: l’ilare “Carlo Goldoni,, (1883) in Campo San Bartolomeo a Venezia; il premente violinista “Tartini,, (1897) nella piazza di Tirano, il “Monumento a Tiziano Vecellio,, in Pieve di Cadore, il potentissimo “ Sebastiano Venier,, nella chiesa veneziana dei Santi Giovanni e Paolo (inaugurato il 30 giugno 1907).
Presso il Civico Museo Revoltella di Trieste si conserva il Bozzetto del Monumento a Carlo Goldoni.
Bibliografia:
1907 - Feste Centenario. Carlo Goldoni, La Domenica del Corriere, Milano, anno IX, N. 3, 20 gennaio, p. 8.
1907 - Al vincitore di Lepanto, La Domenica del Corriere, Milano, anno IX, N. 26, 30 giugno, p. 9.
1928 - Celso Costantini: Antonio Dal Zotto, Venezia, in “Arte Cristiana,, 15 giugno 1918.
1933- Il Civico Museo Revoltella di Trieste, Catalogo della Galleria d’Arte Moderna, Trieste, p. 21;
1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma,
Libreria dello Stato.
1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, seconda edizione, volume primo, Lodi, Il Pomerio, pp. 370/373 ill.
2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, Adarte, p. 301/302