Cozzoli Giulio

scultore pittore futurista
Molfetta (BA), 5 maggio 1882 - Molfetta (BA), 15 febbraio 1957

Proprio per la sua precocità attirò l’attenzione dello scultore molfettese Filippo Cifariello che decide di portarlo a Roma con sé e poi in Germania. Nel 1902 torna in Italia per prestare il servizio militare. Nel 1904 lavora con Cifariello a Roma alla realizzazione del monumento dedicato a Umberto I (cavallo) per la città di Bari. L’anno successivo è a Molfetta dove lo attende l’arduo compito di realizzare due statue per la processione del Sabato Santo. La prima a vedere la luce è la Veronica cui segue la Pietà.

Partecipa alla prima guerra mondiale, finita l'esperienza torna a Molfetta.

Nel 1919 apre un laboratorio dove crea le sue opere più prestigiose come S. Maria Cleofe (1924, cartapesta), San Giovanni (1927, cartapesta), La Deposizione (1945, gesso), San Pietro (1948, cartapesta), S. Maria Salomè (1953, cartapesta), La Maddalena (1956, cartapesta), L'Addolorata (1957, cartapesta).

Realizza nel 1923 il Monumento ai Caduti in Guerra di Terlizzi (BA), che raffigura un soldato che muore mentre è nell’atto di abbracciare il Tricolore.

Esegue il Monumento ai Caduti della Grande guerra di Molfetta, datato 1926, e che viene inaugurato dopo diversi rinvii nel 1930.

Nel 1931 da inizio alla sua grande opera in gesso: "La deposizione", la scultura verrà portata in bronzo grazie all'impegno degli eredi.

Per il Palazzo della Provincia di Bari, realizza i due colossi marmorei raffiguranti rispettivamente l’Agricoltore ed il Marinaio (1936-37).

Esegue anche a Bari il Monumento al Duca della Vittoria Armando Diaz (1937).

Nel 2015, il Museo Diocesano di Molfetta e la Soc. Coop. FeArT, con il supporto della ditta di restauri Omphalos ed il patrocinio del Comune di Molfetta, presentano la mostra “L’Uomo che ride. Ilozzoc Oiluig, ovvero Giulio Cozzoli antimodernista”. L’esposizione concepita dal prof. Gaetano Mongelli, che, in qualità di profondo conoscitore dello scultore molfettese, ha voluto valorizzare l’aspetto più inedito e sconosciuto di Giulio Cozzoli. Venti dipinti e disegni “futuristi”, gentilmente concessi dagli eredi della famiglia Cozzoli, vengono esposti presso le sale museali dal 21 novembre 2015 al 31 gennaio 2016.


Bibliografia:

1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, seconda edizione, volume primo, Lodi, Il Pomerio, pp. 361

2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, Adarte, p. 232

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