L’educazione all’arte gli venne nello studio fiorentino di Giovanni Dupré. Cercò poi di modellare per proprio conto dei soggetti di protagonisti trionfanti nell’ordine morale e spirituale; rimase nullameno intinto di verismo accademico. Alcune sue nobili sculture si chiamano “Dante fanciullo,,, (1872) “I Canaris a Scio,, (1873); “A Dogali,, (1891-92), gruppo monumentale rimasto nel gesso; “Soldato di guardia,,, “Archimede,, (1893), “Giulio Cesare,,, “Tasso morente,,.
All’Esposizione di Palermo del 1892 nella sezione Belle Arti, è presente con numerose opere: con il grande gruppo di Dogali, un lavoro monumentale che desta notevole interesse, con una riproduzione del gruppo dei Canaris, che ebbe già molti riconoscimenti, con la statua di Giulio Cesare, con la statua equestre di Vittorio Emanuele, il Cristo in Getsemani, la Sentinella muore, la Caduta di Missolungi, ed un Cristo deposto.
Nel 1895 partecipò alla Prima Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con le sculture: Il lavoro, I due estremi si toccano.
Bibliografia:
1883 - Maria della Rocca: L’Arte Moderna in Italia, Napoli 1883.
1892 - L’Esposizione Nazionale di Palermo, (con ill.), Milano, Il Secolo Illustrato, n. 124, 7 febbraio, pp. 46, 48;
1892 - L’Esposizione Nazionale di Palermo, Giulio Cesare, (con ill.), Milano, Il Secolo Illustrato, n. 140, 29 maggio, p. 176;
1895 - Prima Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 151, 152.
1932 - Silvio Vigezzi: La Scultura italiana dell’Ottocento, Milano, Ceschina.
1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma, Libreria dello Stato.
1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, seconda edizione, volume primo, Lodi, Il Pomerio, pp. 335, 336 ill.
2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, Adarte, p. 222