Cirani Guglielmo

pittore
Medole (MN), 10 gennaio 1907 - Medole (MN), 1981

Nasce il 10 gennaio 1907 a Medole dove muore nel 1981.

Allievo di Carlo Amilcare Imperatori, frequenta i corsi domenicali della Scuola Professionale di Disegno e Scultura in legno di Castiglione delle Stiviere negli anni 1921/22 - 1922/23; nella sezione ornato gli viene assegnato per ambedue i corsi il premio di 2° grado. Sempre a Castiglione, alla Scuola Professionale per Arti e Mestieri, sezione “ornato”, merita il premio di 1° grado nell'anno scolastico 1923/24.

È militare nel genio ferrovieri a Torino, nell’aprile 1929. Congedato nell'ottobre dello stesso anno, fa rientro a Medole, Cirani stringe amicizia con Lilloni e Del Bon.

A partire dal 1929, per una decina di anni ed a tempi alterni, Cirani lascia Medole per svolgere il proprio lavoro di decoratore in città quali Cortina d'Ampezzo, Bolzano, Milano, Brescia, non tralasciando mai il piacere di dedicarsi alla pittura.

Nel 1942 viene chiamato alle armi. È prima a Bologna, poi, fino alla fine del conflitto, in Corsica.

Nel dopoguerra per alcuni anni è a Medole, quindi si trasferisce a Milano (sono di questo periodo alcuni paesaggi medolesi costruiti sul filo del ricordo) dove resterà fino alla metà degli anni cinquanta.

Rientrato definitivamente a Medole, nell’ottobre 1976, partecipa alla Rassegna di Pittura Grafica Scultura nel Palazzo Comunale di Medole con il dipinto Le mie rose.

Muore nel 1981.

Nel giugno 1982, l’Amministrazione Comunale di Medole gli dedica un’ampia Mostra retrospettiva postuma in Palazzo Minelli, curata da Alessandro Dal Prato e Giovanni Magnani.

Dal 13 aprile al 3 maggio 1992, nel Teatro Comunale di Medole, in occasione dell’apertura della Civica Raccolta d’Arte nella Collettiva “Cento anni di Pittura mantovana 1895-1985” vengono esposte le opere: Paesaggio medolese, Castel Goffredo.

Giudizi critici:

La pittura di Cirani si gioca sul dinamismo della ‘Luce-Colore’ dove il colore, in caldi impasti, struttura il senso delle opere impregnate di un fervido lavoro di ricerca della realtà.

“Nuovi Artisti Italiani”, Torino 1970

Il ritorno al figurativo è una positiva realtà della pittura degli anni settanta. Quindi le opere di Cirani si collocano in un filone che i critici più attenti non possono ignorare. L'arte che dura è quella che può essere contemplata per ore ed ore senza distruggere o irritare i sensi. Ne deriva che la semplicità in arte è metodo positivo. Vicino alla realtà e ai canoni della pittura antica. E niente è più semplice e curato di un dipinto di Cirani…

Sergio Poletti, da: 100 Artisti d'Oro, Bomporto, 1974

Cirani, di Medole, conterraneo e amico di Lilloni, artista di rara coerenza, ha tenuto fede al realismo finché questo è tornato di attualità... - Sergio Poletti - da “Il Resto del Carlino”, Bologna 1977

Le clamorose turbolenze e le violente professioni di fede nell'astrattismo e nell'informale, movimenti di riflusso americano che sconvolsero l'arte europea dopo la fine del secondo conflitto mondiale, non turbarono minimamente Guglielmo Cirani. Egli, sia che lavorasse nello studio, sia che lavorasse all'aperto, partecipando a gare di pittura estemporanee assieme ai ragazzi delle nuove generazioni, non abbandonò mai la sua tavolozza pacata, imperniata su cromatismi leggeri come una musica in sordina, discreta nei suoi accordi, dove anche le dissonanze perdono la loro acidità. Paesaggi, nature morte, figure, fiori: una varietà di motivi ispiratori resi però con una estrema unità nella tecnica; una pittura, la sua, che non cercava effetti strepitosi, né le avventure seducenti della pennellata, perché si rifiutava a tutto quanto potesse sembrare affettato: grigi e bianchi, grigi e verdi, un po' di rosso, un po' di giallo, qualche bruno per far risaltare la complessa delicatezza della gamma cromatica. Per comprendere meglio la pittura di Cirani, può essere utile ricordare che egli ha lavorato per molti anni come decoratore murale. Da questa esperienza e sotto lo stimolo del chiarismo lilloniano, egli trasse i valori della sua pittura in sordina… - Alessandro Dal Prato

dal catalogo della mostra retrospettiva postuma tenutasi a Medole nel 1982 a cura della pro loco e dell'Amministrazione Comunale

Nel contesto della presenza di Lilloni a Medole è da considerarsi anche la sommessa figura di Guglielmo Cirani che fu incoraggiato pure da Del Bon. L'influenza lilloniana sul suo lavoro, particolarmente sino agli anni Quaranta, risulta evidente e lo rende ben più degno di segnalazione. - Renzo Margonari - Dal Mincio al Naviglio e ritorno, 1983


Bibliografia:

1972 - Panepinto Nicolò, Pittori Italiani Contemporanei, Volume Primo, Genova, pp. 338/339.

1974 - Maria Gabriella Savoia e Adalberto Sartori, a cura di, Dizionario dei Pittori Mantovani, Volume Primo, Mantova, Sartori Editore, pp. 32, 33.

1974 - Mario Portalupi, a cura di, 100 Artisti d’Oro, Bomporto, Arte’s, p. 81.

1977 - Adalberto Sartori, a cura di, Mantova e la sua provincia illustrata dai pittori mantovani, Volume Primo, Mantova, Sartori Editore, p. 86.

1977 - Catalogo Sartori degli artisti mantovani, Mantova, Adalberto Sartori Editore, p. 17.

1982 - Alessandro Dal Prato, Giovanni Magnani, Guglielmo Cirani, catalogo mostra, Medole.

1983 - R. Margonari, Dal Mincio al Naviglio e ritorno, catalogo mostra, Gazoldo degli Ippoliti, pp. 48, 94.

1985 - Adalberto Sartori, a cura di, Pittori Scultori Incisori nella Mantova del ’900 Mantova, Archivio Grafico Sartori, pp. 130, 131.

2000 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume II, Bond - Dic, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 820.

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