Ciotti Valeria

scultrice pittrice acquerellista incisore
Torino, 24 luglio 1931 - Torino, 24 aprile 1995

Nata a Torino nel 1931, Valeria dimostra fin da bambina una istintiva attitudine alla espressione figurativa. Si ricorda ad esempio che all’età di sette anni, appena ricevuto in regalo una scatola di gessetti, disegnò sul grande terrazzo di casa un quadrato di 5 m di lato suddiviso in regolari nove quadrati entro ciascuno dei quali schematizzò identici petali di tulipano, fiore di per sé geometrico, diversamente colorati e differenti in ogni quadrato, dimostrando così, per l’età, anche una eccezionale capacità compositiva e di organizzare graficamente lo spazio. Da ragazza frequentò il Liceo artistico della città e successivamente il corso di Scultura del maestro Umberto Baglioni all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, che terminò nel 1952. Dopo il forzato abbandono di questa disciplina, sebbene il maestro le avesse offerto l’incarico di assistente all’Accademia stessa, e un decennio dedicato alla progettazione e disegno d’antiquariato e all’insegnamento nelle scuole medie, nel 1965 riprese l’attività artistica con la pittura, prima autonomamente poi frequentando il corso di Enrico Paulucci all’Accademia Albertina. Durante la mai interrotta attività pittorica a olio si dedicò intensamente anche all’acquarello e all’incisione, quest’ultima sotto la guida dell’amico Mario Calandri, producendo eccellenze in ogni campo. L’opera artistica di Valeria non appartiene a nessuna corrente dell’epoca. Le prime opere pittoriche di Valeria rappresentano prevalentemente personaggi, rievocanti l’esperienza da scultrice, per poi figurare soggetti naturali prima realistici poi sempre più stilizzati fino all’astrattismo puro, ma in tutti è sempre evidente la vocazione e l’esperienza fondante, sebbene interrotta, della scultura. Durante la sua attività artistica organizzò numerose mostre personali e partecipò a collettive in ambito nazionale e internazionale. Valeria è stata tumulata nel cimitero di Morciano di Romagna (RM), terra di origine dei genitori, non lontano dalle spoglie del prozio Francesco Brici, noto pittore di inizio novecento al quale è anche dedicata una strada nella città di Rimini.

Dopo la sua morte a Torino nel 1995 è stata ricordata con numerose esposizioni delle sue opere e in particolare con l’ampia retrospettiva antologica “Anima Mundi” presso la Società Promotrice delle Belle Arti in Torino. Una estesa monografia e annesso catalogo (2004, Renaissance, 208+144 pag., oltre 600 fotografie) ne documenta l’attività.


Referente:

Angelo Ciotti

Corso Vittorio Emanuele II, 57 - 10128 Torino

Cell. 347.8010810

E-mail: aemciotti@gmail.com

Sito Internet: www.valeriaciotti.art


Di Lei hanno scritto:

Albino Galvano (1972), Mario Contini (1973), Enrica Gamalero (1980), Manuela Cusino (1984, 2004), Angelo Dragone (1984, 1988), Massimo Centini (1984, 1993), Renzo Guasco (1987), Angelo Mistrangelo (1988), Pino Mantovani (1985, 2002, 2004) Francesca Merz (2013) e molti altri.


Alcune mostre personali:

1972 - Galleria Stamperia del Borgo medioevale al Valentino, Torino.

1985 - “Trasparenze e riflessi”, Galleria Eleutheros, Albisola Marina (SV).

1987 - Galleria Il Mercante, Milano. 1994 - Galleria Duemme, Genova.

2006 - “Anima Mundi”, Società Promotrice delle Belle Arti in Torino.

2013 - Biblioteca Centrale Nazionale, Firenze.


Giudizi critici:

“Il suo modo di esprimersi tecnicamente è fermo, sicuro, unico, atonale rispetto a invitanti riferimenti e a ogni possibile accostamento estraneo, anche se si avvertono nobili matrici…”.

Pierluigi Ghisleni, 2004


“La straordinaria padronanza tecnica, di tutte le tecniche espressive possibili, rende capace Valeria di esprimere e comunicare ogni sfumatura emotiva per uno spartito sempre originale. Per conoscenza ed esperienza artistica la Ciotti è stata in grado di raccontare il suo universo interiore dispiegando una tale varietà e capacità espressiva da riportare alla mente grandissimi come Matisse e Kandinski, lontani ma ravvicinati nella percezione e produzione di questa poliedrica indagatrice dell’arte e dell’anima”.
Francesca Merz, 2013


“Pittura e grafica, infatti, non avrebbero potuto svilupparsi in un certo modo quando non vi fossero state a fondamento una attenzione, una sensibilità, una abilità, una logica da scultore: da lì sarebbero venuti gli andamenti chiusi delle linee di forza, la chiarezza nell’organizzare i piani, cromaticamente e filtrati dalla luce ma inesorabilmente composti e costruiti come è proprio di uno scultore…”.
Pino Mantovani, 2014

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