Ceracchini Gisberto - Giuseppe

pittore
Foiano della Chiana (AR), 5 febbraio 1899 - Petrignano del Lago (PG), 1982
i-boscaioli
I boscaioli - 1931 ante

(1955) Nato a Foiano della Chiana (Arezzo) il 5 febbraio 1899. Autodidatta. Venne a Roma nel 1915 ed espose, per la prima volta, nella Biennale Romana del 1919. Da allora prese parte a tutte le Esposizioni nazionali: alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma. Nel 1935 alla Quadriennale ebbe il secondo premio nazionale per la pittura. Nel 1938 la sala personale a Venezia.

Nel 1926-27 ha esposto ad Amsterdam, nel 1936 a Budapest, e successivamente a New York, Pittsburg, Detroit, Berna e Zurigo.

Nel 1938 a Parigi ebbe la medaglia d'oro. Premiato alla Mostra d'Arte Sacra a Milano. Ha eseguito pale d’altare ed affreschi in molte chiese: S. Maria in Domnnica, Santa Emerenziana, Maria SS.ma Mediatrice, S. Eugenio, S. Leone Magno in Roma, e un ciclo della vita della Vergine nel Santuario di S. Rita da Cascia.

È stato titolare alla Cattedra di Urbino. Una monografia: “G. Ceracchini” (Roma. 1954, editore De Luca), a cura di V. Cardarelli. V. Guzzi, G. Fallani, documenta l'ampia attività dell'artista. ---- (1955)

Il pittore Gisberto Ceracchini

È impossibile fare a meno, occupandoci dell’arte di Gisberto Ceracchini, cioè di un artista d’oggi fra i più felicemente dotati, di accennare al clima venutosi creando, per gli artisti della generazione del dopo-guerra, specialmente per merito di C. E. Oppo a cui si deve se la moderna arte italiana ha potuto superare il tempo non del tutto lontano in cui era disprezzata e misconosciuta.

Tutta una illuminata opera di chiarificazione, insieme a una continua battaglia, contro i detentori della falsa competenza, sferrata per anni ed anni, è valsa, ad aprir le porte a tanti giovani che per molto tempo, con i vecchi oscuri sistemi, avrebbero dovuto soffrire ai margini prima di entrare a far parte della vita artistica della Nazione. Oggi nessun pregiudizio può sbarrare la via a un giovane di talento. L’opera di svecchiamento su attardate mentalità ed istituzioni, che ha avuto felice sbocco nell’ordinamento fascista delle Esposizioni, porta subito il giovane artista a contatto con il pubblico mentre invece nei tempi andati per molti anni egli doveva fare la mortificante parte dello scartato e del subordinato di artisti inferiori.

Con coraggioso atto C. E. Oppo, arbitro fra le due giurie della ormai lontana Prima Biennale Romana, ammise alla ribalta della vita dell’arte il giovanissimo Gisberto Ceracchini facendogli esporre un quadro, La disfatta, col quale questi esprimeva un vivo senso immaginativo. Non era un frammento, ma una vera e propria narrazione. E per quanto il linguaggio pittorico fosse primitivo e stentato, tuttavia rivelava una impressionante volontà di espressione.

Era il tempo in cui molti artisti, per rifarsi una verginità, dipingevano le figure più alte delle case guardando agli albori dell’arte. Bene aveva quindi fatto Oppo ad accettare in quella Esposizione il quadro di Ceracchini, cioè di un giovane il cui nome si pronunziava per la prima volta e solo si sapeva che viveva in campagna e che dipingeva senza aver mai messo piede in un’accademia.

D'allora ad oggi molta strada ha percorso Gisberto Ceracchini. A voler confrontare quel primo suo esperimento con gli ultimi quadri da lui esposti alla Quadriennale c’è da rimanere ammirati. È l’artista di razza che nel travaglio per l’accertamento della sua personalità più va affinando le sue qualità.

Per quanto Ceracchini abbia dipinto quadri di vario soggetto, trattando temi sacri e profani, esaminando tutta la sua opera appare costante in lui il poetico motivo delle scene campestri. Contadini al lavoro o a riposo, accompagnati dalle mogli e dai figli nella pace maestosa del paesaggio alle volte aspro, alle volte elegiaco e sereno sotto cieli perlati come per peruginesche rimembranze.

Un artista che, come lui, ha doni inconsueti di concepire vaste composizioni, noi pensiamo che possa avere migliori svolgimenti nel suo operare avendo a disposizione ampie pareti da affrescare. E ci confermava questo nostro pensiero un grande quadro che potemmo vedere qualche tempo fa e dipinto nel 1925, intitolato Trionfo del Duce ove è effigiato a cavallo il Capo del Governo, sotto un arco di trionfo, tra una selva di Camicie Nere e di gagliardetti. Questo quadro è ora al Palazzo Viminale e decora in modo esemplare una parete.

Ceracchini ha il dono naturale dell’architettura del quadro.

Ogni figura nelle sue opere sta accanto a un’altra non per ragioni geometriche, come oggi molto si abusa, ma per una intima necessità di accostamento. Non c’è mai in lui un gesto forzato o inutile. Le sue figure vogliono esprimere i sentimenti che il pittore ha voluto definire creandole. E non sono rari in verità i momenti in cui la comunione fra artista e spettatore riesce viva e intensa.

È perciò che noi vediamo in Ceracchini il pittore che potrà domani raccontare, con nobili segni, fatti indimenticabili.

Francesco Trombadori (Gioventù Fascista, Roma, anno II, n. 2, 20 gennaio X, p. 11).


Nel 1930 partecipa alla XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con due dipinti: Maternità, Poesia di Lavoro.

Nel 1932 partecipa alla XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con tre dipinti: Famiglia, Meriggio, Guardiani.

Per la Basilica di S. Eugenio a Roma realizza nel secondo dopoguerra (1946 c.), gli affreschi per la cappella di San Giuseppe.


Bibliografia:

1930 - XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 108.

1931 - Francesco Trombadori, Il pittore Gisberto Ceracchini, Gioventù Fascista, Roma, A. X° Era Fascista, Anno II, n. 2, 20 gennaio, p. 11.

1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 66.

1955 - Gisberto Ceracchini. Pittore, Città del Vaticano, Fede e Arte, Rivista Internazionale di Arte Sacra, Anno III, n. 3 marzo, p. f.t.

1955 - Il Divino Lavoratore, Città del Vaticano, Fede e Arte, Rivista Internazionale di Arte Sacra, Anno III, n. 8 agosto, p. f.t.

1955 - ... augurio cristiano per il Santo Natale, Città del Vaticano, Fede e Arte, Rivista Internazionale di Arte Sacra, Anno III, n. 12 dicembre, p. f.t.

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