Cappelletti Antonio

scultore ebanista
Cremona, 3 dicembre 1893 - Piacenza 1978

Nato a Cremona il 3-12-1893, presto trasferito a Piacenza; si diplomava all’Istituto di Belle Arti «Gazzola». Frequentava per due anni i corsi serali a Brera, però il Cappelletti, come scultore, può essere sostanzialmente considerato un autodidatta.

Peraltro la sua solida base di artigianato e di mestiere si fondeva con un’accurata preparazione fondata sui grandi esempi delle passate tradizioni; su tale piattaforma l’artista costruiva in pieno stile moderno, in cui la forma viveva d’una vita autonoma, libera da preconcetti o da appesantimenti accademici.

Compostezza armoniosa di forme, agilità ben bilanciate di elementi colti nella loro intima energia, ritmo di membra rapportate allo spazio e vivificate dalla luce, costituivano le sue caratteristiche di stile più personali.

Di Antonio Cappelletti hanno più volte parlato autorevoli riviste e giornali, le mostre principali cui egli ha partecipato sono le seguenti:

1948 - Biennale Nazionale di Bergamo, Angelicum, Mostra Nazionale di Novara. Regionale Emiliana, Mostra del Ritratto Femminile in Roma (invitato). Premio Suzzara, Suzzara (MN). Arte Contemporanea di Parma (inv.). Biennale Nazionale di Verona, Premio Nazionale Vado Ligure (invitato), Quadriennale Romana, Premio Suzzara, Suzzara (MN). Premio Nazionale Vado Ligure (invitato), Angelicum, Milano. Premio Suzzara, Suzzara (MN). Salon de l’Art Libre di Parigi (invitato). Biennale Nazionale di Brera e della Permanente; Mostra delle 3 Province a Piacenza e Cremona. Salon de l’Arte Libre a Parigi (invitato). Mostra del Presepe in Roma. Salon de l’Arte Libre a Parigi (invitato). Prima Esposizione Internazionale dell’Arte Plastica contemporanea Museo delle Belle Arti di Parigi (inv.).

Opere esposte in Musei e Gallerie:

Galleria di Arte moderna Ricci Oddi, Piacenza, Ritratto della Signora Galascha (Bronzo).

Museo F. Gazzola, Piacenza, Testa di bimba (terra cotta).


Bibliografia:


1956 - Domenico Maggiore, Supplemento Artisti Viventi d’Italia, Napoli, Edizione Maggiore, pp. 121/123.

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