Capilupi Carlo Alberto

pittore scultore
Mantova, 25 marzo 1904 - Mantova, 5 luglio 1988

Carlo Alberto Capilupi nasce a Mantova il 25 marzo 1904, dove muore il 5 luglio 1988.
Di nobile casato, avvocato, ha dedicato all’arte le sue maggiori attenzioni.

Ha esposto a Milano, a Verona, a Parma e altrove.

Nel 1956, al Palazzo della Ragione di Mantova, partecipa alla Mostra della CISL dove espone Fiori gialli, Margherite e mimose. Nel 1959 tiene una mostra personale nella Galleria Camattini di Parma, espone trentotto quadri rappresentanti fiori, paesaggi e ritratti. Nel 1960, allestisce la sua prima mostra personale mantovana al Circolo La Rovere, dove espone una cinquantina di opere tra cui il Ritratto della Contessa Giovanna Bentivoglio. Ordina una Mostra di Pittura, nel 1963, a Boscochiesanuova. Alla Galleria del Notes di Via Oberdan 4, a Verona, tiene, dal 21 dicembre 1965 al 6 gennaio 1966, una importante mostra personale dove espone ben sessantadue opere. L’anno seguente ordina una mostra personale con ventiquattro dipinti presso la Società Artisti e Patriottica di Milano. Allestisce una mostra personale, nel 1969, presso la Galleria Alla Torre di Mantova, in catalogo testi di Vito La Piana e Carlo Segala. Alla Prima Mostra Concorso nazionale di pittura Città di Villafranca (Vr), che si tiene nello stesso anno, viene premiato con medaglia d’argento del Comune per il dipinto La Chiesetta di Villafranca. Ancora, organizza una mostra personale presso l’Albergo Centrale di Viale Ceccarini a Riccione. Prende parte anche al Concorso Mostra Nazionale di pittura Città di Desenzano del Garda, IV edizione, con l’opera Ritratto di Flavia, viene premiato con medaglia d’argento della A.A.S.T. e premio-acquisto della Camera di Commercio di Brescia. Presso la Galleria d’arte Abba di Brescia ordina, nel 1970, una importante mostra antologica, in catalogo viene presentato da Elio Marcianò, Dino Villani e Luigi Servolini. Lo stesso anno, partecipa al VII Premio Nazionale di Pittura Figurativa, organizzato dal Comune di S. Margherita Ligure, con tre dipinti: Figura n. 5, L’acconciatura, Dopo il bagno. Sempre a Santa Margherita Ligure, al 3° Trofeo Autunno, si aggiudica il 3° Premio con Medaglia d’Argento. Al Premio Pacifico Sidoli, a cura della Galleria Sala d’Arte 14, 5a Mostra annuale collettiva nazionale d’Arte Sacra per la casa, che si tiene a Piacenza, nel 1970, gli vengono conferite la medaglia d’oro e d’argento, per l’opera Crocifissione. Nel dicembre dello stesso anno, partecipa alla I Rassegna Nazionale Arti Figurative, Premio “San Giusto”, a Trieste, patrocinata dall’Ente Provinciale del Turismo, aggiudicandosi la Medaglia d’Oro dell’E.P.T. Nel 1971, allestisce una mostra personale alla Galleria-libreria Dante in via Pellicciai 4 a Verona, commentata sul Gazzettino di Verona da Carlo Segala. Nel 1971, nel Salone della Biblioteca Palatina di Parma gli viene conferita la Medaglia d’argento per elevati meriti artistici, per l’opera presentata al I Concorso Nazionale di Pittura Città di Parma. Con altri tre artisti, ordina una mostra di pittura presso la Galleria Sala d’Arte 14 di Piacenza. Partecipa alla III Biennale di Arte Sacra in Sora dove presenta L’Annunciazione, gli viene conferita una medaglia. Riceve la nomina di Accademico Benemerito per le Arti Figurative, presso l’Accademia Universale Guglielmo Marconi di Roma. Invitato all’Exposition de la Peinture Italienne a Paris 1971, risulta premiato con Medaglia d’Argento. Ordina una personale al Centro Artistico Italiano di Belle Arti di Trieste. Sempre presso il Centro Artistico Italiano delle Belle Arti di Trieste è presente con due dipinti alla Seconda Rassegna Nazionale d’Arte. Al 3° Premio Nazionale di Pittura “Il Morazzone” gli viene conferito il Medaglione Argenteo. Indice una mostra personale organizzata dalla Galleria Casabella nella Sala Mostre dell’Imperial Palace Hotel di Santa Margherita Ligure, in catalogo testi di Luigi Servolini e Dino Villani. Sempre a Santa Margherita Ligure, ordina presso la Galleria Il Quadrifoglio una personale dove presenta quarantuno dipinti di ultima produzione. Espone a Mantova, nel 1972, con una personale presso la Galleria d’arte Alla Torre. Lo stesso anno viene segnalato per meriti artistici al 2° concorso Nazionale di Pittura Città di Parma. Alla Rassegna Nazionale “Primavera ’72” di Trieste gli viene conferita la Medaglia Aurea. Alla Galleria Salsomaggiore - Salone dei Congressi, di Salsomaggiore Terme, ordina nel 1972 una personale, in catalogo testi di vari autori. Alla Mostra dei Maestri Contemporanei del nord Italia al Salone dell’Esposizione dell’Accademia di Romania in Roma gli viene conferito il Diploma d’onore con Medaglia Aurea “Roma Aeterna”. Nel 1973, è di nuovo con una mostra personale alla Galleria d’Arte Alla Torre di Mantova. Partecipa con la Bottega D’Arte Sant’Ambroeus di Milano, alla Quarta Mostra Internazionale d’Arte di Basilea nel 1973. Lo stesso anno partecipa al Premio Internazionale del Lago Maggiore, Comune di Lesa. Nel 1974 ordina un’importante mostra personale all’Hostiliae Padus dove presenta più di cinquanta opere. Espone nel 1975 al Salotto Arte Centro di Mantova, in una collettiva di sette mantovani. Con Cavana e Mora, espone alla Galleria Il Deschetto di Mantova. Nel 1982 ottiene il Terzo Premio al Primo concorso di pittura “Amici Ponte di Legno” con l’opera Natura morta.


Bibliografia essenziale:
2000 - Adalberto Sartori e Arianna Sartori, “Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico”, volume II, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 691/696
2014 - “Cento anni di arte mantovana dal secolo breve ai nostri giorni”, mostra e catalogo a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore.

2015 - “MantovainArte2015”, mostra e catalogo a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore.


Giudizi critici:

"Mi piace, di Carlo Alberto Capilupi, quel suo parlare schietto e sincero, non mediato da ricorsi culturali, che lo fa pittore istintivo e convinto.

Dipinge con gioia, e lo si sente subito: per una forza di comunicativa, che ci attrae come il rilancio a noi del dialogo intrapreso dall’artista con la Natura, per farci condividere generosamente emozioni e sentimenti.

È stata rilevata a ragione un’affinità pittorica col primo Tosi nel comune clima lombardo e padano: direi più che nella morfologia in quel senso di stupore e di felicità manifesta con cui le cose sono vedute, sentite e ritratte, siano respirosi paesaggi mantovani o composizioni di frutta e di fiori, oppure ritratti di fanciulli e di adulti.

Modernizzata o, per essere più esatti, attualizzata per gusto e per forma la sua pittura, il Capilupi è rimasto onestamente sul piano figurativo, fedele ma non schiavo della tradizione: con quell’esperienza e quelle conoscenze che il metro di misura per tale visione richiede.

Piacciono il taglio del quadro, la sommessa modulazione cromatica che mai pecca di eccessi e squilibri, la dolcezza chiaroscurale che fonde ed ammorbidisce, rendendola come vellutata, la scena, l’essenzialità che sa imprimere alla resa del tema, gli effetti luministici infine delle sue creazioni; e non dispiace pure quel diffuso senso di malinconia che sottilmente carezza e tempera la sua opera. È un apporto tutto personale, che dà il timbro alla voce e la distingue e la giustifica.

Anche l’uso del colore - con preferenze per grigi, verdi e turchini - è una nota caratteristica, poetica, del dipingere di Capilupi: nota, che agli sfacciati acuti preferisce sempre la misurata e temperata modulazione. Come il parlare sicuro - sommesso, delicato, rispettoso, signorile - di chi sa di sapere e non ha punto bisogno, quindi, di alzar di tono e di cercare l’equivoco".

Luigi Servolini


"Carlo Alberto Capilupi, ha cominciato a dipingere soltanto per sé ed ha continuato per molti anni a vedere nella pittura un mezzo per soddisfare le esigenze della sua personalità che aveva bisogno di un completamento: una forma espressiva per manifestare il suo raffinato senso estetico ed il suo deferente omaggio alla bellezza. Ma poi, mostrando quello che aveva fatto e faceva, si è reso conto che avrebbe potuto render partecipi anche gli altri delle sue soddisfazioni personali. Ha visto nascere cosi un vivo interesse per l’opera sua ed ha trovato l’incoraggiamento per continuare allo scoperto, fino a diventare un artista con le carte in regola ed a conseguire autorevoli riconoscimenti.

Oggi, con questa monografia, vuole, in un certo senso, fare il punto, tirare delle somme e controllare l’esattezza della sua rotta.

Ci sembra possa essere soddisfatto e continuare con quell’entusiasmo che ha manifestato finora.

La sua è veramente la pittura serena di uno spirito aperto a cogliere quel che di migliore gli scorre davanti e ad esaltarlo in chiave lirica. Nelle opere di figura, appaiono quasi esclusivamente giovani donne dal viso candido e pulito ed egli ce le presenta splendenti della loro grazia e nella loro bellezza, con un colore sobrio, dolce, fatto di passaggi lievi, senza violenze di chiaroscuro.

Nelle nature morte, sono i fiori che lo interessano di più ed essi escono dai dipinti freschi e profumati per mostrare in tutta la sua suggestione ciò che di meglio sa porgere la natura all’apprezzamento di un nostro sentire scevro da complicazioni cerebrali.

Nel paesaggio, preferisce le scene rustiche, gli angoli di paese, le brevi strade buie: diremmo che lo fà per far sentire quel silenzio che è diventato un segno di «rara bellezza»: quel silenzio che culla la fantasia.

Se nella figura la sua pennellata contenuta, scivola dolce sulla forma, accarezza la tela con un colore fluido e trasparente, nelle nature morte e nel paesaggio, la si sente vibrare, cercar di fissare con un po’ di tremore le emozioni provate.

La sua pittura post-impressionista, non tradisce riferimenti, sgorga così, suscitata dal modo di vedere e di sentire dell’autore; non denuncia preoccupazioni stilistiche, aderisce come una guaina al carattere dell’uomo, quale egli è, senza artifici e senza pose.

È per questo forse che i suoi dipinti aprono immediatamente il dialogo con chi li osserva, entrano in sintonia con le facoltà percettive di chi guarda e suscitano quei moti di simpatia che si instaurano quando esistono delle affinità spirituali.

Davanti ad un dipinto di Capilupi, si ha l’impressione di trovarsi non davanti ad un quadro, ma all’uomo che lo ha dipinto tanto è chiaro e scandito il messaggio che l’opera trasmette a noi, che riusciamo a cogliere anche le sfumature. Abbiamo l’impressione di sentire la voce del pittore illustrare il tema per quello che dice e potrebbe anche soltanto lasciar pensare, ma specialmente per comunicarci quali sono state le sensazioni di letizia che gli ha procurato mentre dipingeva".

Dino Villani

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