Cannilla Franco

scultore
Caltagirone (CT), 13 febbraio 1911 - Roma, 1984
sorriso
Sorriso - 1943 c.

Nato a Caltagirone (Catania) il 13 febbraio 1911, è morto a Roma alla fine del 1984. Avviatosi ad una progressiva astrazione della forma plastica, già dalla fine degli anni Quaranta, realizza dagli anni Cinquanta una ricerca di classica armonia proporzionale, anche attraverso l'uso del modulo, nella realizzazione di oggetti d' "arte concreta" in rapporto anche ai nuovi materiali industriali. Avviato al disegno dal padre, frequenta a Caltagirone la locale scuola di ceramica, dove rimane in seguilo per diversi anni come decoratore. Frequenta quindi il Liceo Artistico di Palermo e due anni l'Accademia di Belle Arti ancora a Palermo. Lavora come decoratore e realizza sculture. Dal 1940 risiede a Roma ove espone per la prima volta in occasione di una sindacale Nella stessa circostanza la Galleria Nazionale d'Arte Contemporanea di Roma gli acquista una scultura. Nel 1942 esordisce in una personale, col pittore siciliano Pippo Rizzo, esponendo sculture e disegni presentati da Pier Maria Bardi, che lo definisce uno dei dieci migliori scultori italiani. A metà degli stessi anni Quaranta realizza sculture, sempre di carattere classico figurativo, come Ballerina, Nudo n. 2 del 1945, con le quali si presenta alla Galleria del Secolo a Roma. Nel breve giro di qualche anno si orienta a ricerche di carattere astratto. Partecipa nel 1943 alla prima Quadriennale del dopoguerra, la IV. F. con ricerche già configuratamente astratte allestisce nel 1950 una personale alla Galleria dello Zodiaco di Roma, presentato da Alberto Savinio, proponendosi nello stesso anno alla XXV Biennale di Venezia. Attraversa quindi un periodo di impegnata riflessione sulle ricerche precedenti da cui trae la convinzione di dover operare un approfondimento rispetto a quelle. Lavora prevalentemente in bronzo, in un dialogo, di immagini sintetiche, con i lavori allora contemporanei di Marino Marini, Agenore Fabbri, e anche Emilio Greco, per un certo tondeggiare di volumi, realizzando immagini di intensa consistenza plastica. Lavora già da tempo come "orafo", progettando direttamente i modelli. Nel 1952 partecipa al concorso internazionale per il Monumento al prigioniero polìtico ignoto, e nello stesso anno gli viene assegnato un premio alla Tate Gallery di Londra. Nel è nuovamente presente alla XXVII Biennale di Venezia, e tiene un'altra personale alla Zodiaco di Roma. Astrae quindi nel senso di una più ricercata pu¬rezza espressiva astratta in opere in ferro, ottone e in disegni come Parabola atomica, Ideogrammi spaziali. presentati da Emilio Villa alla Galleria Selecta di Roma nel 1959. All'inizio dei Sessanta tende a soluzioni di carattere costruttivista, di sollecitazione percettiva, vicine alle ricerche di carattere cinetico. Modifica l'uso dei materiali, ed adotta quelli anche di produzione industriale: acciaio, plexiglas ecc. Dall’8 ottobre al 10 novembre 1961 figura al IV Concorso Internazionale del Bronzetto, Biennale d’arte triveneta, con le sculture: Parabola anatomica, Idea abitale semplice. Nel 1961 Giovanni Carandente lo introduce nel catalogo della personale alla Galleria del Cavallino a Venezia. E con tale lavoro di carattere cinetico-costruttivista allestisce una sala personale alla XXXIII Biennale del '66 a Venezia, con in catalogo un testo di Giuseppe Gatt. Nel 1968 gli viene assegnato il primo premio nell'ambito della VI Biennale romana. Nel '69 partecipa alla "I Rassegna del gioiello d'arte firmato" a Torino, e l'anno successivo alla manifestazione "Gioielli e artisti contemporanei" a Roma Nel '71 partecipa alla XI Biennale di San Paolo in Brasile. Nel '73 ancora è presente nella sezione "Situazione dell'arte non figurativa ' della X Quadriennale romana Ma già dall'esordio degli stessi anni Settanta realizza grandi strutture collocabili all'aperto e nello spazio urbano, partecipando ad un clima fervido di interventi fuori degli studi e delle gallerie proprio di questo decennio. Nella grafica approfondisce il teina della struttura della superficie e della textura. Lavora intensamente anche nell'ambito della fotografia asrratta. Realizza oggetti in sensibile rapporto con l'ambito della progettazione industriale. Nel 1981 Caltagirone gli dedica un'antologica, presentata in catalogo da Filiberto Menna. Nel 1990 il comune di Chieti gli dedica un omaggio con una mostra di sculture insieme a Federico Gismondi e Alessandro Romano dal titolo "Mirabilia in urbe" e con una mostra di dipinti alla Pinacoteca Barbella curata da Leo Strozzieri.


Bibliografia:

1943 - Artisti siciliani moderni, L'Illustrazione Italiana, n, 52, 25 dicembre, p. 983.

1951 - Ettore Padovano, Dizionario degli Artisti Contemporanei, Milano, I.T.E., p. 61

1961 - IV Concorso Internazionale del Bronzetto, Biennale d’arte triveneta, catalogo mostra, Padova, p. 24.

1981 - Mostra antologica di Franco Cannilla, a cura di F. Menna, catalogo della mostra, Caltagirone, Palazzo del Bonaiuto, ottobre 1981, Christengraf, Roma .
1990 - Mirabilia in urbe. Sculture monumentali di Franco Cannilla, Federico Gismondi, Alessandro Romano, a cura di L. Strozzieri, catalogo della mostra, Chieti, 1990, Trifoglio arte, Chieti.

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