Bugatti Rembandt

scultore
Milano, 16 ottobre 1883 - Parigi, 8 gennaio 1915

Finì suicida a Parigi l’8 gennaio 1915. Accanto al padre, ideatore di mobili insoliti, abbozzava fin dall’età di dodici anni statue di grandi dimensioni. Da Paolo Troubetzkoy e da Domenico Ghidoni apprese nozioni di tecnica scultorea. Recatosi a Parigi che non aveva ancora diciannove anni, a venticinque vi era già festeggiato e famoso. La metodica e ininterrotta osservazione degli animali dal vero, lo rese sicuro interprete della fauna. Sue opere bronzee sono nelle gallerie di Roma, Venezia, Parigi e altrove: “ Elefante,,,“ Leone divorante un orso,,, “Bue,,, “Cervo,, “Antilope,,, “Scimmia cinocefala,,, “Giaguaro,,, “Dromedario,,, ‘ Pantera ,,.

Alla Prima esposizione Quadriennale di Torino del 1902 presenta un gruppetto di mucche Ritorno al pascolo.

Partecipa con le sculture in bronzo L’Ippopotamo, Padre e figlio, e Dieci minuti di riposo (bronzo), alla Mostra Nazionale di Belle Arti che si tiene nel Parco di Milano dall’aprile al novembre 1906.

Nel 1907 partecipa alla VII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con le fusioni in bronzo a cera persa: Elefante, Cervi chinese, Leone divorante un osso.

Nel 1909 partecipa alla VIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con sedici sculture in bronzo a cera persa: Dieci minuti di riposo, Gruppo di Zebù, Rinoceronte, Giraffa, Due galli, Elefante, Cavalli delle Ardenne, Auroc, Cammelli, La danza dell'orso, Atleta in riposo, Due cicogne, Gazzella, Pellicani, Tigre che sbadiglia, Jaguarro.

Nel 1910 partecipa alla IX Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con le sculture in bronzo a cera perduta: Antilopi, Due cerbiatte, Donna col cane, Gran nudo, e la scultura in marmo: Nudo di donna.

Partecipa con le sculture Tigre in bronzo, Giaguaro in riposo e Giaguaro seduto, alla Mostra di Belle Arti dell’Esposizione Internazionale di Roma del 1911.

Nel 1932 alla XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, viene ricordato con una Mostra Individuale Retrospettiva, vengono esposte 12 sculture di animali.


MOSTRA INDIVIDUALE RETROSPETTIVA di REMBRANDT BUGATTI.

Nato a Milano il 16 ottobre 1884, muore a Parigi, l’8 gennaio 1916. Il padre Carlo, che fu tra i primi artigiani del mobilio decorativo nella Milano della scapigliatura, vive ancora presso l’altro figliolo, il famoso costruttore d’automobili, a Molsheim, Francia. La sorella di Carlo, Bice, andata sposa a Giovanni Segantini vive da trentatre anni al Maloja vigile ancella di quella tomba e di quella gloria immobile. Rembrandt aveva studiato all’Accademia di Brera negli ultimi anni dell’ottocento quando molti artisti, dimenticati dallo Stato e ingrati al pubblico filisteo pativano una non retorica e simbolica fame. Uno dei suoi compagni, Ajolfi, mori diciassettenne bruciato dall’intensità della vita zingaresca, l’altro, Borgomaneri, emigrò in America, si seppe di lui che per vivere, faceva lo spaccalegna nei dissodamenti delle grandi foreste. Rembrandt, più fortunato di loro, divenne scolaro di Troubetzkoy e per le vie ancora calme e provinciali di Milano, principio di secolo, era possibile vederlo intento a disegnare sulle pagine dell’ album i pesanti cavalli normanni da tiro e i più umili ronzini delle vetture pubbliche gloriose di quei cocchieri in tuba che anche Troubetzkoy ritrasse nel bronzo. Bugatti espose un gruppo di cavalli all’Esposizione milanese del millenovecentosei; emigrò poi a Parigi. La sua fama di animalista divenne internazionale e celebre dopo che Giorgio Clemenceau l’ebbe presentato alla Casa d’arte Hebrard ed alcune sue statuette varcarono l’ambita e invidiabile soglia del Museo del Lussemburgo. Intorno al 1910 passò ad Anversa e piantò lo studio nel recinto del Giardino Zoologico di Hagembeck dove la sua passione e la sua arte trovarono il più fruttifero campo di esercitazioni: abbandonò poco a poco le imprecisioni dell’impressionismo chiuse le forme caratteristiche, nobilissime, degli animali selvaggi in uno stile sintetico che oggi par continuato dal francese Pompon. Il successo si delineava per lui d’anno in anno e ne giungevano notizie anche a Milano. Dove un giorno del 1915 ritornò: era taciturno e disincantato, si assise alla tavola del Caffè Biffi dove pontificava il vecchio Carcano e dove le discussioni d’arte avevano già ceduto il posto a quelle dell’interventismo e del neutralismo. Il Bugatti era dei primi che avevano visto la guerra europea da vicino e aveva toccato con mano gli orrori della battaglia: rifugiatosi in un improvvisato ospedaletto del Belgio invaso dalla marea germanica, aveva contemplati i risultati della carneficina. Ne parlava timidamente e a fatica con una specie di passione e di orrore: pareva tornato da un inferno di vivi. La sua melanconia di giorno in giorno rincupì: ora voleva scolpire un Cristo Crocifisso: la sua arte di prima gli pareva priva d’interesse e di valore. Ritornato a Parigi modellò la statua che tante volte aveva descritto agli amici, poi si uccise. Il giorno 8 gennaio 1916. RAFFAELE CALZINI. (1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, pp. 39/40)


Bibliografia:

1902 - Pasquale De Luca, L’esposizione Quadriennale di Torino, (con ill.), Natura ed Arte, n. 20, 15 maggio, Milano - Roma, Vallardi, p. 516.

1902 - Efisio Aitelli, L’Esposizione Quadrienale di Belle Arti di Torino, Bergamo, Emporium, n. 94, ottobre, p. 269.

1906 - Mostra Nazionale di Belle Arti, catalogo illustrato, Milano, Parco, aprile-novembre, p. 84, 104.

1907 - VII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 114.

1908 - Eugenio Vitelli, L'Arte alla VII Biennale di Venezia, Torino, Soc. Tip. Editrice Nazionale, p. 59.

1909 - VIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 124, 130.

1909 - Guido Marangoni. VIII esposizione Internazionale di Venezia. Pittori Veneti - La scultura, Milano, Natura ed Arte, anno XVIII, n. 24, 20 novembre, p. 802.

1910 - IX Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 76.

1911 - Esposizione Nazionale di Roma, Mostra di Belle Arti, catalogo, Roma, p. 19.

1924 - Francesco Sapori: La seconda Biennale d’Arte a Roma, Roma, dalla “ Nuova Antologia ,, 16 febbraio 1924.

1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, pp. 39/40

1941- Alberto Riccoboni: Roma nell’Arte. La Scultura nell’Evo Moderno, Roma, Casa Editrice Mediterranea.

1947 - Antonietta Maria Bessone-Aurelj: Dizionario degli Scultori ed Architetti italiani, Roma, Albrighi e Segati.

1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma, Libreria dello Stato.

1989 - Renata Stradiotti, a cura di, Dai Neoclassici ai Futuristi ed oltre, catalogo mostra, Brescia, Santa Giulia, novembre - gennaio 1990, p. 145; DA FARE

1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, seconda edizione, volume primo, Lodi, Il Pomerio, pp. 198/199

2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, Adarte, p. 111/112

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