Bisio Pietro

pittore scultore disegnatore incisore grafico
Casei Gerola (PV), 28 marzo 1932

Pietro Bisio, pittore, scultore, disegnatore, incisore e grafico, è nato a Casei Gerola (PV) il 28 marzo 1932.

A Voghera, nello studio di Giansisto Gasparini, suo primo maestro, viene a contatto con la pittura “sociale”, e ha scambi di esperienze con i pittori Alberto Nobile e Augusto Garau.

Frequenta, a Milano, l’Accademia delle Belle Arti di Brera dal 1954 al 1958 e segue i corsi di pittura di Aldo Carpi e nel ‘58 di Domenico Cantatore, tra i suoi compagni di studio si menzionano Romagnoni, Banchieri, Vaisecchi, D. Plescan, L. Reggiani, Dragoni, Lisimberti, Tenconi. Ha avuto contatti con Vaglieri, Guerreschi, Gasparini, Perolini da Crema, G. Marchese, P. Leddi.

Nel marzo 1957 si rivela al premio Diomira e riceve dalla giuria, presieduta da Guido Ballo, la medaglia d’oro del Senato della Repubblica. L’opera premiata viene destinata alla Raccolta dei disegni del Castello Sforzesco ed è pubblicata da Franco Russoli su “Le vie d’Italia”.

In quegli anni, tra il 1954 ed il 1958, darà vita insieme ad altri artisti ad una serie di umori che prenderanno il nome di Realismo Critico Esistenziale.

Con gli anni le partecipazioni a esposizioni, personali o collettive, si sono moltiplicate, coprendo moltissime città italiane e non solo: Rivanazzano Terme, Volpedo, Tortona, Acqui Terme, Voghera, Milano, Roma, Cremona, Pavia, Alessandria, Monza, Vicenza, Ferrara, Manosque, New York, Heusden-Zolder, Genova, Bruxelles.

Nel 2002, dal 2 al 30 marzo, gli viene realizzata la mostra personale “Notte d’amore a Venezia… con Assunta e Tiziano”con disegno, dipinti e sperimentazioni allo Studio d’Arte e Restauro Gabbantichità di Tortona (AL).

Nel 2011 nasce il Gruppo 7 con gli artisti Bailo, Calvi, Armellini, Prato, Rossanigo, Turrin, Rebuglio, coordinatore Prof. Dott. Castelli Manuela Bonadeo.

Pur distinguendosi a livello nazionale, Pietro Bisio è però un artista di periferia, nato lungo il Curone come Giuseppe Pellizza, e proprio come il Pellizza rimasto fuori dai condizionamenti del mercato.

Dalla critica Bisio viene definito come interprete di quella “contadinità”, che ha tradotto in pittura il mondo in cui è nato, una cultura antichissima legata ai ritmi e ai valori della terra e destinata a repentini e traumatici cambiamenti dal boom economico del secondo dopoguerra. Questa scelta lo ha allineato alla cultura figurativa milanese che va sotto il nome di “realismo esistenziale”, attenta alla tradizione del realismo ma aperta a esperienze moderne europee e americane.

Una soluzione sempre sottesa alla ricerca di Bisio, tracciata con un segno molto personale nella grafica e caratterizzata da una pittura di inquieta e tormentosa immaginazione che fa uso delle tecniche meno convenzionali - il dripping, il polimaterismo, la parola, il colore puro - e che è rimasta attenta a interpretare la complessità del contemporaneo attraverso i linguaggi più congeniali all’autore.


“All’Artista Pietro Bisio la selezione del suo operato in occasione del progetto editoriale “Italiani” attesta la validità del suo impegno stilistico. La sua presenza conferma la grandezza del panorama artistico contemporaneo”.

Vittorio Sgarbi, ITALIANI selezione d’Arte Contemporanea, Palermo, marzo 2016


“…un ringraziamento particolare è stato rivolto al pittore Pietro Bisio, che ha donato al Comune di Tortona “Lo scheletro che cammina” opera raffigurante uno studio di corpo umano, realizzato durante i suoi anni all’Accademia di Brera”.

Maddalena Baschirotto, febbraio 2019


Nel 2019, dal 5 maggio al 30 agosto, insieme al Gruppo 7, si tiene la mostra “Dialogo con l’artista Pietro Bisio” a Cadelazzi di Torrazza CosteBorgo d’Arte nella poetica contadina, sabato 8 giugno intervento degli storici dell’arte Manuela Bonadeo, Giuseppe Castelli e Aurora Scotti.

Domenica 10 novembre 2019 gli viene assegnato il Premio Quarto Stato a Volpedo (AL), con la motivazione: “Fin dagli esordi braidensi, cercando conferme nell’esempio pellizziano, Pietro Bisio ha saputo coniugare una lettura critica della realtà nelle sue matrici umane e popolari con una continua ansia di sperimentazione linguistica”.

“Per Alti Meriti nel settore delle Belle Arti, si attesta la presenza del Maestro Pietro Bisio nel terzo volume dell’Atlante dell’Arte Contemporanea edito da De Agostini - edizione 2021”.

Nel 2022, dal 26 marzo al 17 aprile, il Comune di Tortona organizza la mostra per i novant'anni del Maestro "Pietro Bisio - tutto il resto è polvere da sparo" nel Ridotto del Teatro Civico in Via Ammiraglio Mirabello 3 a Tortona.

Nel 2022, dall'11 settembre al 9 ottobre, partecipa all'ottava rassegna "Artisti per Nuvolari. 130° anniversario della nascita", a cura di Arianna Sartori, alla Casa Museo Sartori di Castel d'Ario (MN).

Nel 2023, dal 25 marzo al 2 aprile, il Comune di Voghera organizzal la mostra "Pietro Bisio 90+1" alla Sala Pagano in Piazza Cesare Battisti a Voghera, mostra e catalogo curati da Manuela Bonadeo e Giuseppe Castelli.


Scrittori e giornalisti che hanno scritto di Lui:

Maddalena Baschirotto, Manuela Bonadeo, V. B. Bono, Raffaele De Grada, Maria Gabriella Savoia, Vittorio Sgarbi, Eva Tea, Ernesto Treccani, M. Valsecchi, Elisa Blacca, Manuela Bonadeo, Giuseppe Castelli, etc.


Contatti:

Pietro Bisio

Via C. Battisti, 38 - 27050 Casei Gerola (PV)

Tel. 0383.61862

Sito Internet: www.lelite.it/bisio.htm


Bibliografia essenziale:

2002 - Pietro Bisio “Disegni, dipinti e sperimentazioni”, “ARCHIVIO”, Mantova, Sartori Editore, marzo.

2017 - Catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea 2018, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 25.

2018 - Catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea 2019, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 26.

2019 - Catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea 2020, a cura di Arianna Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore, p. 18.

2020 - Artisti Italiani 2021 catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea, a cura di Arianna Sartori, prefazione di Maria Gabriella Savoia, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 60/62.

2021 - Artisti Italiani 2022 catalogo Sartori d'arte moderna e contemporanea, a cura di Arianna Sartori, prefazione di Maria Gabriella Savoia, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 52/54.

2022 - Artisti per Nuvolari, ottava rassegna 2022, a cura di Arianna Sartori, presentazione di Maria Gabriella Savoia, testo di Massimo Formigoni Nuvolari, catalogo mostra, Castel d'Ario, Casa Museo Sartori, Mantova, Archivio Sartori Editore.

2023 - Pietro Bisio 90+1, catalgo mostra, Comune di Voghera.


Giudizi critici:

“Un’espressività che sviluppa temi di indubbia valenza e complessità, rivolte ad un’indagine interessata a dimensioni interiori e non solo estetiche. L’uso di elementi della realtà, visti come riferimenti simbolici ed emblematici, contestualizzano i momenti di una riflessione che attinge anche al senso della memoria e del vissuto. Il passare del tempo, le esperienze fatte, diventano il lessico di una narrazione dell’esistenza, dove lo scorrere della vita è percepito direttamente e totalmente, senza alcuna possibile mediazione”.

Artitalia Edizioni


Anche questa mostra: "Notte d'amore a Venezia.... con Assunta e Tiziano (nella chiesa dei Frali), è organizzata dallo studio d'arte e restauro “Gabbantichità”, ed è dedicata al vasto pubblico dei curiosi e dei semplici. Anche questa mostra vuol essere uno strumento per "incentivare" gli studi e la valorizzazione dell’opera di uno dei più grandi artisti contemporanei della nostra terra, e consentirà di informare direttamente permettendo di vedere da vicino decine di opere d’arte abitualmente rinchiuse in collezioni private. Opere d'arte che al loro primo apparire in pubblico determinarono conflitti e spaccature e calamitarono la passione dei raffinati, e che ormai in Tortona da anni non sono più state presentate in un corpus unico e significativo. Attraverso questa informazione diretta, la mostra vuole anche essere un invito a riconsiderare con occhi e con sentimenti nuovi, il valore effettivo dell'opera del maestro Pietro Bisio che da sempre con il suo fare, è all'avanguardia tra le tendenze più moderne e geniali a livello internazionale.

Per Pietro Bisio, la realizzazione dell’opera è un gesto che arriva a coronare un lento e complesso processo esistenziale. Per l’artista l’oggetto finale è al tempo stesso un risultato e un punto di partenza, la testimonianza di un'avvenuta presa di coscienza e il tentativo di concretizzare un'utopia.

Il percorso dell'esposizione è curata da Vincenzo Basiglio e Donatella Gabba, parte dagli esordi, per giungere fino alle opere più recenti e offre motivi di riflessione per chiarire il valore di una originale avventura creativa che ha preso avvio all'interno di una temperie culturale, quella del Realismo Esistenziale, alla fine degli anni Cinquanta e dell’arte concettuale degli anni Settanta, tanto differente dal clima attuale da apparire una lontana fonte di esoteriche saggezze. "Sono un artista che viene dalla campagna”: con questa affermazione essenziale, Pietro Bisio sembra smontare l’edificio di concettualizzazioni e articolati rimandi intellettuali che spesso ha improntato l’analisi della sua opera, a volte forzatamente conformata all'ambito delle correnti Milanesi della fine degli anni '50. Bisio ci riconduce subito alla matrice prima, che poi è la sostanza delle sue Performance-installazioni-sperimentazioni, della sua esperienza d'artista e di "ospite” del pianeta: la terra, il mondo contadino, gli interni, il paesaggio appunto, quello percorribile a piedi, misurabile a vista, da dove tutto comincia. È dentro il paesaggio, infatti, nella contemplazione di esso, che Bisio compie la prima metà della sua opera, a volte lasciandosi dietro un segno, un piccolo spostamento che il tempo e gli agenti della natura modificheranno ancora come nel caso degli assemblaggi di materiali dimessi: “sculture" su tela realizzate applicando nello spazio dipinto la materia raccolta lungo i "viaggi" di esplorazione e conoscenza dei luoghi. È il caso della recenti operazione compiute in omaggio all' esposizione (nello studio volpedese) del “Quarto Stato”, per il centenario della sua realizzazione, del conterraneo Giuseppe Pellizza da Volpedo. Così l'artista gerolese continua a sospendere quegli artefatti, come tracciati di un'interrogazione aperta dentro lo spazio vuoto e silenzioso di spazi indefiniti, edifici umani, e simboli del trascorso contadino a tradurre l’atemporalità e l'imperscrutabile mistero della natura incontaminata (la fine di un mondo puro ideale prima dell'industrializzazione della terra) dentro la struttura misurabile - lineare o circolare - dei suoi interventi, sovrapponendo colate di materiali, dalle ceramiche rotte ai rifiuti , componendo paesaggi. Attraverso gli anni, Bisio è sempre stato guidato da un'attenzione particolarmente sensibile nei confronti dei meccanismi della percezione visiva e questa ricerca (che è permeata di un forte spirito etico) si è attuata mediante simboli minimali, più rivolti a una illuminazione interiore che non a un risultato di superficiale e immediata spettacolarità. I materiali prediletti dall'artista metalli, legni, carte, plastica vengono assemblati in modo da determinare contrasti fra opposte popolarità, in una logica di contrapposizioni da cui si generano forme enigmatiche, cristallizzate in mobili geometrie, avvolte da un’aura poetica. Così, le tele non ancora liberate del proprio involucro protettivo, costituiscono la base su cui sperimentare una serie di lavori che alludono a un’apertura della materia verso la luce, in un felice bilanciamento degli spazi. Tra le sessanta opere circa, di Pietro Bisio esposte allo Studio d'Arte e Restauro “Gabbantichità" di Tortona, alcune risalgono a una cinquantina di anni fa, mentre altre sono state realizzate nel tempo fino ad arrivare alle ultime recenti sperimentazioni. La dinamica della storia è questione di viaggi, vie della fantasia e migrazioni nomadiche, crociate e pellegrinaggi, innamoramenti, esodi, naufragi. Ogni mostra di Bisio è un diario di materiali, di ricerche ci si trova dinanzi a pannelli di materiali diversi con colori inframmezzati da brandelli di stoffa colorata; tele ai quali sono appese sedie e tavolozze; pannelli ai quali sono attaccati disegni od incisioni su carta che mostrano “la mano del pittore” in un tratteggio quasi crudo di mera espressività.

Vincenzo Basiglio e Donatella Gabba, 2002


"Pietro Bisio presenta la complessa opera Autoritratto con Tazio Nuvolari realizzata grazie all’assemblaggio di oggetti di uso, materiali poveri, scatti fotografici e ritagli. L’opera che sviluppa un tema non complesso ma altamente significativo, rientra pienamente nel suo percorso artistico d’aggiornamento sulle ricerche linguistiche d’avanguardia, avvenuto grazie ai maestri dada e neodada, quali Marcel Duchamp e gli americani, che lo hanno portano a operare sul campo della contaminazione dei linguaggi".

Maria Gabriella Savoia

(dal catalogo: 2022 - Artisti per Nuvolari, ottava rassegna 2022)


Della natura morta e altre cose

“Il mondo poetico di Pietro Bisio si è sempre mosso tra l’ambiente familiare in cui la casa con i suoi interni diventa la protagonista e l’esiguo spazio di un esterno imprigionato tra le colline e la pianura dell’Oltrepò. Qui stanno il cuore, la passione, i ricordi e i rimpianti dell’artista, che osserva il suo mondo trasformarsi sempre più rapidamente, nell’urgenza di salvarne gli aspetti peculiari, di fissarne la memoria, nella certezza che solo così essa non andrà perduta per sempre. Altri occhi guarderanno ancora i frammenti di una realtà povera e dignitosa che nel silenzio scandiva lo scorrere del tempo nelle campagne. Non solo i volti rugosi e stanchi dei contadini gerolesi vengono ad animare le sue tele, ma presto essi sono accompagnati da scabre visioni degli interni rustici delle loro case: il focolare, le sedie impagliate, i pesanti tavoli di legno e donne infagottate che si muovono lente nel loro faticoso quotidiano ove non bastano i poveri lumi a rischiarare una sorte irreversibile e un destino senza riscatto. Le nature morte di Bisio continuano a raccontare le loro povere storie, quando sulle tavole parcamente imbandite compaiono un pane, un pesce, una bottiglia di vino e un tozzo bicchiere. Le cene dei contadini, lo specchio di una vita di sacrifici e privazioni non solo di ieri ma di sempre, frutti amari di un destino inveterato. E talvolta il pesce si trasforma in una lisca spolpata, inquietante presenza di morte sulla misera tavola, ad accompagnare il bucranio che di Bisio è diventato un forte segno di riconoscimento. Alle sue nature morte il pittore applica sempre tutto il suo pessimismo di fondo, quasi un messaggio di incombente disgregazione, una sorta di “memento mori” difficile da dimenticare. Gli oggetti paiono abbandonati a se stessi da una umanità lontana, priva di memoria e legami empatici con essi. Non bastano i lumi colorati delle ultime composizioni a ravvivare una realtà desolata e disperante”.

Giuseppe Castelli

(dal catalogo: 2023 - Pietro Bisio 90+1)


Un metro per misurare l'arte non c'è

“L’onnivora fantasia creatrice di Pietro Bisio scorre lungo oltre sette decenni di produzione artistica cercando soluzioni sempre nuove per esprimere l’antico: il mondo esterno nella sua verità.

In questa mostra istituzionale che celebra il traguardo dei 90+1 anni, il pittore ha voluto raccontarsi attraverso il linguaggio che sente maggiormente aggiornato e mettendo in serrato confronto le soluzioni storicizzate, riservate soprattutto alla grafica, con quelle più recenti e più libere. La vicenda artistica di Bisio si lascia leggere, dunque, come in un lungo flashback che evoca gli anni ruggenti di Brera - dove tutto era vita, era arte, era possibile - rimedita le lacerazioni di un mondo in mutamento irreversibile nei paesaggi feriti, si rende concreta negli oggetti e nelle figure che popolano da sempre il suo cosmo.

Le composizioni recentissime sono in mostra più numerose perché è arte che palpita ancora, con il colore fresco, e che aggiorna immagini e miti antichi in un linguaggio contemporaneo: la terra, il lavoro, l’uomo e il suo legame stretto con la terra e con il lavoro. Nel mondo che cambia, non cambia il mondo di Pietro Bisio: la mutazione evidente è espressiva, traduce in concreto le forme e dà una terza dimensione reale agli oggetti. La tela ingloba, insieme alla linea e al colore, cose e corpi estranei; la pittura non è più descrizione del vero, peraltro sempre problematizzata, ma è la traccia di una nuova complessità come collage della complessità stessa della realtà esterna. Sperimentazione per nulla inedita nell’opera di Bisio, che già negli anni Settanta stratificava pittura e oggetti, in una consuetudine alla provocazione, alla glorificazione del gesto libero, alla presa di posizione nei confronti della cultura massificante. In questa arte, un metro per misurare l’arte non c’è perché il pittore è il pensiero senza condizionamenti, è il gesto libero, è la creazione senza misure.

La mostra è un omaggio a Bisio nel suo incessante essere artista e alla sua creatività piena di vita che non smette di cercare, di pensare, di coinvolgere”.

Manuela Bonadeo

(dal catalogo: 2023 - Pietro Bisio 90+1)

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