Bertolini Carlo

scultore pittore incisore
Roverbella (MN), 22 settembre 1922 - Mantova, 11 febbraio 2019

Sin da giovane Carlo Bertolini si accorse di avere una mano artistica felice. Disegni, caricature, schizzetti da regalare agli amici o da dimenticare anonimamente su qualche tavolo. Fu solo nel dopoguerra che cominciò ad intuire la necessità di esprimere la sua creatività. Amante dei colori e delle cose dell’arte, comincia nei primi anni ’50 ad avvicinarsi alla pittura, che ritiene, in quel periodo possa esprimere il suo temperamento artistico. Sarà invece questa la sua prima esperienza formativa, che lo porterà ad un percorso artistico più lungo e determinante. Col cavalletto del pittore, tele e colori, in bicicletta, con amici, insegue paesaggi, boschi, panorami, nature morte.

Compie intanto studi da autodidatta.

Capì in breve che non era certo quello l’esercizio artistico che avrebbe dato consistenza alla sua convinzione sempre più evidente di voler entrare nel mondo dell’arte.

Cerca materiali diversi che possano esprimere forme cariche delle sue emozioni e dei significati che vuole trasmettere.

Comincia a lavorare la creta, un materiale antico, con cui inventare forme durevoli che dessero significato e senso alla sua creatività.

Così Carlo sperimenta attraverso la meccani­ca del movimento delle dita, la sensazione del plasmare, del trasformare il pensiero in una sua precisa realtà.

Inizia a frequentare gli ambienti artistici mantovani e nel 1955 partecipa per la prima volta alla Mostra degli Indipendenti alla Casa del Mantegna.

Conosce lo scultore Aldo Bergonzoni con cui entra in amicizia, frequentando il suo studio. Con lui si rende conto quanto sia difficile trasmettere il proprio spirito nella materia e gli si illumina la strada nel capire un percorso di ricerca di nuove materialità, con la pazienza del fare e disfare: il sistema per approfondire l’immagine sentita in modo che diventi concreta.

È così che attraverso questo incessante impegno del modellare, che Carlo comprende la dimensione della sfida con la corporalità della scultura.

Partecipa nel giugno del ’58 alla Mostra d’Arte nel tempo libero con le opere Danze e Studio, che vincono I° e III° premio per la scultura ed alla mostra Sindacale alla “Gonzaghesca” di Mantova.

Il suo temperamento irrequieto e creativo gli farà scoprire anche una ulteriore dimensione: l'incisione, e soprattutto l'acquaforte. Va ad Urbino alla Accademia di Belle Arti dove impara a lavorare con le lastre, con le tecniche di morsura ed il torchio. È questa un'esperienza che lo vedrà legarsi in un comune sodalizio di ricerca con Luigi Pizzamiglio e Giannino Giovannoni.

Nasce il sodalizio artistico “La Formica” con tanto di “cartiglio” su ogni stampa che esce dallo studio. Siamo agli inizi degli anni Sessanta e il laboratorio di via Calvi a Mantova, dove egli anche vive, assume la dimensione di una vera stamperia d'arte, un punto di incontro per gli appassionati della grafica. Nascono così le prime stampe: acquaforti, acquetinte, punte secche e la “maniera nera”. La pratica appassionata di questa tecnica lo porterà verso esiti di grande suggestione. Tutti gli artisti mantovani passeranno attraverso il suo atelier: da Bondioli a Stranieri, da Giorgi a Gorni, da Bonaffini a Mario Pavesi, da Bolognesi a Galusi, da Schirolli a Pedrazzoli, da Margonari a Negri ed a Iori. Si occupa così contempo­raneamente di pittura, scultura e grafica. Tutte queste esperienze, vissute sempre con coscienziosa professionalità hanno arricchito, ampliato e approfondito le sue conoscenze, maturandone la personalità. Ma Bertolini rimane soprattutto uno scultore.

La sua esperienza principale è la ricerca e lo studio della figura umana nelle diverse articolazioni spaziali. Dalle esperienze figurative degli anni Cinquanta, dalle prime terrecotte, egli arriva attraverso un percorso di sintesi ad esiti dove la forma è pura espressione astratta. Nella sua molteplicità di esperienze ed interessi, l'elemento costante rimane sempre la forma e quella dura materia da plasmare dove trascrivere come su un diario le emozioni più segrete e private, le piccole conquiste delle mani e della mente che hanno segnato il suo itinerario formativo.

Con la fine degli anni Settanta, la materia utilizzata, diventa il gesso. Questo consente alle sue sculture di acquistare una superiore tattilità.

La superficie delle sue opere si carica ora anche di una luminosità che trattiene lo sguardo. Il percorso creativo ha scoperto la sapienza dell'uso di un materiale che conserva una consistenza adatta a dare compattezza e nello stesso tempo leggerezza alla scultura. La luce fa dimenticare la materia. Per questo sfrutta adeguatamente la purezza del bianco del gesso, perché conosce, in quanto anche pittore come il bianco sia spazio senza dimensione, energia pura e immateriale.

È del 1970 la sua personale alla Galleria “l’Inferriata” con una esposizione anche di una grande scultura Deposizione che viene esposta sul sagrato della Rotonda di San Lorenzo, prima ed unica esposizione del suo genere fatta a Mantova.

È il chiaro messaggio della sua maturità artistica, attraverso un percorso che lo ha portato a cimentarsi nella sfida con opere di grandi dimensioni.

Gli anni intanto rotolano via ed il Carlo ormai non più giovane comincia a percepire la fatica dello scultore, quella del fare e disfare e di plasmare grandi sculture che richiedono disegni, bozzetti, lavorazioni di grandi impegno, e qui, non abbandonando comunque il suo animo da scultore, continuando in opere meno impegnative, apre una nuova stagione della sua creatività.

Torna alla pittura.

Non più paesaggi, boschi e nature morte, ma figure, immagini oniriche di danze, spettacoli, amori.

Oli di grandezza e di grande suggestione, vuoti e pieni di colore da cui traspira sempre l’anima dello scultore.

Arriva il terzo millennio, e nonostante la sua età vuole cercare di tramandare la sua passione anche ad altri.

Gli viene offerto l’insegnamento alla sezione artistica all’Università della Terza età di Mantova e qui in alcuni anni di insegnamento riesce a portare i suoi “discepoli” ad una mostra collettiva degna di menzione a livello mantovano.

Muore a Mantova serenamente tra i suoi ultimi disegni l’11 febbraio 2019 alla veneranda età di novantasei anni.


Sue incisioni sono inserite nella Raccolta delle Stampe Adalberto Sartori di Mantova,

Sito internet: www.raccoltastampesartori.it


Contatti:

Mauro Bertolini

Cell. 329.2127511

E-mail: mauro.bertolini33@libero.it


Mostre e Rassegne:

1955 - Galleria Gonzaghesca, Mantova, collettiva; Casa del Mantegna, Mantova, 8-23 ottobre, espone tre opere: Angolo di bosco, Paesaggio a Borghetto, Città vista dalla palude, collettiva a cura della Famiglia Artisti Indipendenti.

1956 - Casa del Mantegna, Mantova, 13-28 ottobre, espone tre dipinti: Bosco, Natura morta, Pace campestre e una scultura Pediluvio, collettiva a cura della Famiglia Artisti Indipendenti Mantovani.

1958 - L’Arte nel Tempo Libero, Casa del Mantegna, Mantova.

1965 - L’Arte nel Tempo Libero, Palazzo della Ragione, Mantova, (mostra-concorso, terzo classificato con la scultura Nudo a riposo).

1966 - Galleria Alla Torre, Mantova, personale.

1967 - Artisti Mantovani e Spezzini, Casa del Mantegna, Mantova, ottobre; Artisti Mantovani e Spezzini, Sala Dante, La Spezia, novembre; Prima Rassegna delle Arti Figurative Mantovane, Palazzo della Ragione, Mantova, 4-18 maggio espone due sculture: Orfeo, Danza.

1968 - Premio Novi, Palazzo Comunale, Novi Ligure, mostra-concorso.

1969 - Grafica, Galleria La Saletta, Mantova, collettiva; Premio “Il lingotto d’oro”, Magnacavallo, (primo classificate nel settore Grafica).

1970 - Galleria L’Inferriata, Mantova, personale.

1973 - Galleria San Domenico, Mantova, personale.

1973 - Premio Vecchia Milano, Palazzo del Turismo, Milano, mostra-concorso.

1976 - Rassegna di pittura, grafica, scultura, Palazzo Comunale, Medole, collettiva.

1987 - Artisti Mantovani, Palazzo della Ragione, Mantova; Bassignani, Bertolini, Boni, Cavicchini, Pinacoteca Comunale, Quistello, collettiva incisione.

1989 - Fortino di Borgoforte, Borgoforte (ora Borgovirgilio), personale.

1991 - I Rassegna provinciale Arte nell’artigianato manto­vano, Centro Italmark, Castiglione delle Stiviere.

1993 - Omaggio a Monteverdi, Sala degli Alabardieri, Cremona, collettiva; Omaggio a Monteverdi, Palazzo della Ragione, Mantova; Festa dell’Unità, Marmirolo, collettiva.

1994 - Terza Biennale d’Arte Sacra, Palazzo Vescovile, Cremona.

1995 - Maestri Mantovani, Galleria Apollo, Mantova, collettiva; Nascere artisti a Mantova agli inizi del Novecento, Galleria Apollo, Mantova, dicembre-gennaio 1995, collettiva.

1995 - Casa di Rigoletto, Mantova, aprile, personale.

1997 - Figura & Figure, Scuderie di Palazzo Gonzaga, Volta Mantovana, 11-19 ottobre, collettiva.

1999 - Carlo Bertolini, Vittorio Carnevali, Carlo Degioannis, Galleria Arianna Sartori - Arte, Mantova, 15-28 gennaio.

2022 - partecipazione postuma alla rassegna “Nella forma e nella materia” nuove generazioni per la scultura mantovana dal 900 ad oggi, 22 settembre-8 gennaio 2023.

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