Bellotto Umberto

artista artigiano designer del ferro battuto e del vetro
Venezia, 5 marzo 1882 - Venezia, 1940

Nasce a Venezia nel 1882, fu uno dei più conosciuti e stimati artisti artigiani del ferro battuto.
Fu tra i primissimi ad unire l’arte millenaria vetraia veneziana con quella del ferro battuto. Umberto Bellotto iniziò infatti a lavorare nella bottega paterna, ereditata a 19 anni, assieme all’architetto Cesare Aurienti col quale inventò e nel 1910 brevettò una tecnica per “connubi in ferro e vetro”[. Iniziò lavorando per le ditte vetraie “artisti Barovier” e “fratelli Toso”, famose per la lavorazione a murrina.
Sin dai primi anni del Novecento collaborò con vari artisti realizzando opere di spiccato gusto Liberty. Per l’Ossario del Pasubio, su incarico dell’architetto Ferruccio Chemello, realizzò due opere, il cancello in ferro battuto che immette alla cripta, caratterizzato dal motivo delle tre croci che proiettano altrettante spade, ad evocare il sacrificio dei caduti e al centro del pavimento del Sacello la grata in bronzo che collega questo ambiente con la cripta. Anche quest’opera presenta una precisa simbologia incentrata sul motivo della stella d’Italia posta al centro della croce e collegata con quattro nodi sabaudi agli angoli dove, dentro partiture quadrate, sono rappresentati rami di ulivo, d’alloro, di quercia e di rosa.
Tra le opere più famose la cancellata della tomba di Dante Alighieri a Ravenna e le inferriate per la Banca d’Italia a Rialto.
Ha avuto nella sua carriera numerose partecipazioni alla Biennale di Venezia e alla triennale di Monza. Nel 1928 venne chiamato a Roma, dall’allora ministro per i lavori pubblici, con l’incarico di decoratore ufficiale degli edifici pubblici della capitale. Artista poliedrico nell’uso dei metalli si è cimentato anche nella realizzazione di opere in bronzo fuso a cera persa, vetro, maiolica creando vasi ornamentali dalle forme Un grande appassionato delle sue opere era Gabriele D’Annunzio.
Umberto Bellotto muore a Venezia nel 1940.

Nel 1922 partecipa alla XIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con due vetrine con ferri battuti, vetri e ceramiche

Nel 1932 partecipa alla XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con un Cancello di ferro battuto e bronzo dorato.


Bibliografia:

1922 - XIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 25.

1927 - Guido Marangoni, Maestri italiani dell'arte decorativa. Umberto Bellotti, Milano, La Cultura Moderna - Natura e Arte, n. 3 marzo, pp. 129/136.

1927 - La terza Biennale di Monza. I Risultati. Milano, La Cultura Moderna - Natura ed Arte, Casa Edit. Vallardi, n. 7 luglio, pp. 405, 406.

1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 62.

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