Bellini Aroldo

scultore architetto
Perugia, 8 febbraio 1902 - Roma, 14 ottobre 1984

Aroldo Bellini è nato a Perugia l'8 febbraio 1902.

Ha studiato alla la Scuola di Scultura dell'Accademia di Balle Arti di Perugia dove si è diplomato nel 1924. Appena diciottenne, Bellini vinse il premio Cincinnati Baruzzi di Bologna con la statua "La vedova".

Nel 1925 realizzò la "Madonna" per la Cattedrale di Perugia.

Ha ricevuto la laurea presso l’Università di Perugia dove si è specializzato in Architettura nell’anno 1927.

Raggiunse Roma nel 1932, quando gli furono commissionate le prime sculture per lo "Stadio dei Marmi" al Foro Italico. Da quel momento fino al 1936 Bellini lavorò esclusivamente per il grande cantiere romano. Delle sessanta statue in marmo alte quattro metri collocate sul gradino più alto dello Stadio, ben tredici furono realizzate da Bellini, che eseguì inoltre i due gruppi in bronzo di "Lottatori" sulla tribuna d’onore, due statue collocate davanti all’entrata e numerose altre sculture per diversi ambienti del complesso sportivo tra cui i bronzi "Lottatore", "Giovane atleta con strigile" e "Nuotatore alla partenza", destinati alla piscina coperta, la statua "Discobolo", venne donata dalla città di Imperia.

La sua fama artistica si palesa a Roma, dove è possibile vedere le sue opere d’arte, maggiormente statue in bronzo.

Aroldo Bellini ha associato il suo nome all'arte del regime fascista, e nel 1936 riceve da Renato Ricci l'incarico di realizzare la statua bronzea alta 36 metri di Mussolini, dopo l'esecuzione di un piede di 12 metri e della testa. Interessante è la vicenda del gigantesco monumento al Duce, più alto della Statua della Libertà di New York, di cui Bellini riuscì ad eseguire solo un piede e la testa, prima della caduta del Regime.

A Cagliari, nella Chiesa di San Francesco d’Assisi, realizza un tabernacolo decorato con angeli.


Bibliografia:

1942 - Alberto Riccoboni: Roma nell’Arte. La Scultura nell’Evo Moderno, Roma, Casa Editrice Mediterranea 1942.

1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma, Libreria dello Stato.

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