Bartoli Germana

pittrice
Sabbione (RE)

Germana Bartoli nasce a Sabbione, in provincia di Reggio Emilia, e dopo aver conseguito la maturità artistica studia scenografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Negli anni Ottanta si trasferisce a Modena dove esercita l’attività di docente di Storia dell’arte presso un liceo.
Il suo percorso artistico è caratterizzato dall’amore per il disegno che diviene gesto spontaneo, carico di espressività interiore e di empatia verso i personaggi del suo mondo pittorico costellato di figure femminili. Figure chiuse al mondo, isolate in una dimensione fatta solo di pensieri e di emozioni, dove il silenzio è l’unica possibile espressione. È questo un silenzio carico di voci che si propagano in uno spazio senza tempo e confini. Sono voci che si perdono nel vuoto di un mondo in cui comunicare è sempre più difficile. L’impiego delle tecniche miste esalta il valore del segno che esige l’integrazione del colore, come ragione intimamente necessaria per dettare quel pathos che nelle figure si crea interiormente, nella cadenza di una fantasia reale e visionaria insieme.
A partire dal 2007, ha partecipato, sia in ambito nazionale che internazionale, a numerose mostre personali e collettive ottenendo consensi dal pubblico, ma anche dalla critica, da collezionisti e operatori del settore. Ha esposto a Vienna (2012), a Parigi (2013) dove ha vinto il primo premio per la pittura all’Esposizione Internazionale d’ arte Contemporanea, a Bruxelles (2014), a Zurigo (2015).
In Italia ha esposto più volte in città quali: Roma, Modena, Vignola (MO), Pavullo (MO), Reggio Emilia, Scandiano (RE), Finale Ligure, Revere (MN), Monselice (PD), Padova, Viterbo, La Morra (CN), Ischia, Mantova.
Ha esposto le sue opere nel 2018 al Museo Diocesano di Gubbio (PG); nel 2019 al Museo Cervi di Gattatico (RE) ed è invitata alla rassegna “Artisti per Nuvolari” alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (MN).
Nel 2021 partecipa alla mostra “La stanza dei doni” al Centro studi L.A. Muratori di Modena; le viene dedicata la mostra antologica “Femminile Singolare” alla Taverna dei Capitani di Palazzo Consoli di Gubbio (PG); figura alla rassegna “Autoritratti e ritratti di personaggi illustri” alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (MN); alla mostra “Le fervide Menti degli Artisti” a Villa Bottini di Lucca; alla mostra “Ricordando Dante” al Centro Studi L.A. Muratori di Modena e alla mostra “Dante, La Divina Commedia illustrata da 333 artisti contemporanei” alla Rocca Brivio di San Giuliano Milanese (MI).

Nel 2022 figura alla mostra “Infinite dimensioni” al GAMeC Centro arte Moderna di Pisa e alla rassegna “Artisti per Nuvolari” alla Casa Museo Sartori di Castel d’Ario (MN).
Ha partecipato a diverse Fiere d’Arte ed è impegnata a sostenere, con le proprie opere, associazioni umanitarie.
La sua bibliografia comprende numerosi articoli apparsi su quotidiani, riviste specializzate, cataloghi, interviste televisive.
Le sue opere sono presenti in varie collezioni private e sedi pubbliche.


Contatti:

Germana Bartoli vive ed opera a Modena.

Cell. 333.6465516

E-mail: bartoliger@gmail.com

FB: Germana Bartoli Art page


Giudizi critici:

L’espressione del non finito
“(…) Fuori dalla dimensione temporale e dagli spazi definiti dagli ambienti esiste la parte più vera e ancestrale dell’individuo: il femminile, che è madre di tutto, che è natura. Non è un caso che questo messaggio sia percepito indistintamente da donne e uomini che ritrovano il sé senziente e puro nei dipinti di Germana, l’eco di una melodia conosciuta e universale. Forse è proprio facendo proprio questo messaggio che un musicista del calibro di Marcel Cadoni si è lasciato pervadere dando spontaneamente vita a un brano interamente ispirato dall’opera di Germana Bartoli. Ciò, ancora, significa ‘vedere’, andare oltre la materia, essere specchio di sensazioni, replicare un tema. Anche il ripetere lo stesso soggetto è una caratteristica propria di Germana, per osservare la propria continua capacità di cambiare difronte alla medesima figura. Non sono le cose che cambiano, siamo noi che cambiamo e le vediamo sempre sotto nuove prospettive. Dall’apparenza definita dello stesso soggetto nasce l’infinito delle sue sfaccettature, il cambio d’abito dell’anima che lo trasforma continuamente in qualcosa di nuovo. Un segno netto, istintivo ma preciso, che non ammette errori nel suo essere, Così Germana, che predilige il supporto cartaceo, non la tela, proprio perché la carta non ammette errori, si pone difronte alla vita e alla natura, osservandole, cercando di trarne sempre nuove pulsioni. Nel ciclo più recente di Germana Bartoli compaiono gli alberi, simbolo di vita per eccellenza. “cavalli saggi e selvaggi”, come dice Prévert, che il disegnatore ‘cacciatore di felicità’, sempre secondo il poeta, ritrae senza far loro alcun male. Negli alberi Germana Bartoli cerca la forma dell’esistenza e, qui ancora una volta, l’essenza del femminile, che ha radici saldamente piantate ma chiome di rami a ‘scalpitare nel vento’.
Cristina Boschini, critica d’arte e giornalista

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