Pittore e grafico, Erio Baracchi è nato a Modena il 6 marzo 1926, dove ha seguito gli studi artistici e dove ha vissuto e lavorato.
La sua primissima attività lo vede dedicarsi all’applicazione di tecniche ed imprimiture volte all’optimum della resa formale, ricerca che diventa caratteristica peculiare di tutta la sua produzione.
Il suo iter artistico è segnato infatti dall’esperienza come grafico nell’ambito dell’industria d’avanguardia cui associa, negli anni dal 1961 al 1980, l’insegnamento di discipline artistiche e storia dell’arte nelle scuole statali.
Per l’esigenza di lunga meditazione e per il raggiungimento del perfezionismo tecnico e formale nella realizzazione delle proprie opere, sempre metafora del tecnologismo come della natura, la sua produzione figurativa è molto contenuta.
“Poeta del futuribile” ed innovatore nei contenuti, egli parte dalla già affermata era tecnologica per avvallare e sintetizzare simboli che vanno oltre il contingente, attingendo ai caratteri di una planetarietà che è unico modello culturale possibile nel futuro dell’uomo.
L’esordio nel mondo artistico di Erio Baracchi è segnato dalla presenza nel 1953 alla IV Mostra nazionale del disegno e dell’incisione moderna a Reggio Emilia: da quella prima apparizione si contano oltre 300 mostre fra personali e collettive.
Dal 1960 espone con cadenza quasi annuale a Milano e Firenze, città centro della sua formazione artistica e culturale.
Partecipa per invito a mostre nazionali ed internazionali: nel 1965 a Zurigo (Esposizione della pittura italiana contemporanea al Modern Art Centre), nel 1975 a Timisoara in Romania (Aspetti dell’evoluzione artistica modenese nel secolo XX),nel 1980 all’Atkinson Art Gallery di Southport ed alla Scuola di Architettura dell’Università di Liverpool.
Risale al 1979 la personale tenuta alla Woodstock Gallery di Londra.
Nel 1983-84 partecipa alla Mostra Itinerante degli Artisti Modenesi in Germania, mentre nel 1995 e nel 1996 espone nella Sala Gaudì di Barcellona (Spagna).
Quanto alle partecipazioni italiane, nel 1974 è a Bologna (Arte contemporanea al Museo Civico), nel 1976 a Torino, a Palazzo Lascaris (Mostra Mercato “Segnalati Bolaffi”), nel 1984 a Roma alla Galleria “il Carpine” (Pittura Emiliana nel XX secolo), nel 1993 al Museo d’Arte Moderna dell’alto mantovano di Gazoldo degli Ippoliti. Nel 1991, 1992 e 1994 partecipa al “Premio Suzzara”, mentre nel 2003 al “Premio Sulmona”.
Tra i numerosi riconoscimenti vanno ricordati la segnalazione “Bolaffi” negli anni 1976 e 1983, nonché nel catalogo Italia in Giappone I due Rinascimenti, Tokyo 2002.
Nel 1983 la rivista economica «Capital» lo annovera tra i maggiori artisti emergenti, indicando la sua opera quale valido investimento.
Dopo aver lasciato la docenza accademica nel 1980, diventa professore dell’Università della Terza Età di Modena dove per vent’anni si dedicherà ai suoi “nuovi allievi” insegnando loro le arti figurative e la storia dell’arte con la sua usuale, immutata passione, rigore e serietà.
L’avvento del “nuovo millennio” porta nuova linfa a Baracchi il quale, spiritualmente ed artisticamente rinnovato, reintrodurrà nei propri “ambienti”, a volte asimmetrici, e nelle proprie “attese”, a volte lunari, le sue amate “figure”. Sempre e comunque rigorosamente con lo sguardo rivolto all’orizzonte, all’infinito ed al futuro.
Nel frattempo, tra il 2004 ed il 2009, continua ad esporre le proprie opere in importanti mostre itineranti in tutto il centro-nord Italia.
Benchè malato, dipinge ed insegna sino agli ultimi mesi, con immutato entusiasmo e determinazione, sempre come se fosse un ragazzino pieno di meraviglia, innamorato della pittura e dell’uomo.
Compianto da tutti gli amici e gli allievi che lo hanno affiancato, abbandona gli scenari umani ed artistici il 2 ottobre 2012 soltanto dopo aver lasciato dietro di se un segno indelebile del suo passaggio nel panorama pittorico e culturale italiano grazie alla sua poetica ed al suo linguaggio unico.
Nel 2013 l’Università della Terza Età di Modena gli intitola l’Aula delle Arti Visive diventata per diverso tempo il suo secondo studio con i suoi affezionati alunni/e.
Il 13 ottobre 2018 dopo una lunga attività di raccolta e catalogazione la Famiglia ha presente la monografia di Erio Baracchi – Vaggio nelle geometrie dell’anima - con la prefazione di Renzo Margonari edito da Artestampa Edizioni – Modena.
Un volume di 208 pagine che ripercorre tuto il percorso dell’artista in 60 anni di attività.
Nel 2019 viene creato il sito dedicato: www.eriobaracchi.com
L’importanza dell’artista spinge la Famiglia a continuare la promozione e divulgazione del suo unico linguaggio con varie iniziative.
Tra le tante, in particolare nel 2022 il decennale della scomparsa, la presenza delle opere di Erio Baracchi presso la Moaoart Nanshan District - Shenzhen Cina nonché una importante retrospettiva ad ottobre 2022 nella sua città natale.