Beniamino Ascione è nato a Portici (NA) il 4 maggio 1895, è morto a Napoli il 24 novembre 1977.
Predisposto al disegno, già a dieci anni già frequentava la scuola serale di disegno e contemporaneamente fu accolto nello studio del pittore Federico Aprea, fino alla di lui morte avvenuta nel luglio 1911. Per espresso desiderio del defunto, i figli donarono all’Ascione lo studio del vecchio maestro. Dopo la morte dell’Aprea, l’Ascione passò presso il pittore Gustavo Girosi ove rimase solo per qualche anno a causa dello scoppio della I guerra 1915-18.
Dopo cinque mesi di guerra l’Ascione fu fatto prigioniero dagli Austriaci e internato nel campo di concentramento di Mauthausen ove rimase per ben 37 mesi. Nel campo di Mauthausen una baracca (la Kunstmaler baracca ) furono raccolti gli artisti prigionieri: pittori, scultori, intagliatori e maiolicistì, così anche l’Ascione, previo esame, fu ammesso nella baracca degli artisti che organizzarono mostre di quadri e sculture a Mauthausen, Linz, Vienna e a Stoccolma. A Mauthausen l’Ascione ebbe occasione di conoscere artisti di varie tendenze, ma soprattutto quello che giovò all’Ascione fu prima la conoscenza e poi i consigli e la direttiva del celebre pittore Giulio Aristide Sartorio, anch’egli prigioniero di guerra.
Congedato dal servizio militare, l’Ascione, dovette, pur continuando nelle ore di libertà a dedicarsi all’artea, occuparsi dei servizi di biblioteca nel Laboratorio di Entomologia Agraria di Portici prima e all’Istituto di Zoologia dell’Università di Napoli dopo, ove, per un trentennio, oltre a fare il bibliotecario, si dedicò anche alle Scienze Naturali pubblicando alcuni lavori su curiosità zoologiche. Dal 1949 riprese in pieno la sua attività artistica che si compendia in centinaia di dipinti ad olio, acquarelli, guazzi, disegni, pirografie, non pochi dei quali di pregevole fattura.
La sua opera pittorica non era ristretta soltanto ad un particolare genere, ma la figura ed i soggetti sacri sono i preferiti: da segnalare un Adamo ed Eva scacciati dal Paradiso terrestre, un quadro di grandi proporzioni e di largo respiro rappresentante rincontro di Gesù con Natanaele (Vang. S. Giovanni, 1,48), Santa Chiara, Santa Maddalena, un mirabile Autoritratto, un Arabo che legge il Corano. Sono anche da ricordare alcuni nodi di indiscutibile perfezione e di suggestiva bellezza, una Baccante, nature morte, fiori, animali, ecc.
Bibliografia:
1956 - Domenico Maggiore, Supplemento Artisti Viventi d’Italia, Napoli, Edizione Maggiore, pp. 30/34.