Pietro Annigoni, nasce a Milano il 7 giugno 1910, frequenta il Ginnasio "G. Parini" e si appassiona allo studio dei disegni di Leonardo.
Nel 1925, con la famiglia si trasferisce a Firenze, dove si diploma all'Istituto degli Scolopi.
Tornato a Milano, nel 1928, frequenta la Scuola Libera del Nudo; a Firenze, frequenta l'Accademia delle Belle Arti.
Nel 1929 espone per la prima volta un gruppo di disegni alla Galleria Cavalensie Botti di Firenze. Stringe amicizie con lo scultore Mario Parri, e Anna Maggini con cui si sposerà nel 1937.
Nel 1930 partecipa con il Ritratto del signor Pignotti (olio), a Risorgimento Artistico Italiano - 1 Esposizione del Gruppo Toscano a Firenze.
Nel 1934 allestisce la sua prima mostra personale a Palazzo Ferroni nella Galleria Bellini e vince il premio "Trentacoste". Compie numerosi viaggi, e in Germania rimane affascinato dalla pittura rinascimentale nordica.
Anticoformista, di idee liberali, impegnato nell'affermazione della sua visione della pittura in rapporto alla società, nel 1947 Pietro Annigoni firma, con Gregorio Sciltian, Xavier ed Antonio Bueno, Alfredo Serri ed altri, il Manifesto dei "Pittori Moderni della Realtà". Con tale dichiarazione, il gruppo si pone in aperto contrasto con le nuove correnti pittoriche propugnatrici dell'informale.
E sono proprio gli anni tra il 1945 e il 1950 che Annigoni realizza alcune opere fondamentali per il suo cammino d'artista. Nella solitudine del suo studio Annigoni segue il suo stile personale che non verrà mai classificato come appartenente a qualche gruppo o corrente. Distaccato dal mondo della cultura ufficiale, alla ricerca di un pubblico che capisca la sua arte, Annigoni, nel 1949, partecipa ad una mostra della Royal Accademy a Londra riscuotendo un successo che fa rimbalzare il suo nome sui giornali di tutto il mondo. Annigoni continua a dipingere restando coerente fino in fondo e proseguendo la sua battaglia solitaria in difesa dello stile figurativo, che per lui, studioso di Benedetto Croce, coincide con la difesa dell'integrità dell'uomo. A Londra, Pietro Annigoni espone da Wildenstein (1950, 1954), da Agnew (1952-1956), alla Federation of British Artists (1961), alle Upper Grosvenor Galleries (1966), oltre alle costanti partecipazioni aella Royal Academy, diventando il più ricercato ritrattista.
Nel 1955 dipinge il suo primo ritratto alla Regina Elisabetta II. In seguito Annigoni sarà praticamente il pittore della casa regnante e dell'aristocrazia inglese, allestirà importanti e seguitissime esposizioni anche a Parigi ed a New York. La passione per i viaggi lo porta a visitare tutto il mondo, alla ricerca di emozioni, culture, paesaggi diversi che egli riprende in schizzi e disegni.
Nel 1966, durante un viaggio sulla nave Raffaello, Pietro Annigoni conosce Rossella Segreto che sposerà in seconde nozze nel 1977.
Pittore ormai affermato in tutto il mondo, la rivista "Time" gli ha dedicato ben sette copertine, Pietro Annigoni ha saputo raccogliere intorno a se ed alla sua "bottega" una vera e propria scuola di tipo rinascimentale, assolutamente gratuita, liberamente frequentata da artisti molto diversi tra loro ed oggi affermati.
Tra i tanti riconoscimenti onorifici ed accademici attribuiti ad Annigoni in Italia ed all'estero, si ricordano quello di Cavaliere di Gran Croce Al Merito della Repubblica Italiana e quello di Cavaliere all'Ordine Civile di Savoia. Membro dell’Accademia di San Luca (Roma), delle Arti del Disegno (Firenze), dell’Accademia Cherubini (Firenze) e della Royal Society of Portrait Painters (Londra). È stato presidente dell’Associazione Incisori d’Italia.
Pietro Annigoni muore il 28 ottobre 1988 a Firenze, è sepolto nel Cimitero Monumentale delle Porte Sante a S. Miniato a Monte.
Bibliografia:
1930 - Pietro Annigoni, Ritratto del signor Pignotti (olio), Risorgimento Artistico Italiano - 1 Esposizione del Gruppo Toscano - Firenze 1930, Napoli, Cimento, p. 117 ill.
1961 - Pietro Annigoni. Monografia presentata da Nicolò Rasmo, Edam Firenze, pp. 32 + 145 tavv. f.t.
1974 - Raffael De Grada, Pietro Annigoni, Milano, Luigi Patuzzo Editore, pp. 64 (I profili del Comanducci).