- Andreotti Libero: nacque a Pescia il 15 giugno 1875. Dopo una breve permanenza a Palermo si stabilì nel 1899 a Firenze, dove trovò modesta occupazione in una tipografia e iniziò (nel 1902) a modellare in creta nello studio di Mario Galli, che gli aveva dato ospitalità.
- Nel 1905 partecipa alla Biennale di Venezia, con una scultura,
- l'anno seguente, a Milano, la sua opera interessò vivamente il mercante d'arte A. Grubicy.
- Nel 1907 Partecipa alla Biennale di Venezia, Rassegna L’arte del Sogno, Sala Internazionale, con la scultura in bronzo: Puro sangue.
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Alla LXXIX Esposizione Internazionale di Belle Arti della Società Amatori e Cultori di Belle Arti in Roma, che si tiene dal 1° febbraio al 30 giugno 1909, partecipa con le sculture "Donna Grazia", e "Il santino" (cera unica).
Nel 1909 partecipa alla VIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con le sculture: Le Parche (bronzo),
Nel 1910 partecipa alla IX Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con quattro sculture in bronzo a cera persa: Lucertolina, "Madame Herosse", Adolescente, La Gatta.
Nel 1910 alla LXXX Esposizione di Belle Arti a Roma, espone "La Maggiore", due testine di fanciulle, Amore carnale, Bambino.
- Dal 1909 al 1914 a Parigi espose con successo al Salon d'Automne e alla Galérie Bernheim Jeune. Proprio a Parigi, G. Apollinaire (L'Opinion, 29 apr. 1911) scriveva che l'Andreotti aveva rinnovato l'arte italiana della medaglia. Del periodo parigino si ricordano (entrambe del 1912) la Donna con i cembali e una Danzatrice (sala di musica di casa Ch. Sterne a Parigi), e il gruppo in bronzo di Diana ed Atteone, commissionato da Ph. Sassoon nel 1914 (oggi conservato a Firenze, nella villa de Marinis).
- Rientra in Italia nel 1914 e partecipa alla prima guerra mondiale. Si stabilisce a Firenze, dal 1920 insegna plastica al R. Istituto d'arte ed è a capo del cenacolo detto "dell'Antico Fattore". La sua produzione di questi anni, in marmo e in bronzo, è abbondante e risente, pur attraverso una certa stilizzazione, della formazione classico-accademica.
- Dall’8 aprile al 31 luglio 1922, è presente con le sculture in bronzo a cera perduta: "Baccante", "Il Pettine spagnuolo", "La Donna dal ventaglio", "Popolana che si stira", "La Donna sul sacco", "La Donna che saluta", "La madre", "Nudo", alla mostra "La Fiorentina Primaverile, Prima Esposizione Nazionale dell’opera e del lavoro d’arte", che si tiene nel Palazzo delle Esposizioni al Parco di S. Gallo a Firenze
- Nel 1922 partecipa alla XIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con sculture in bronzo a cera persa: Il pittore Aldo Carpi, Santo Francesco.
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Nel 1923 in occasione della Mostra d’Arte Italiana che si tiene a Buenos Aires dal 5 luglio al 5 agosto, gli viene acquistata un’opera per il Museo Nazionale Argentino di Belle Arti.
Nel 1924 partecipa alla Biennale di Venezia, con due sculture.
Nel 1924 realizza Il monumento alla Madre italiana collocato nel tempio di S. Croce a Firenze, ed il Monumento ai Caduti di Roncade (TV), iniziato nel 1922 ed inaugurato il 22 giugno 1924.
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Nel 1926 partecipa alla XV Biennale di Venezia, con una scultura.
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Nel 1928 partecipa alla XVI Biennale di Venezia, con tre sculture, "Cristo Risorgente" e altre due.
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Per il Monumento alla Vittoria di Bolzano del 1928, esegue il "Cristo Risorgente", e l’altorilievo al rovescio dell’altare, lo stesso anno esegue il Gruppo equestre nel Tempio dei Caduti a Milano.
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Nel 1930 partecipa alla XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con la scultura in bronzo: Brandano il pescatore.
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Nel 1932 partecipa alla XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, con tre sculture in bronzo a cera perduta: La casta Giulietta, Ritratto di Donna Maria Chiappelli, Ritratto della Sig.na V. P.
- Muore a Firenze il 4 aprile 1933.
- Nel 1934 gli viene ordinata una Mostra Retrospettiva, nell’ambito della XIX Biennale di Venezia, dove vengono presentate trentanove sculture in bronzo.
- Ricordiamo tra l'altro: il monumento ai Caduti di Roncade (1922), il monumento ai Caduti di Saronno (1924), il monumento alla Madre Italiana in Santa Croce a Firenze (1924-1-925), il Cristo risorto nell'Arco della Vittoria a Bolzano (1928) e il gruppo di Africo e Mensola (Roma, Galleria naz. d'arte moderna, 1933). Tra le sue opere: “Diana" (1914), “ Atteone" (1914), “La ciliegiara" (1919), “Pettine spagnolo" (1919), “Il perdono" (1920). “La Pietà" (1926) in Santa Croce a Firenze.
Bibliografia:
1907 - VII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 129.
1908 - Eugenio Vitelli, L'Arte alla VII Biennale di Venezia, Torino, Soc. Tip. Editrice Nazionale, pp. 44, 45.
1909 - VIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 34.
1909 - LXXIX Esposizione Internazionale di Belle Arti della Spcietà Amatori e Cultori di Belle Arti in Roma, catalogo, Roma, p. 23, 84;
1910 - Arturo Lancellotti, La LXXX Esposizione di Belle Arti a Roma, Natura ed Arte, Milano, Vallardi, N. 11 - 5 maggio, pp. 731, 732.
1910 - IX Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 144.
1922 - Mario Tinti, Libero Andreotti, su : La Fiorentina Primaverile, catalogo mostra, Firenze, aprile-luglio, pp. 3/7; (DA VEDERE PER DATI).
1922 - XIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 58.
1922 - XIII Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, Numero speciale della Illustrazione Italiana, Milano, Treves, supplemento al n. 31 del 30 luglio, p. 17.
1923 - Una Mostra d’Arte italiana a Bueno Aires, Milano, L’Italia Coloniale, n. 1, marzo , p. 19.
1923 - Ugo Ojetti: Ritratti d’Artisti italiani, Milano, Fratelli Treves.
1924 - Il monumento alla madre italiana nel tempio di S. Croce, Cimento, Anno IV, fascicolo XI, aprile, p. 242.
1926 - Libero Andreotti: Autopresentazjone, Milano, Hoepli.
1928 - Roberto Papini, L’arte degli italiani, Le Tre Venezie, n. 5, maggio, p. 36.
1928 - Monumento ala Vittoria a Bolzano, Napoli, Cimento, p. 59.
1930 - XVII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 132.
1930 - Alberto Zajotti, L’Arte Italiana alla XVII Biennale di Venezia, Ospitalità Italiana, Milano, ottobre-novembre, pp. 25/29.
1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, p. 113.
1934 - Ugo Ojetti, Mostra Individuale retrospettiva di Libero Andreotti (1877-1933), XIX Esposizione Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, catalogo mostra, pp. 162/165, tav. 22.
1934 - Francesco Sapori: Alla XIX Biennale Veneziana, Urbino, in “Rassegna dell’Istruzione Artistica,,, aprile-maggio-giugno 1934.
1936 - La Marina Mercantile Italiana in regime Fascista, Almanacco degli Italiani ell'Estero 1936 - Roma, Edizioni Roma, p. 148.
1940 - Vincenzo Costantini: Scultura e pittura italiana contemporanea, Milano, Hoepli.
1942 - Alberto Riccoboni: Roma nell’arte. La Scultura nel- l’Ero Moderno, Roma, Casa Editrice Mediterranea.
1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma, Libreria dello Stato.
1970 - Seconda biennale internazionale della grafica d’arte, la grafica tra le due guerre, catalogo mostra, Firenze, pp. 49/50, ill. DA FARE
1989 - Pier Carlo Santini, Aspetti della scultura contemporanea 1900-1989, Bologna,Grafis, pp. 18, 19.
1993 - Sigfrido Bartolini, Inaugurata a Pescia la gipsoteca dedicata al grande artista Libero Andreotti, L’indipendente, 2 aprile, p. 17.
1993 - Libero Andreotti. Testi di Ornella Casazza, Raffaele Monti, Vittorio Sgarbi, catalogo mostra, Mesola (FE), Castello Estense, Grafis edizioni, Bologna, pp. 96.
1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, Seconda edizione, volume primo, Lodi, Il Pomerio, pp. 29/33.
1996 - La Biennale di Venezia. Le Esposizioni Internazionali d’Arte 1895-1965, Milano, Electa, Venezia, Biennale, p. 294.
1998 - Libero Andreotti, a cura di Giuseppe Appella, Silvia Lucchesi, Raffaele Monti, Claudio Pizzorusso, catalogo mostra, Matera, Chiese rupestri Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, Edizioni La Bautta, pp. 184.
2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, p. 30.