Cesare Ancellotti è nato a Gonzaga (MN) nel 1930, ha sempre fatto il nobile mestiere di contadino.
Alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, nel dicembre 2022 ha presentato la mostra personale “Ricordi del mondo contadino” e nel marzo 2024 la mostra personale “Ricordi del mondo contadino - Dipinti 2022/2024”.
Il 30 giugno 2024 Cesare Ancellotti muore nella sua casa a Gonzaga (MN).
Contatti:
Marco Ancellotti
Tel. 0376.58678
E-mail: info@ancellotti.it
Giudizi critici:
La Pittura di Ancellotti un candore da favola innocente
“(…) Tra la fornace, la pieve, la stalla, il casolare, i fossi, le zolle, i pioppi, i filari, il grano, l’uva, le zucche, il fieno, la robinia, le patate, le viole, i nidi, i cavalli, le oche, i torelli, i cani randagi, la neve, il vento, il solleone, il temporale, la veglia notturna, il desco, la potatura, la semina, il raccolto.
Il suo mondo è qui.
Qui, dove Ancellotti ha i suoi legami di sangue e di cultura, sembra che egli senta battere i polsi dell’intera civiltà dell’uomo e, ogni giorno levarsi, con il sole il battito profondo dell’anima universale. (…)
La natura, gli uomini, le creature.
La pittura di Ancellotti aiuta ad intenderli, a renderci ancora degni di loro, a viverli, seppur nel ricordo, come l’approdo a un’isola lontana, forse irraggiungibile, ma nella quale avremmo voluto restare per tutta la vita.
Ma per avere il bene di entrare in rapporto con la voce meravigliosamente generosa e innocente di Ancellotti, forse bisognerebbe essere come lui. Bisognerebbe cambiare tutta la propria vita. Ma è tardi, è impossibile. Gli si renda grazie di attendere ogni giorno che, un poco anche per noi si alzino i colori di una verità semplice come fosse la cosa più bella e più giusta sulla terra”.
Gian Maria Erbesato, 1992
Fa vedere grandi le piccole cose
“Lo svolgimento quasi religioso della vita che si perpetua nonostante tutto. Un’esigenza profonda dello spirito continua, con i suoi colori, a parlare al cuore degli uomini con la tenera dolcezza della terra padana, con la sicurezza dei suoi cicli stagionali. (…)”.
Domenico Pirondini
Introduzione ad un pittore della memoria contadina. Quadri come storie di un mondo cambiato
“(…) Una cosa mi pare certa: il taciturno Ancellotti affida la parola ai suoi dipinti per inviarci un messaggio sincero (e quali sempre poeticamente compiuto) sulle ragioni nuove del rapporto uomo/natura che la civiltà industriale è giunta a mettere in pericolo. E la fa senza enfasi, con semplicità e con intensità d’accenti che trovano la loro linfa nella memoria di un mondo contadino cambiato. (…)”.
Mario Cadalora, Gonzaga, 1991
Ad Ancellotti
“(…) Tanta gioia, tanta freschezza, tanta luminosità, tanto sorriso e felicità di vita spira dai suoi quadri, che ci stupisce piuttosto che essi siano dipinti e non finestre aperte sui paesaggi da cui si rivelano con letizia se pur non senza un po’ di nostalgia, la visione e il ricordo. Senonché guardando, ammirando e godendo una così miracolosa festa di colori e di luce, la florida letizia della terra, la giovinezza eterna del sole e questi cieli percorsi da ventose galoppate di nubi e le creature che popolano la terra, si sente che qualcosa di essenziale ha raggiunto il pittore al vero per quanto bello, alla natura per quanto meravigliosa. (…)”.
Zanerini
Cesare Ancellotti, una autentica vocazione per la pittura
“(…) I suoi dipinti parlano un linguaggio generalmente semplice e comune, con cadenze dialettali, attraversato qua e là da fremiti di poesia, da sommesse frasi melodiche.
Ed è sorprendente, ma in fondo naturale, che il fluire calmo e placido di questa pittura abbia di tanto in tanto delle impennate e raggiunga vertici di trasfigurazione surreale in talune trame cromatiche di celestiale finezza e luminosità o, all’inverso, in certe atmosfere inquietanti e cupamente corrusche (…)”.
Franco Pone, Modena, 1991
Almanacco Gonzaghese e Cesare Ancellotti
“L’edizione 2022 dell’Almanacco Gonzaghese è dedicata all’artista gonzaghese, classe 1930, appassionato di pittura da oltre sessant’anni.
(…) decide di esporre le sue opere in pubblico e comincia nel maggio 1990 con 12 opere in occasione della mostra collettiva “13 Pittori Gonzagheschi” presso l’ex convento di Santa Maria, luogo d’origine di quella fiera che lo aveva avvicinato alla pittura e comunque a pochi passi da casa, proprio sulla strada che dalla sua abitazione conduce in paese e che troviamo rappresentato anche in quadro.
Seguono varie mostre personali e collettive a Gonzaga, Suzzara, Moglia, San Felice sul Panaro, Grazie di Curtatone, fino alla più recente personale presso l’ex convento di S. Maria dal 5 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016. E Cesare… continua a dipingere”.
Gabriele Vittorio Ruffi
Bibliografia:
1999 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, con la collaborazione di Maria Gabriella Savoia, Volume I, A-Bona, Mantova, Archivio Sartori Editore, pp. 41/42.