Giovan Battista Amendola studiò a Napoli. In Inghilterra ebbe ammiratore ed amico il pittore Alma Tadema.
Ritrattista insigne e impeccabile cesellatore, rivelò monumentale potenza plastica. Geniale assertore e singolarissimo interprete della verità, fu animato d’ardente patetismo e allietato da greche finezze di forma.
Qualche opera sua: “Il Pergolesi,,, “ Caino e la sua donna,,, “Mariano Abignente,,; le “Cariatidi,, del monumento partenopeo al banchiere Schilizzi (poi Mausoleo di Posillipo); la statua di “Gioacchino Murat,, nel Palazzo Reale di Napoli; “Dogali,,.
Realizza nel 1882 per conto del Comune di Sarno (SA), il monumento a Mariano Abignente, collocato nella piazza omonima.
Nel 1903 Partecipa alla Biennale di Venezia, con 3 sculture: VEnere, Ada .
Bibliografia:
1903 - Filippo Abignente, La disfida di Barletta, (con ill.), Bergamo, Emporium, n. 98, febbraio, p. 129, 130.
1903 - Vittorio Pica, L'Arte Mondiale alla Quinta Esposizione di Venezia, Bergamo, Istituto Italiano d'Arti Grafiche, pp. 66, 67.
1920 - Francesco Sapori: Giovan battista Amendola, Torino, Celanza.
1922 - Filippo Abignente e Mariano Orza: Vita e opere di Giovan battista Amendola, Sarno.
1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma, Libreria dello Stato.
1994 - Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani, Dal neoclassico al liberty, Seconda edizione, volume primo, Lodi, Il Pomerio, pp. 22/24.
1996 - La Biennale di Venezia. Le Esposizioni Internazionali d’Arte 1895-1965, Milano, Electa, Venezia, Biennale, p. 293.
2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, p. 28.