Pullini Pio

pittore illustratore decoratore
Ancona, 28 luglio 1887 - Roma, 10 luglio 1955

Illustra: Serie di n° 8 cartoline di propaganda disegnate dal pittore Pio Pullini. Serie I. II° Edizione. Casa Editrice Boeri di Roma.

Pio Pullini e Roma. Venticinque anni di storia illustrata (1920 - 1945), dal 22 aprile al 5 settembre 2010 il Museo di Roma Palazzo Braschi, espone le opere di Pio Pullini appartenenti alle sue collezioni con prestiti dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna e dagli eredi dell’artista. In mostra circa 90 opere appartenenti alle collezioni del Museo di Roma, alla Galleria Comunale d’Arte Moderna, alla Collezione Pia Petrucci e alla Collezione Pietro Pullini: illustrazioni, acquerelli e dipinti divisi in tre sezioni che ricalcano i periodi in cui Pullini visse a Roma: dal 1906 allo scoppio della Grande Guerra; dal 1920 al 1922 e dal 1934 alla sua morte. Nella prima sezione si trovano alcune illustrazioni realizzate dall’artista per importanti riviste e quotidiani tra cui “La Tribuna illustrata” e “L’Urbe”. Pullini affresca insieme ad altri pittori il Palazzo del Viminale(1920), ritrae in modo insolito e intimo Gabriele D’Annunzio, dipinge il ritratto ufficiale del nuovo Papa Pio XI e una singolare caricatura del poeta Trilussa, suo amico di lunga data. Nel ’22 lascia Roma per insegnare disegno nelle scuole di Cagliari, Rovigo e Faenza ma mantiene i contatti con la città attraverso la partecipazione a mostre collettive (nel ’21 partecipa alla I Biennale Romana, nel ’26 alla mostra di caricature nell’ex ristorante Biffi e dal ’27 al ‘30 alle mostre annuali degli Amatori e Cultori d’arte al Palazzo delle Esposizioni). Inoltre la sua notorietà cresce con l’illustrazione del libro unico di letture per la prima e la seconda elementare. La seconda sezione racconta gli anni della Seconda Guerra Mondiale e del Dopoguerra con acquerelli caratterizzati da un realismo ironico e dolente. L’occhio vigile e partecipe di Pullini si sofferma su preti e sovrani, nobili e borghesi, politici e popolani, reduci ed eroi, gerarchi fascisti e nuovi arrivati americani. Tutti sono ritratti a figura intera su sfondi sfumati riducendo al minimo i tratti caricaturali, scelta che rende queste opere un fedele documento di quei tempi. La terza ed ultima sezione raccoglie un gruppo di dipinti che, a partire dal1912, ne documentano l’attività di ritrattista. Dai nudi di donna, testimonianza della sua formazione presso l’Istituto di Belle Arti di Roma e l’atelier di Giulio Aristide Sartorio, alle opere più tarde dove affiora una vena più familiare e intimista.

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