Papi Federigo

scultore medaglista pittore
Siena 2 maggio 1897 - Roma 1982

Frequentò, a Siena dal 1915 al 1917, l'istituto d'Arte Duccio Boninsegna ed iniziò a lavorare come scultore presso il maestro Fulvio Corsini. Dal 1920 al 1924 frequentò la Scuola d'Arte della Medaglia, risultando vincitore di una borsa di studio nel biennio 1923/24. Esegue nel 1922 il Monumento ai Caduti di Monsummano; nel 1924 il busto di Pascoli a Barga. Nel novembre dicembre del 1930, partecipa alla Prima Mostra Internazionale d’Arte Sacra di Roma, con la Medaglia commemorativa per la Beata Camilla Valentini. Presente nel 1932 alla III Mostra del Sindacato Fascista Belle Arti del Lazio con tre opere: "Testa dello scultore Corsini", "Testa di Atleta", "Testa di giovane Toscano".

Nel 1932 partecipa alla XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia - Mostra della Medaglia, con cinque medaglie: Natale di Roma - diritto e rovescio (medaglione in bronzo), Fecondità (targhetta in bronzo), Contessa Amelia de Villefranche (medaglia in bronzo), Primavera (targhetta in bronzo argentato), Estate (targhetta in bronzo argentato), Donna e pulcini.

Nel 1934 alla XIX Biennale di Venezia, presenta due medaglie

Nel 1934/35 ha insegnato presso l'Istituto Romano di S. Michele.

Nel 1936 realizza il rilievo in marmo per l'arengo del Comune di Aprilia (distrutto per cause belliche); nel corso dello stesso anno partecipa alla VI Mostra Sindacale del Lazio con quattro opere: "Figura di Orante", Testa Romantica", "Sotto la Pioggia" e "Popolana".

Nel 1936 partecipa alla XX Biennale di Venezia, presenta due sculture.

Per il Padiglione Italiano all'Esposizione di Parigi 1937, esegue la statua simbolica rappresentante "la Corporazione dell'industria dello zucchero".

Nel 1938, a Pomezia, esegue le stazioni della via Crucis conservate all'interno della Chiesa di San Benedetto.

Per la Basilica di san Pietro e Paolo all'EUR di Roma (1941 c.), realizza due grandi angeli al centro della facciata, ai lati della croce.

E' presente alla X Sindacale fascista (1942) con "Giuditta". Dal 1942 al 1956, presso l'Istituto Duccio Boninsegna di Siena, ha insegnato prima pittura decorativa, poi scultura decorativa, quindi plastica, dirigendo il laboratorio della sezione di decorazione plastica. Dal 1956 al 1967 ha tenuto la cattedra di figura ed ornato modellato nel liceo artistico dell'Accademia di Brera.

Ha partecipato a tutte le più importanti collettive di questo secolo ed in particolare alle Quadriennali di Roma del 1931, 1935, 1939, 1948. alle Biennali di Venezia del 1952 con 5 sculture, e a quella del 1954 con 3 incisioni.

Ha partecipato a tutte le più importanti esposizioni d'arte della medaglia, tra cui: Parigi 1930, Vienna 1935, Budapest 1936, Amsterdam 1950, Madrid 1951, Roma 1953 Londra 1955, Barcellona 1958, Anversa 1959, Stoccolma 1955-56, Anversa 1961, Roma 1962, Amburgo 1963, Parigi e Atene 1965, Roma 1973. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui: Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, la Galleria d'Arte Moderna di Firenze (Palazzo Pitti), la Galleria di Palazzo Grassi a Venezia, la collezione del Monte dei Paschì di Siena, la Galleria d'Arte Sacra contemporanea di Milano (Niguarda), la Galleria del Disegno Contemporaneo di Pisa, il Museo Numismatico dell'Aia. E' morto a Roma nel 1982.


Bibliografia:

1930 - Prima Mostra Internazionale d’Arte Sacra, catalogo mostra, Roma, p. 28, (ill.).

1932 - XVIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, catalogo mostra, pp. 141/142.

1937 - Le pavillon Italien. Exposition de Paris 1937, Edité par la Chambre de Commerce Italienne de Paris, p. 12.

1949 - Francesco Sapori: Scultura italiana moderna, Roma, Libreria dello Stato.

1996 - Federigo Papi (1897-1982). Acquerelli e sculture, Roma, Carlo Virgilio Arte Moderna e Contemporanea,

1996 - La Biennale di Venezia. Le Esposizioni Internazionali d’Arte 1895-1995, Venezia, Electa, p. 566.

2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume II, M-Z, Adarte, p. 680

Leggi tutto