Si reca a Monaco dove studia per quattro anni sotto la guida di Smith, torna in Italia e frequenta l'Istituto di Belle Arti di Roma con Ettore Ferrari.
Nel 1915 allo scoppio della guerra scappa da Trieste A Fiume dove soggiorna per due anni, esegue per il coro la chiesa dei Cappuccini cinque "Angeli cantori".
Tra le sue sculture si ricordano un "Narciso che si specchia nell'onda", ed un nudo femminile intitolato "Eva".
Bibliografia:
1922 - Salvatore Sibilia, Pittori e Scultori di Trieste, Introduzione di Silvio Benco, Trentanove ritratti incisi in legno da Sergio Sergi e Franco Cernivez, Milano, L’Eroica, pp. 153/160.
2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, Adarte, p. 517.