Il pittore e scultore Bruno Gherri Moro è nato a Castelfranco Veneto il 6 settembre 1899.
Troncati gli studi, causa la guerra (1914-1918) fu combattente in Francia con il generale Albricci. Nel 1925 partì per Parigi incoraggiato dallo zio di Maurice Utrillo, fece la sua prima personale alla Galleria Henri Manuel (Fanbry Montmarte) ottenendo un lusinghiero successo. Si dedicò pure al cubismo (1928). Una sua mostra personale ebbe successo alla Galleria Georges Petit, con artisti francesi Lebasque e Le Sidaner. Ebbe come critici d’arte Thiebault Sisson (Temps), Camille Manclair (Figaro), Fauvvloski (Le Journal). Da allora espose alle diverse manifestazioni di arte con i migliori artisti italiani, De Chirico, De Pisis, Campigli, Severini ecc., guadagna il premio e viene acquistato il suo quadro dal Governo Francese per il Museo Jeu de Paume, e invitato a partecipare al padiglione italiano dell’esposizione Internazionale a Parigi. Espone al Salone degli Indipendent, Salon d’Autunno, alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, alla Nazionale di Milano, e in diverse Nazionali italiane, ottenendo premi a Trieste, alla P. Michetti, Terni ecc. Invitato al Museo Rath di Ginevra e in diverse esposizioni in Svizzera. Di ritorno dal Belgio sostò a Parigi per le feste dell’armistizio dove nel dicembre 1919, al caffè de la Rotonda a Montparnasse, ebbe l’occasione di conoscere il pittore Modigliani. Nel 1926-27 entrò come decoratore dall’ingegnere F. Jacopozzi (chiamato, in quell’epoca a Parigi, il Mago dell’Elettricità) per decorazioni luminose ai magazzini del Louvre Sammaritaine, una festa veneziana sulla Senna, creò il bozzetto per l’illuminazione della torre Eiffel. Il Gherri Moro ideò la decorazione luminosa alla Torre Eiffel cioè: Il fulmine, il fuoco, la cascata d’acqua.
In questa fotografia, documento unico, il Gherri Moro si trova all’altezza di 80 metri fra le metalliche braccia della torre assieme ad un acrobata svizzero; per il controllo dell’insegna luminosa.
È fra i rari e privilegiati che ha dominato nella torre. Nell’ambiente artistico di Parigi Gherri Moro era conosciutissimo come suonatore di chitarra, per il suo fare spiritoso e pieno di brio e alla galleria Carmine (Rue de Seine 51) diede concerti in presenza di Maurice Chevalier, Luigi Solidor, Josephine Baker, e i migliori artisti dell’epoca, (vedi giornale (Les Beaux-Arts) 1936. Il pittore De Pisis non vedeva di buon occhio il pittore Gherri Moro, che lavorava con spirito differente, ma dopo la guerra il De Pisis riconobbe in Gherri Moro un amico e gli fece omaggio di un’opera di pittura con dedica di elogio.
Sue opere figurano nelle principali città d’Europa e in collezioni Italiane e estere. Vinse il concorso per le vetrate in una chiesa del Vallese e invitate a ultimare le vetrate della Basilica di Notre Dame di Ginevra in esecuzione a quelle del defunto pittore francese Maurice Denis.
Invitato nuovamente alla Biennale del 1948, venne poi escluso nel 1950 per il clamoroso quadro dal titolo «Pittore con la maschera» (sala XXXVIII).
Nel 1952 venne nominato per meriti artistici e turistici Cittadino onorario del comune di Evolene, stazione di soggiorno nel Vallese.
Ha insegnato per tre anni al Liceo Scientifico Italiano di Parigi.
Da qualche anno si dedica alla scultura e una sua opera «Madonna con bambino» trovasi a Ginevra nella Basilica di Notre Dame. Altre sue opere a Sion. A Losanna il busto del pittore Paul Monnier e quello del chirurgo H. De Rosten a Sion ecc.
Ebbe diversi allievi in Italia e Svizzera fra i quali Giorgio Dario Paolucci per un lungo periodo di tempo.
Brune Gherri Moro visse a Sion (Vailese) Svizzera dove morì nel 1967 in un incidente automobilistico.
Bibliografia:
1956 - Domenico Maggiore, Supplemento Artisti Viventi d’Italia, Napoli, Edizione Maggiore, pp. 295/301.