Mario Gardella, conosciuto come Ignazio, è stato un architetto, ingegnere, designer e accademico italiano.
Nato in una famiglia di ingegneri e architetti di origini genovesi, a 18 anni decide di firmarsi Ignazio in onore del bisnonno, l’architetto Ignazio Gardella senior.
Dopo aver frequentato il liceo classico Berchet di Milano, nel 1924 si iscrive alla Facoltà di Ingegneria Civile del Politecnico di Milano, laureandosi nel 1928.
Durante gli anni universitari stringe amicizia con diversi studenti di architettura, tra i quali Franco Albini, Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers, Giovanni Romano, Luigi Vietti, assieme ai quali prende parte attiva nel Movimento Moderno italiano.
Nel 1928, ancora studente, comincia a lavorare nello studio milanese del padre Arnaldo e del suo socio, l’ingegnere Luigi Martini, impegnati soprattutto in lavori di edilizia ospedaliera ed assistenziale commissionati da Teresio Borsalino, prozio di Aura Usuelli, divenuta sua moglie nel 1933.
Dopo la morte del padre nel 1928, continua a svolgere la propria attività professionale tra Milano ed Alessandria, ma a partire del 1929 intraprende una serie di viaggi in tutta Europa con lo scopo di conoscere l'architettura moderna dei paesi europei, entrando in contatto diretto con l'ambiente culturale tedesco e scandinavo in particolare.
Prima del secondo conflitto mondiale si registrano anche alcune sue partecipazioni a importanti concorsi d'architettura, come quello per la costruzione della Casa del Fascio di Oleggio insieme all'architetto Luigi Vietti (1934), e alcune realizzazioni tra le quali il Dispensario antitubercolare di Alessandria (1933-38), considerato uno dei capolavori dell'architettura razionalista italiana, e villa Borletti a Milano (1933-36).
Il conflitto mondiale segna un periodo di transizione nella produzione di Gardella, che rimane uno dei protagonisti nel dibattito architettonico e urbanistico ed è, agli inizi del 1943, tra i promotori del Piano A.R. (“Architetti Ritrovati”) e, nel 1945, tra i fondatori del Movimento di Studi per l’Architettura (MSA), del quale è presidente tra il 1946 e il 1947.
Il 1947 è un anno significativo, grazie sia alla a partecipazione al primo Congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) dove incontra Giuseppe Samonà, preside dello IUAV di Venezia, che lo invita ad insegnare composizione architettonica; che per la partecipazione, assieme a Luigi Caccia Dominioni e Corrado Corradi Dall'Acqua, alla fondazione della ditta “Azucena”, prima azienda italiana produttrice di mobilio e oggetti d’arredo.
Nel 1949 consegue la laurea in Architettura presso l’Istituto Universitario di Venezia (IUAV) e inizia l’attività didattica presso lo stesso istituto, che durerà fino al 1975; sarà impegnato anche come visiting professor in numerose università italiane ed estere.
Nel corso della sua carriera professionale, è insignito di diversi riconoscimenti tra i quali: il Premio Olivetti per l'Architettura (1955), la Medaglia d'Oro conferita dal Presidente della Repubblica ai benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte (1977) e il Leone d'Oro alla carriera alla Biennale di Venezia (1996).
Tra i suoi numerosi progetti, si ricordano: Casa Tognella, detta Casa al Parco, a Milano (1946-53); Casa del Viticoltore a Pavia (1947); Case Borsalino ad Alessandria (1948-52); Casa alle Zattere a Venezia (1953-58); Centrale termoelettrica SADE a Ravenna (1957-59); Mensa Olivetti nel complesso industriale di Ivrea (1954-58); Uffici Alfa Romeo ad Arese (1969-72); Facoltà di Architettura di Genova (1975-89); Teatro Carlo Felice a Genova (con Aldo Rossi, Bruno Reichlin e Angelo Sibilla, 1981-90).
-M. Tafuri, Gardella Ignazio, voce in Enciclopedia Italiana, Treccani, III Appendice, Roma 1961
-S.
Guidarini, Gardella Ignazio Mario, voce in Dizionario Biografico degli
Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 2015
-I. Gardella, M. Casamonti (a cura di), Ignazio Gardella architetto (1905-1999): Costruire le modernità, Electa, Milano 2006
-I. Gardella, G. C. Argan (a cura di), Ignazio Gardella, Edizioni di Comunità, Milano 1959
-I. Gardella, M. Porta (a cura di), L’architettura di Ignazio Gardella, Etas Libri, Milano 1985
-P. Zermani, Ignazio Gardella, Laterza, Roma-Bari 1991
Gardella nacque in una famiglia di ingegneri e architetti di origine genovese. Benché il suo nome originale di battesimo fosse Mario, Gardella scelse a 18 anni di firmarsi Ignazio, in onore del bisnonno.
Dal 1915 al 1923 frequentò il Regio Liceo Ginnasio Giovanni Berchet di Milano e strinse amicizia con il compagno di scuola Luchino Visconti, futuro regista teatrale e cinematografico. Si laureò in Ingegneria al Regio Istituto Tecnico Superiore (futuro Politecnico di Milano) nel 1928, mentre ottenne successivamente la laurea in Architettura allo IUAV, Istituto Universitario d'Architettura di Venezia, nel 1949.
La sua lunga attività professionale iniziò prima della laurea e la sua figura rimase ai vertici dell'architettura italiana per tutti gli anni sessanta e settanta, con intensa attività professionale la cui importanza è testimoniata dalla presenza sulle maggiori riviste internazionali. L'attività di Gardella ha avuto un ruolo determinante anche nel campo del design già dal 1947 quando, insieme a Luigi Caccia Dominioni, fondò Azucena, la prima azienda che inaugurò la produzione italiana di design di qualità. Gardella ha progettato principalmente mobili d'arredamento.
Dal 18 dicembre 2025 al 16 marzo 2026 in occasione dei 120 anni dalla nascita di Ignazio Gardella la città di Alessandria celebra uno dei più importanti protagonisti dell’architettura italiana del Novecento con la mostra Ignazio Gardella. Progettare la città, in programma presso la prestigiosa sede delle Sale d’Arte. L’esposizione, a cura di Emanuele Piccardo, indaga diciassette progetti firmati da Ignazio Gardella tra Alessandria, Milano, Genova e Venezia attraverso documenti originali, fotografie, disegni e schizzi, insieme a una campagna fotografica realizzata appositamente per la mostra da Marco Introini ed Emanuele Piccardo, a cui si affiancano alcune fotografie storiche di Gabriele Basilico.