Di umili origini, frequentò i corsi serali di disegno presso la scuola
elementare di Scandicci. Entrato come garzone nello studio di Cesare
Fantacchiotti, ne divenne allievo prediletto e poi erede della bottega
nel 1922. Partecipò alla prima Esposizione donatelliana di Livorno
(1909): vinse il premio di primo grado con la medaglia d’argento per La
Carità; nel 1910 all'Esposizione internazionale di Cettigne, allora
capitale del Montenegro, vinse la medaglia di bronzo, con l'opera Lavoro. Dopo la prima
Guerra Mondiale, alla quale partecipò, si dedicò prevalentemente alla
clientela privata e non aderì all'approccio monumentalista della
scultura di regime, fatto che lo fece mantenere ai margini del mondo
artistico.
Nell'Aprile-Maggio 1929-VII, partecipa alla mostra del Sindacato
Fascista Toscano Belle Arti - II^ Mostra Regionale d'arte Toscana, con
l'opera: Gruppo in bronzo.
Fu comunque Accademico Onorario nel 1933 e, dopo la II Guerra
Mondiale, Accademico Aggregato nel 1953. Nel 1954 fu nominato
professore all’Accademia fiorentina di Belle Arti.
Nella Galleria d’Arte Moderna di Firenze è conservato il ritratto in
marmo di “O. Giglioli”.
Bibliografia:
1929
- Sindacato Fascista Toscano Belle Arti - II^ Mostra Regionale d'arte
Toscana, Aprile-Maggio 1929-VII, Accademia delle Belle Arti di Firenze,
p. 15.
2003 - Alfonso Panzetta, Nuovo Dizionario degli Scultori Italiani dell’ottocento e del primo novecento, volume I, A-L, Adarte, p. 419