Nato a Malnate (Varese) il 19 febbraio del 1909, Ferruccio Francesco Frisone si forma negli anni tra le due guerre come disegnatore e come pittore frequentando a Milano l'Accademia di Brera e i circoli futuristi del capoluogo lombardo. Dall'inizio degli anni Trenta lavora per la casa editrice Vitagliano come impaginatore, disegnatore e illustratore.
Dal 30 aprile - 21 maggio 1933 XI°, partecipa alla Mostra Nazionale d'Arte Futurista, al Palazzo Ducale di Mantova, che si tiene in occasione della III^ Settimana Mantovana, Mostre d'Arte, presenta le opere: Golgota, Amanti.
Richiamato alle armi nel 1942 e assegnato a un'unità presidiaria di stanza in Albania, è costretto a numerosi ricoveri ospedalieri a causa di seri prolemi di salute alla schiena. Catturato dai tedeschi all'ospedale militare 426 di Tirana dopo l'8 settembre 1943 e in seguito internato a Semlin, Versen e Fullen. Dopo la prigionia riprende il lavoro presso la Vitaliano. Dopo la chiusura di questa, nel 1964, può dedicarsi in modo più continuativo all'attività pittorica, pur dovendo sempre fare i conti con una salute precaria. Il 24 aprile 1972, nello spazio prestigioso del Palazzo dell'Arengario, in piazza del Duomo a Milano, si tiene la sua prima personale con i disegni della prigionia, sponsorizzata dalla Ripartizione iniziative culturali e turismo del Comune di Milano e intitolata Dall'Albania al Lager VI/C. A dicembre Frisone riceve l'Ambrogino d'oro (la più alta onorificenza riservata dal comune ai propri cittadini) per la sua attività di pittore e disegnatore. Muore a Milano il 26 dicembre 1973.
Bibliografia:
1933 - III^ Settimana Mantovana, Mostre d'Arte - Mostra Nazionale d'Arte Futurista, Palazzo Ducale di Mantova, 30 aprile - 21 maggio XI°, pp.nn.