Nasce a Pomponesco (MN) nel 1910, muore a Milano nel 1984.
Giovanissimo si trasferisce a Milano, dove frequenta la Scuola d'Arte dell'Umanitaria e quella del Castello Sforzesco.
Nel 1927, presentato da Paolo Buzzi e Armando Mazza, incontra Filippo Tommaso Marinetti e aderisce al Futurismo. Già nel 1928, partecipa ad un'importante mostra del Futurismo nella Galleria “Pesaro” di Milano.
Le sue opere, che lui stesso definisce “fantasmagorie cosmiche”, nella ricerca di un dinamismo plastico con particolare attenzione al polimaterismo, superano il già avanzato dinamismo futurista, più che visioni aeree, appaioni quali visioni fantastiche ottenute con passaggi di luce contrastanti. Partecipa con queste opere alle esposizioni futuriste. Nella nota e qualificata Galleria “Pesaro”, Asinari partecipa nel 1933 alla mostra storica “Omaggio futurista a Umberto Boccioni”, curata dallo stesso Marinetti, con le opere Aeropittura e Amanti, opere in cui l’artista sceglie la simultaneità visiva della compenetrazione dei piani e linee forza per esprimere la sua volontà di uscire dall’ordinario.
È tra i primi a sperimentare la tecnica del collage grazie anche a strutturazioni di colori irriferenti, propende verso l’inogettualità che lo pone tra gli anticipatori del costruttivismo lirico (con un'esemplare produzione astrattocostruttivista). Infatti Asinari, insieme a Balla, Depero, Paladini, Pannaggi, Marosco, Ciacelli, Diulgheroff, Munari, Furlan e Regina, anticipa la visione strutturata concretista.
Nel 1934 partecipa ad un altro appuntamento futurista milanese di grande rilievo: la mostra “Omaggio dei futuristi venticinquenni, al venticinquennio del Futurismo”.
L’anno seguente partecipa alla “Prima Mostra Libera dell’Avanguardia Artistica di Milano” (‘Arcimboldi’, Milano 1935); nella Galleria di Bruno Munari, assieme agli altri artisti mantovani Francesco Scaini, Oreste Marini, Giuseppe Lucchini ed Albano Seguri, opera alla ricerca di un particolare costruttivismo.
Tra le altre partecipazioni espositive di Asinari di tutto rilievo, si pone la mostra marinettiana degli “Aeropittori futuristi” (così definiti sulla rivista romana ‘Artecrazia’, diretta da Mino Somenzi, che pubblicava il manifesto futurista agli studenti d’Italia e del mondo), del febbraio 1938, nella ormai leggendaria “Galleria del Milione” dove espone Fantasmagoria di forme e colori, e Umanità geologica.
Durante la seconda guerra mondiale (l'artista è chiamato all’arruolamento) ha lo studio bombardato con la conseguente perdita di numerose opere. Dopo il ’45, Asinari riprende la propria intensa attività creativa.
Asinari, che insegna scenografia e grafica al Castello Sforzesco di Milano e all’Istituto P. Toschi di Parma, dopo la guerra si isola nel proprio studio: ogni quadro eseguito è una ricerca nuova, un percorso da seguire ma la sua passione per la ricerca lo porta a eseguire tante opere a se stanti. La sua attività espositiva non è mai eccessiva, ma anzi scelta e significativa.
Aderisce al Movimento Arte Concreta (MAC), il movimento non figurativo milanese nato nel 1948, con opere che, per contenuti e gamme cromatiche, si possono sicuramente definire di pura astrazione.
Nel 1952 egli partecipa alla mostra curata da Bruno Munari “Oltre la pittura” presso la Galleria “Annunciata” di Milano.
Nel 1965 è Direttore della Scuola Superiore d’Arte Applicata all’Industria del Castello Sforzesco di Milano.
Nell’età matura stabilisce e mantiene relazioni con Mazzon, Reggiani e Soldati.
Ordina, tre le rare, una mostra all’U.G.M. di Mantova nel 1971; Adalberto Scemma su ‘L’Arena’ scrive: «L’antologia che Adone Asinari ha ordinato alla galleria U.G.M. balza subito in evidenza per il suo rigore quasi scientifico. L’impronta del futurismo è palese.
Spicca però un amore quasi viscerale per le forme classiche. Di qui i quadri incardinati nel rapporto ‘linea-colore’ con un’eleganza e una stilizzazione estremamente piacevoli. Asinari può sicuramente contare su di un sostrato lirico evidentissimo e i molti dipinti dell’ultimo perido costituiscono del resto la pietra di paragone più immediata…».
Sono dello stesso periodo le personali alla Galleria “Giovio” di Como (1971) e quella alla “Shop Art” di Milano (1973).
Nel 1974, Glauco Viazzi e Vanni Scheiwiller pubblicano il volume ‘Poeti futuristi, dadaisti e modernisti in Italia’ sul quale riproducono anche una pittura di Asinari.
L'anno seguente Giorgio Lucini pubblica a Milano, in tiratura limitata, due collages di Asinari con presentazione di Orietta Nicolini.
Nel 1978 ordina una personale alla Galleria “Centenari” di Piacenza.
L’anno seguente, Asinari allestisce una personale alla “Ars Gallery” nel capoluogo lombardo e partecipa, sempre a Milano, alla mostra ‘Mosaico oggi’ a cura del Cenacolo Bramantino.
Nel 1981, dal 31 maggio al 14 giugno, il Comune di Desio dedica ad Asinari una vasta antologica di cento opere nella Villa Tittoni. Poi, nel 1982 una nuova personale di Asinari è presentata nella Galleria “Arco” di Como.
Nello stesso anno, un Ritratto di Marinetti di Asinari (del 1936) viene pubblicato nel volume di Carlo Belloli ‘Iconografia di Filippo Tommaso Marinetti fondatore del Futurismo: 183 contributi cromoplastici e grafosintetici per una immagine del poeta’ (Edizioni d'Arte ‘Zarathustra’ e ‘Silvia/Editrice’ coassociate in Milano).
Adone Asinari scompare a Milano nel 1984.
L'anno seguente l'artista è presentato in una ‘Selezione di opere rare ed inedite del costruttivismo’ dalla Galleria d'Arte “Struktura” di Milano, a cura di Carlo Belloli, nella Fiera di Milano nel contesto della “I Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea”.
Ancora nel 1985, il Comune di Parma allestisce la prima retrospettiva dell'artista a in collaborazione con l'Istituto Statale d’Arte “Paolo Toschi”. L'esposizione viene ripresa dall'emittente ‘Tele-Parma’, e il servizio mandato in onda nel giugno ’85.
Nel 1986, in aprile, lo storico Paolo Perrone Burali, cura una ampia antologica di Asinari al Centro d’Arte “Cultura e Costume” (sede anche di un Archivio del Futurismo e dell’Archivio d'Arte Moderna ‘Kandinsky-Mazzon’) di Milano; in giugno l'Istituto “Cultura e Costume” ordina l'eccezionale rassegna “L'unico Futurismo” con lo scopo di sottolineare l'italianità del Futurismo. Nella mostra le opere di Asinari vengono allineate - secondo il richiamo alle due generazioni del Futurismo forgiate da Marinetti (quella degli Anni Dieci e quella degli Anni Trenta) - con opere dal 1911/12 in poi di, in ordine alfabetico, Giacomo Balla, Enzo Benedetto, Umberto Boccioni, Alberto Bragaglia, Alessandro Bruschetti, Carlo Carrà, Primo Conti, Mino Delle Site, Alberto Magnelli, Ivo Pannaggi, Enrico Prampolini, Osvaldo Peruzzi, Ottone Rosai, Ardengo Soffici.
Nel mese di ottobre dello stesso anno sempre Perrone Burali, pubblica il volume monografico ‘Adone Asinari…’, dal quale ci pare estremamente interessante riportare: «Asinari è un caso rarissimo (oggi lo direi pressoché introvabile) di artista nuovo ed innovatore, sempre scrutante oltre l’orizzonte e che, in pari tempo, è anche un uomo dell’antico. Ovvero un esponente di quelle albe lontane e disperse, in cui almeno alcuni uomini (pur a fronte del turpe e dell’immondo che hanno sempre abitato il mondo) sapevano essere alti di mente e di civiltà. Erano uomini che avevano fondato la loro esistenza sui ritmi autentici del quotidiano e che si mantenevano fedeli all’essenziale e all’incorrotto pervenuti che siamo ad una sottociviltà esclusivamente basata sul consumismo parossistico e demenziale, nonché sul prodotto spicciolo e sul materialismo d’attacco, è evidente che gli uomini superiori dell’antico (già sempre rari) siano oggi spariti del tutto.
Trovarne un campione vissuto fin qui, è davvero un avvenimento che lascia increduli. Eppure è realtà storica: Adone Asinari è arrivato fin al 1984. Egli non s’è mai corrotto; ed è rimasto sempre indifferente a quel profitto di bassa lega e squallido: per il quale i cittadini del mondo moderno sono disposti a tutte le lotte, a tutte le menzogne, a tutte le umiliazioni, a tutte le nefandezze.
Onoriamo un uomo come Adone Asinari, estraneo alle pochezze ed alle miserie del nostro tempo senza più ideali collettivi, senza più senso del limite, senza più cognizione dell’essenziale e dell’essenza della vita.
Onoriamo uno degli ultimi uomini che abbiano vissuto con civiltà. Onoriamo un uomo così, e capiremo di più il valore della sua arte, il suo messaggio umano, la sua visione profonda nella poesia degli spazi».
Nel novembre 1986 il Centro d’Arte “Cultura e Costume”, nella mostra “Futurismo a Milano”, ordina mostre personali ai quattro artisti Adone Asinari, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Osvaldo Peruzzi, e ai quattro scrittori Paolo Buzzi, Gian Piero Lucini, F. T. Marinetti, Armando Mazza.
Giudizi critici:
“Dipinti astratti di Adone Asinari”
Se la storia di un pittore conta, coi suoi passaggi e sviluppi, per la lettura dei suoi risultati migliori, non si può omettere che Asinari al suo esordio, fu coinvolto dagli stilisti tardo futuristi, nella figurazione novecentesca e, in data precoce per l’Italia, il ’37, si soffermò nello sperimentalismo surrealista, con prove raffinate, vicine, per intenderci ai collages di Max Ernst. In queste attenzioni doveva esercitarsi il gusto per la pittura aperta, internazionale: ciò si è definito, prendendo corpo da trentacinque anni a questa parte, nella sua opera che ha mantenuto da allora una coerenza astratta, astrattismo geometrico di sempre più approfondito rigore compositivo e stilistico. Ma i documenti del suo lavoro non sono numerosi, né legati a manifestazioni pubbliche; i quadri di Asinari si concatenano a tempi lunghi, pochi quadri all’anno, spesso il silenzio. Eppure il suo unico interesse è sempre stato la pittura, salvata anche nell’insegnamento di materie che ne sono il surrogato, come la scenografia o la grafica.
C’è assoluta mancanza di fretta nei suoi dipinti, come un silenzio sopra le forme: chiusa e unita la pittura si spiega in spazi vibrati con un equilibrio musicale. Il suo astrattismo, come quello di Soldati o Reggiani, è una vicenda che si inserisce, come luogo classico tra gli antichi maestri e la migliore avanguardia. Il colore di Asinari è maturo, pensato, trovato con una insistenza che mostra l’integrità culturale e la gelosia della propria personalità, del lavoro appartato. Sono opere che portano l’impronta di una lunga gestazione intellettuale, formalmente corretta; quadri che hanno il ritmo di un certo modo di vivere in disparte, la passione per la conoscenza di parole che, nel pronunziarsi, diventano diverse, e la malinconia del fare, nella modificazione continua delle scoperte. L’analista che si occupa della superficie della tela con lucidità e precisione, non può nascondere l’ansia della visione difficile da cristallizzare nell’immagine, quindi rimane latente la perfezione: è lenta questa ascesa, l’accertamento della soluzione con cui il racconto viene fulminato in una sola sigla, in un colore, in una porzione di spazio. Asinari cerca le sue desinenze, gli incastri, le radici dei colori, i loro estremi ed intermedi, per una modulazione sonora del linguaggio; la nota timbrica, il confine disegnato sono la sua giustezza emotiva, la sua meditazione, la dimensione e lo spessore del suo pensiero.
Luigi Cavallo, 1973
Bibliografia:
1938 - Artecrazia, anno VI, n. 112, Roma, febbraio, pp. 1, 4, 5;
1971 - Adalberto Scemma, Verona, L’Arena, 17 gennaio;
1973 - Luigi Cavallo, presentazione mostra, Milano, Galleria Shop Art, ottobre-novembre;
1980 - Fabrizio Elefante, Fronte Culturale del 900, Milano, Nuova Ars Gallery, catalogo mostra;
1981 - Rosy Fenu, Il Cittadino della Domenica, 6 giugno;
1982 - 1882/1982 Centenario Scuola Superiore d’Arte Applicata all’Industria, Castello Sforzesco, Milano;
1985 - Carlo Belloli, Adone Asinari - Retrospettiva Antologica 1936/1982, Ist. Stat. D’Arte P. Toschi, Parma, catalogo mostra;
1985 - Gianni Cavazzini, Gazzetta di Parma, 9 giugno;
1986 - Paolo Perrone Burali d’Arezzo, Momenti artistici e maestri moderni a Milano, Milano, Casa Editrice Nuove Edizioni Culturali;
1986 - Giampiero Manfredini, L’Unità, Roma, Milano, 8 marzo;
1986 - Giampiero Manfredini, L’Espresso, Roma, Milano, n. 10, 16 marzo;
1986 - Ignazio Mormino, Il Giornale, Milano, 10 aprile;
1986 - Filippo Abbiati, Il Giorno, Milano, 22 aprile;
1986 - Lucio Cabutti, Milano, Arte Mondadori, n. 163 maggio;
1986 - Paolo Perrone Burali d’Arezzo, Adone Asinari futurista e astrattista lombardo, Milano, Casa Editrice Nuove Edizioni Culturali;
1987 - R. Margonari, Galleria: Adone Nosari, Mantova, Quadrante padano, settembre, pp. 65/67;
1988 - Itinerari gonzagheschi, a cura di R. Margonari, Sabbioneta, pp. 48, 49;
1997 - 100 Anni nel Castello, Scuola Superiore d’Arte Applicata all’Industria, Milano, Arti Grafiche E. Gajani, maggio.
Bibliografia:
1999 - Adalberto Sartori - Arianna Sartori, Artisti a Mantova nei secoli XIX e XX. Dizionario biografico, volume I, A - Bona., pp. 125/133,